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KREMNA

di E. Lissi - Enciclopedia dell' Arte Antica (1961)
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Vedi KREMNA dell'anno: 1961 - 1995

KREMNA (Κρήμνα, Κρέμνα)

E. Lissi

Città della Pisidia, menzionata da Strabone (xii, 569, 570) come appartenente al regno di Aminta, regno costituito da Antonio e alla morte di Aminta nuovamente incorporato nello stato romano come parte della Galazia. È ricordata come città della Licia da Zosimo (i, 69) e come città appartenente all'esarchia della Panfilia da Ierocle (Synec., 681, 2).

I ruderi della città si trovano presso il luogo chiamato Germé o Girmé, in notevolissima posizione, su una altura circondata per tre lati da alti dirupi. Assai conservata è la cerchia delle mura, che in alcuni tratti presenta caratteri di arcaismo, con blocchi colossali. Nel tratto di O le mura sono rinforzate da torri quadrate. Si possono individuare due porte, una alla metà circa del tratto O, l'altra alla metà circa del tratto S, quest'ultima assai complessa, con torri e cortile interno. In un avvallamento quasi al centro della città sono riconoscibili le grandi costruzioni del Foro di Longo e della basilica. Questa, divisa in tre navate da due file di colonne, misura in larghezza circa 19 m; ne restano in piedi alcune colonne ed alcuni archi. Ad O della basilica sono i resti di un piccolo edificio, probabilmente un mercato. A S la basilica confina con il Foro, ampia area quadrangolare con colonne, evidentemente contemporaneo alla basilica. Secondo una iscrizione integrata da un frammento rinvenuto da P. Romanelli e R. Paribeni, il complesso del Foro e della basilica è da datarsi con ogni probabilità ai primi mesi del 138 d. C. Ad O del Foro di Longo si vedono i ruderi di un ampio edificio, un doppio porticato, di m 150 di lunghezza, la cui parte S termina, alle due estremità, con due piccole stanze con peristilio. A N della piazza dove sono il Foro e la basilica vi è un ninfeo, con colonne di granito, capitelli corinzî ed un epistillo ornato di viticci e rosette. Questa facciata maschera una ampia cisterna, lunga m 8o e larga m 3, ed una cisterna più piccola che si trova a N-O della maggiore. Ad E della basilica si notano i ruderi di un teatro, di un edificio a forma allungata (macellum?) ed i resti di un secondo Foro, delimitato da un edificio a tre lati con numerose colonne. In varie zone si vedono i muri delle case, divise in insulae da strade assai regolari. Non si hanno notizie precise dei templi della città, ma presso una piccola basilica a tre navate posta nella zona O della città si notano resti di costruzione antica ed un poco più ad O vi è un'area con colonne. A N dell'ampia cisterna vi sono i resti di una costruzione con colonne, che potrebbe essere stato un tempio. Frammenti di edifici templari, in particolare un epistilio con bucrani, ghirlande e con la decorazione di un cerbiatto (o capriolo) potrebbero far pensare, secondo il Lanckoronski, ad un tempio dedicato a Diana. Nella zona ad E della porta O si notano i ruderi appartenenti ad un tempio dorico: colonne scanalate, metope, triglifi e frammenti di frontone. Un poco più a N-O una costruzione piuttosto tarda ha fatto pensare al Lanckoronski che in essa si praticasse il culto di Mitra o della Magna Mater. Nella parte S-O della città, sia all'interno che all'esterno delle mura, sono numerosissime sepolture, per la maggior parte sarcofagi. Una tomba rupestre a forma di tempietto prostilo si trova al di fuori delle mura a S della città.

K. batte moneta come città autonoma nel I sec. a. C. in alleanza con Ceraitae (leggenda: ΚΡΗΜΝΕΩΝ ΚΑΙ ΚΕΡΑΕΙΤΩΝ). Divenuta colonia romana sotto Augusto (Colonia Iulia Augusta Felix Cremna o Gremnensium), batté moneta da Adriano ad Aureliano. I tipi più usuali sono: Diana, Apollo, Cibele, Bacco, Silvano, Hades.

Bibl.: J. A. Cramer, Asia Minor, II, Oxford 1832, p. 99; F. V. J. Arundell, Discoveries in Asia Minor, II, Londra 1834, p. 80 ss.; K. Lanckoronski, Städte Pamphyliens und Pisidiens, II, 1892, pp. 161-172; R. Paribeni-P. Romanelli, Studi e ricerche archeologiche nell'Anatolia meridionale, in Mon. Linc., XXIII, 1914, cc. 249-251; B. V. Head, Historia numorum, Oxford 1911, p. 707; D. Magie, Roman Rule in Asia Minor, Princeton 1950, passim. Sulla basilica: J. B. Ward Perkins, M. H. Ballance, J. M. Reynold, in Pap. British School Rome, XXVI, 1958, p. 137 ss.

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