KRETE (Κρήτη)
Eroina eponima dell'isola di Creta. Per Dosiades (Plin., Nat. hist., iv, 58) era figlia di una Esperide, mentre secondo Stefano Bizantino era una Esperide (s. v. Κρήτη); altre fonti dànno una diversa genealogia di K., che era pure considerata madre di Pasifae (Diod., iv, 6o, 4).
È raffigurata sempre in scene riferentisi a Creta: sul vaso di Talos, in chitone ricamato e coronata di edera, fugge spaventata verso destra, pur rivolgendo lo sguardo verso il gigante morente; K. appare connessa a Dedalo e Icaro nei loro preparativi di fuga dall'isola su un frammento di sarcofago di Villa Albani e su una sardonice di Napoli. Nella pittura ercolanese di Teseo liberatore è identificabile con K. la figura seduta con arco, frecce e faretra, purtroppo lacunosa, che assiste dall'alto. Su un sarcofago frammentato di Villa Borghese, giace a terra sotto Eracle che cattura il toro cretese. Unita a due Coribanti, sulla base con leggende di Zeus del Museo Capitolino, K. è seduta a terra con corona turrita.
Bibl.: O. Höfer, in Roscher, II, i, 1890-94, cc. 1423-24, s. v., n. 8; Latte, in Pauly-Wissowa, XI, 2, 1922, c. 1822, s. v. Vaso di Talos: Furtwängler-Reichhold, I, p. 199, tavv. 38-39; J. D. Beazley, Red-fig., p. 845. Sarcofagi: C. Robert, Sarkophagreliefs, III, nn. 110, 127, tavv. XXX, XXXVIII. Sardonice della Coll. Farnese di Napoli: A. Furtwängler, Gemmen, II, p. 265, tav. LVIII, 9. Dipinto di Ercolano (Napoli, Museo Nazionale 9049): R. Bianchi Bandinelli, Storicità dell'arte classica2, Firenze 1950, p. 178 s., tav. 84, fig. 169. Base del Museo capitolino: H. S. Jones, A Catalogue of the Ancient Sculptures. The Sculptures of the Museo Capitolino. Oxford 1912, p. 276, n. 3 a, tav. 66.