ZANUSSI, Krzysztof
Regista cinematografico polacco, nato a Varsavia il 17 giugno 1939, da una famiglia di origine friulana, trapiantata in Polonia da tre generazioni. Ad appena sedici anni s'iscrisse alla facoltà di Fisica che abbandonò quattro anni dopo per studiare filosofia all'università di Cracovia, dove ebbe come insegnante un professore di formazione fenomenologica. Nel 1966 si diplomò in regia cinematografica alla scuola di Łódź con un singolare mediometraggio (Śmierć prowincjała, La morte del padre provinciale, presentato anche alla televisione italiana) dove, nel muto dialogo che si instaura fra un giovane restauratore e un anziano sacerdote, sono messe a confronto due ipotesi di vita divaricanti.
La presenza della guerra negli anni dell'infanzia lo ha profondamente segnato. Il suo cinema svolge, con andamento dialettico e finali dilemmatici, una sentita problematica etica e, per vari aspetti, religiosa: la possibilità o meno di scegliere la parte che vogliamo recitare sulla scena del mondo, i condizionamenti (storici, politici ma anche biologici) ai quali siamo sottoposti, i doveri verso gli altri e noi stessi, lo spazio da riservare, nell'individuo e nella società, alla conoscenza − oggettiva se non scientifica − e la tensione verso la trascendenza, l'utopia e la morte, quest'ultimo argomento tabù per tanti cineasti. Il linguaggio è lineare ma denso, privo di metafore ricercate, alieno da simbolismi difficilmente decifrabili. Fra i titoli più rappresentativi: Struktura krysztalu (La struttura del cristallo, 1969), Źycie rodzinne ("Vita di famiglia", 1971), Za ściana (Dietro la parete, 1971), Iluminacja (Illuminazione, 1973), Bilans kwartalny (Bilancio trimestrale, 1975), Constans (1980). Centrale in Z. è il tema del debito da pagare al passato − alle sue tradizioni e credenze, e ai suoi disinganni − e dell'attrazione dell'inconoscibile. Con i film realizzati in Polonia, in Germania, in Gran Bretagna e in Italia (con l'eccezione dei notevoli Imperativ, Imperativo, del 1982, e Rok spokojnego slońca, L'anno del sole quieto, Leone d'oro alla Mostra del cinema di Venezia nel 1984, meno limpidi degli iniziali), Z. reca testimonianza della memoria del passato-presente preannunciando una nostalgia del futuro. È la memoria individuale e insieme collettiva dell'intellettualità polacca quella di cui Z., nel corso di fondamentali stagioni nella storia del suo paese, si è fatto mediatore e interprete. Nel 1981 ha ripercorso la giovinezza e gli anni polacchi del papa Giovanni Paolo ii in Da un paese lontano.
Bibl.: B. Michałek, The cinema of Krzysztof Zanussi, in Film Quarterly, autunno 1973; Dossier Zanussi, in Rivista del cinematografo, ottobre 1976; AA.VV., Il cinema e i paesi dell'Est: il dissenso culturale, Venezia 1977; K. Zanussi, Sei film, a cura di G. Origlia, Bologna 1979; P. D'Agostini, Krzysztof Zanussi, Firenze 1980; Krzysztof Zanussi: un rigorista nella fortezza assediata, a cura di M. Jodice, ivi 1982; G. Pezzali, Polonia ultimo ciak: l'avventura del film ''Da un paese lontano'', Milano 1982.