Ku-Klux Klan
Una società segreta razzista americana
Il Ku-Klux Klan è il nome di una società segreta sorta negli Stati Uniti e caratterizzata da razzismo e odio per gli stranieri e i diversi. Fondato nel 1866 nel clima della guerra di Secessione negli Stati del Sud in reazione alla concessione di diritti politici ai neri, il Ku-Klux Klan conobbe una nuova fioritura negli anni Venti e negli anni Sessanta del Novecento, dilagando in tutti gli Stati del Sud e ispirando innumerevoli violenze e delitti
La nascita del Ku-Klux Klan negli Stati Uniti è legata al contrasto tra schiavisti e antischiavisti che nella seconda metà dell’Ottocento sfociò nella guerra di Secessione.
Dopo la sconfitta del sudisti, nel 1868, il Congresso attuò una politica intransigente pretendendo il riconoscimento dell’abolizione della schiavitù sancito dalla Costituzione e la concessione ai neri di tutti i diritti politici, compreso quello di voto. Per difendersi dalla preponderanza della massa elettorale di colore, i bianchi sudisti ricorsero al terrore per impedire l’esercizio del voto, organizzando una serie di società segrete che avrebbero compiuto orribili violenze. La più tristemente famosa di queste società fu il Ku-Klux Klan (conosciuto anche con la sigla KKK).
Il nome deriva, a quanto sembra, dal termine greco kyklos, che significa «cerchio», e dalla parola inglese clan «famiglia», scritta con la lettera k al posto della c. Il Ku-Klux Klan fu fondato nel 1866 nello Stato del Tennessee dal generale Nathan B. Forest, e si propagò rapidamente in tutti gli Stati del Sud. Come tutte le società segrete, anche il Ku-Klux Klan aveva un complesso e misterioso rituale. I suoi membri indossavano cappe bianche con cappucci che coprivano il volto, sia per nascondere la loro identità sia per simboleggiare gli spiriti dei combattenti defunti tornati per vendicarsi dei nemici.
Dopo due anni di violenze e di atti illegali che riuscirono a rovesciare i governi basati sul suffragio dei neri, il movimento fu dichiarato illegale e soppresso nel 1869.
Il secondo Ku-Klux Klan fu fondato nel 1915 da William J. Simmons ad Atlanta, in Georgia, e fu alimentato dai nuovi problemi causati dall’immigrazione in massa soprattutto dai paesi europei. Dal movimento precedente esso prese il nome e l’ideologia razzista, rivolta ora anche contro ebrei e cattolici. Negli anni Venti il movimento, cui aderirono numerosi politici, acquistò un enorme peso e causò sanguinosi atti di violenza in tutti gli Stati, influenzando le elezioni politiche del 1926. Cominciò a declinare solo negli anni Trenta.
Una recrudescenza del razzismo e una rinascita del Ku-Klux Klan si ebbe negli anni Sessanta, quando il presidente Kennedy avviò la lotta contro la discriminazione razziale. Oggi il movimento, confinato nell’illegalità, si è frammentato in una serie di gruppi estremisti isolati. Se cappucci bianchi, croci date alle fiamme e brutali esecuzioni di neri e attivisti per i diritti civili sono ormai un triste ricordo del passato, l’ideologia razzista che è alla base del Ku-Klux Klan non si è mai esaurita del tutto negli Stati Uniti. L’idea della superiorità della razza bianca e la crociata in difesa della patria dalla presunta minaccia dei neri e degli immigrati in generale continuano a riscuotere consensi nell’opinione pubblica americana più reazionaria.
Alla nascita e all’affermarsi del secondo Ku-Klux Klan contribuì il film Nascita di una nazione, realizzato nel 1915 da David W. Griffith. Il film, che offre un’immagine positiva del Ku-Klux Klan, suscitò infinite polemiche e reazioni da parte degli Americani di orientamento politico liberale. Di segno opposto è Mississippi burning – Le radici dell’odio (1988) di Alan Parker, che rievoca un fatto di cronaca realmente accaduto nel 1964, quando tre attivisti per i diritti civili furono brutalmente assassinati nel Mississippi dal Ku-Klux Klan. I responsabili furono condannati a pene irrisorie e ben presto scarcerati.
Nel 2005, a quarant’anni di distanza, è stato riaperto il processo contro lo sceriffo Edgar R. Killen, il capo del Klan locale che commissionò il delitto. Il processo si è concluso con la sua condanna a sessanta anni di carcere.