KUNSTWOLLEN
Termine, e concetto, introdotto nella critica artistica da A. Riegl (v.); letteralmente significa "volontà d'arte", ma corrisponde al termine e al concetto di "gusto" nella accezione diffusa nella critica italiana di tendenza idealistica (per esempio: Il gusto dei Primitivi di L. Venturi, 1926). Va tenuto presente, però, che il termine "gusto" accentua l'elemento intuitivo, irrazionale della creazione artistica, rispetto all'originario termine di Kunstwollen.
Questo si trova formulato esplicitamente nella introduzione all'opera del Riegl, Die spätrömische Kunstindustrie nach den Funden in Oesterreich-Ungarn, I. Teil, Vienna 1901; ma il concetto risale all'opera dello stesso, Stilfragen (Problemi di stile), pubblicata nel 1893. Lo stesso Riegl riassume il suo proposito nei seguenti termini: "[agli studiosi era difficile] liberarsi... da quella teoria che ordinariamente vien messa in relazione col nome di Gottfried Semper, secondo la quale l'opera d'arte non sarebbe nient'altro che il prodotto meccanico di tre fattori: l'uso cui è destinata, la sua materia e la tecnica adoperata. Tale teoria fu a ragione considerata, all'epoca della sua formulazione, come un importante progresso di fronte ai concetti estremamente vaghi espressi in proposito dall'epoca romantica immediatamente anteriore; ma oggi sarebbe ormai tempo di inserirla definitivamente nella storia; poiché come tante altre teorie della metà del secolo scorso, nelle quali si vide agli inizî il più grande trionfo della esatta ricerca naturalistica, anche la teoria del Semper si è dimostrata in definitiva nient'altro che un dogma della metafisica materialistica. In contrapposizione a questa concezione meccanica della natura dell'opera d'arte io ho - per primo a quanto mi risulta - sostituito una ipotesi teleologica, in quanto ho visto nell'opera d'arte il risultato di una determinata e consapevole volontà artistica, che si sostituisce, con dura lotta, al fine pratico, alla materia e alla tecnica. Questi tre ultimi fattori non hanno più quella funzione positivamente creatrice che il Semper aveva loro affidato, ma anzi rappresentano un carattere repressivo, negativo: essi sono i coefficienti d'attrito del prodotto complessivo. Con la volontà artistica veniva immesso nell'evoluzione un fattore predominante, dal quale dapprima gli studiosi non sapevano che farsi, inceppati come erano dalla concezione cui fino allora erano stati soggetti: ed è proprio considerando questa incertezza che, penso, si può spiegare la posizione di attesa adottata ancor oggi, dopo sette anni, dalla gran parte di coloro che si occupano dello stesso periodo artistico, di fronte alle opinioni formulate nelle Stufragen" (cit., con qualche ritocco, dalla traduzione italiana Arte Tardoromana, Torino 1959, pp. 9-10). La conseguenza più importante dell'aver così introdotto, in contrasto col positivismo empirico, il concetto di autonomia dell'arte negli studi di arte antica, fu il riconoscimento della validità anche di quelle concezioni artistiche che si allontanano dalla supposta norma classica e nel caso specifico dell'arte tardo-antica, considerata non più come "decadenza" ("concetto che non esiste in realtà nella storia", ibid., p. 12), ma come premessa necessaria al successivo sviluppo dell'arte moderna. Data infatti da questa opera del Riegl l'inizio di un interesse storico per l'arte che si svolse tra la fine del II sec. d. C. e il VI. Devesi pertanto riconoscere al concetto di K. una funzione progressiva notevolissima nel campo di tali studi per avervi introdotto la concezione storicistica di continuità culturale "e aver riconosciuta l'espressione positiva e non negativa di una cultura che si sviluppa verso forme nuove riconoscendone l'autonomia e la giustificazione in se stessa".
Ma con la posizione qui assunta dal Riegl, lo storico dell'arte si limitava alla constatazione e alla descrizione della particolare volontà artistica di un periodo (o anche di un artista) e non si poneva il problema di scoprire le effettive basi storiche dalle quali tale diversa volontà artistica era stata promossa e condizionata. Problema la cui soluzione soltanto conduce al pieno inserimento dell'opera d'arte nella storia, secondo le esigenze di una più avanzata cultura.
Continuatore della concezione del Riegl può considerarsi, nel campo archeologico, G. Kaschnitz-Weinberg (1890-1958) che della riedizione dell'opera Spätrömische Kunstindustrie dette una importante recensione (in Gnomon, 5, 1929, p. 1959 ss.); ma nella sua ricerca delle "forme strutturali" delle varie civiltà artistiche viene a mostrarsi come la teoria del Kunstwollen può condurre alla ricerca di supposte "volontà" immanenti a una data civiltà artistica, preesistenti quasi ab aeterno entro una data area o legate a particolari determinazioni etniche e geografiche. Accentuando in tal modo l'elemento irrazionalistico insito nel concetto di gusto, la ricerca, iniziata come una affermazione di storicismo, finisce interamente fuori della storia.
Bibl.: Si veda alla voce riegl.