KURBINOVO
Villaggio della Macedonia sul lago di Prespa, noto soprattutto per la presenza della piccola chiesa di S. Giorgio, di epoca mediobizantina, decorata da un importante ciclo di affreschi.La chiesa (ca. m. 157), realizzata con una rozza muratura rivestita da una imitazione di apparecchiatura a cloisonné, presenta un impianto a una sola navata con abside semicircolare; venne decorata nel 1191, come testimonia un'iscrizione sull'altare, con pitture che ne fanno uno dei più importanti monumenti bizantini dell'epoca.Il programma iconografico ha i suoi elementi salienti nella Teofania dell'Antico dei giorni, collocata sul muro occidentale, che prolunga la teoria dei profeti posta nella parte alta dei muri laterali, secondo lo schema di una decorazione di cupola; nella concelebrazione episcopale intorno a Gesù-Amnós, posta nell'abside al di sotto della Vergine Odighítria in trono; nella Déesis legata all'icona monumentale del Cristo della Pace; nelle scene evangeliche a carattere teofanico, nonché nelle immagini dei protettori e dei donatori sulle facciate esterne. Molte di queste rappresentazioni sono in rapporto con la crescente importanza data all'illustrazione della liturgia.L'ufficio dei vescovi trova con l'immagine del Cristo deposto sull'altare la sua formulazione futura; K. ne offre infatti il più antico esempio datato. Studi recenti hanno permesso di identificare, oltre ad Achillio concelebrante, altri prelati legati alla storia locale nelle figure in posizione frontale sui muri del coro: a S i Ss. Metodio e Cirillo, a N S. Clemente di Ochrida. Alla sinistra di quest'ultimo sarebbe da riconoscere Erasmo di Ochrida (Miljković-Pepek, 1992) o papa Clemente III (Grozdanov, Hadermann-Misguich, 1992). Nel coro dei santi si trovano diverse figure che compaiono raramente in quest'epoca, come S. Marina che stordisce Belzebù, S. Anna che allatta e S. Eufrosino.Il ciclo delle Grandi feste, posto nel registro mediano, è ridotto all'essenziale, ma appare assai attuale e significativo per l'evidenza data all'aspetto teofanico delle scene per l'accentuazione del loro lato drammatico. Il pittore ha spesso scelto l'iconografia più nuova, come nel caso dell'Anastasi e della Dormizione, e ha inoltre reso l'aureola dei personaggi attraverso un singolare alone, costituito da una fiamma blu-verde, dal bordo frastagliato, su di un cerchio luminoso. Nell'Ascensione, la mandorla in cui troneggia il Cristo è un mondo acquatico brulicante che evoca lo sgorgare delle acque e il Giudizio finale. Questa immagine unica trova probabilmente la sua fonte in due passaggi di Zaccaria (Zc. 14, 4; 14, 8-11) che venivano letti nel corso del Grande vespro dell'Ascensione. Nelle scene della Passione l'iconografia è per alcuni aspetti conservatrice, ma la postura contratta del Crocifisso, il dolore violento dei suoi congiunti e la drammatizzazione del paesaggio conferiscono alle immagini un carattere nuovo.L'arte di K., espressione estrema del 'manierismo' tardocomneno, è contraddistinta dal dinamismo delle linee, a cui corrisponde quello delle composizioni; al massimo grado vi appare la tensione tra grafismo e modellato, e i canoni proporzionali risultano molto allungati. Da sottolineare sono anche i numerosi tentativi di resa in profondità e la presenza di ombre portate. La gamma dei colori è ridotta, dominano gli ocra gialli e rossi, ma di grande sottigliezza sono le associazioni e le gradazioni dei toni. Il maestro principale - formatosi verosimilmente a Nerezi, in Macedonia, dopo il 1164 e in seguito, intorno al 1180, attivo nel cantiere dei Ss. Anargiri a Kastoria, in Grecia - appare sotto diversi aspetti influenzato dai manoscritti costantinopolitani del secondo terzo del secolo.Non si conosce il committente delle pitture di K., che probabilmente era raffigurato a destra dei ritratti imperiali sulla facciata occidentale. La dedicazione a s. Giorgio e il numero delle immagini di santi guerrieri sembrerebbero indicare la committenza di un laico, probabilmente un militare. Viste l'acutezza e la novità del programma iconografico sembra certa la collaborazione con gli ambienti ecclesiastici, forse con l'arcivescovo di Ochrida Giovanni Kamateros. Il pittore scelto per realizzare il progetto fu capace di articolarlo magistralmente, riuscendo a sfruttare le tendenze della sua epoca nel senso della propria sensibilità visionaria, inquieta e assai raffinata.
Bibl.: R. Ljubinković, Stara crkva sela Kurbinova [L'antica chiesa di K. sul lago Prespa], Starinar 15, 1940, pp. 101-123; A. Nikolovski, Les fresques de Kurbinovo, Beograd 1961; L. Hadermann-Misguich, Kurbinovo. Les fresques de Saint-Georges et la peinture byzantine du XIIe siècle, 2 voll., Bruxelles 1975; S. Tomeković, Le ''maniérisme'' dans l'art mural à Byzance (1164-1204), 2 voll., Paris 1984; C. Grozdanov, L. Hadermann-Misguich, Kurbinovo, Skopje 1992 (con bibl.); P. Miljković-Pepek, Quatre saints non identifiés de Kurbinovo (1191) et hypothèses sur quelques exemples antérieurs et analogues en Macédoine, Byzantion 62, 1992, pp. 399-401.L. Hadermann-Misguich