VONNEGUT, Kurt Jr
Scrittore americano, nato a Indianapolis, Ind., l'11 novembre 1922; vive oggi nel Massachusetts. Questo narratore "mezzo satirista mezzo profeta", vicino in molti modi al più recente "umor nero" del teatro americano, che era all'inizio soprattutto riconosciuto, e confinato, tra gli scrittori di fantascienza, ha assunto nuova statura e rilievo con un libro del 1969, il famoso Slaughterhouse-Five (trad. it. Mattatoio n. 5, Milano 1975), in cui la tecnica e il gioco fantascientifico, il contrarsi ed espandersi dei tempi, uniti a un'ironica scrittura autobiografica, sono messi al servizio della testimonianza di un sopravvissuto del terribile bombardamento di Dresda durante la seconda guerra mondiale. Si tratta di qualcuno che è sopravvissuto e sopravvive a più di un livello ("è duro adattarsi al caos, ma si può fare. Io ne sono la prova vivente: si può fare"). Del resto fin dai precedenti romanzi, da Player Piano del 1951 (trad. it. La società della camicia stregata, Piacenza 1966) a The sirens of Titan, del 1959 (trad. it. Le sirene del titano, Piacenza 1965), o a Cat's Cradle, del 1963 (trad. it. Ghiaccio-nove, Milano 1966), i narratori di V., personae totalmente costruite ma coinvolgenti autobiograficamente l'autore, si sono mossi con naturalezza in una realtà assurda e paradossale, in una vita concepita come viaggio spaziale in cui la morte non esiste, una vita tuttavia ritratta in termini di estremo realismo e concretezza. Nel gioco tra la tensione dei due tipi di materiale, il fantastico e il reale, e nella contemporanea parodia di ambedue, F. Binni ravvisa una delle caratteristiche centrali dell'opera di V., di una letteratura "propriamente definibile come apocalittica", una letteratura insieme di accusa e di esorcismo, di terrore e di amore.
A questa impostazione letteraria, cui è funzionale lo stile di V., cioè lo stile "telegrafico e schizofrenico" dei suoi prediletti Trafalmadoriani, concorrono tutte le precedenti esperienze dell'autore: dalle campagne d'Europa alla prigionia tedesca, dalle molteplici esperienze universitarie in facoltà scientifiche in ogni parte degli Stati Uniti, o dalla non lunga carriera di "relazioni pubbliche" per la General Electric all'attuale vita di agiato padre di famiglia in una residenza provinciale del Massachusetts. Tutto contribuisce a creare la particolare filosofia narrativa di V., i suoi personaggi che avendo fatto esperienza di reclusione e ostracismo sociale, avendo assistito a scene di distruzione sopravvivono schizo-frenicamente respingendo "le illusioni funzionali e umanistiche" con cui l'umanità si consolerebbe, ma affinando nella fantasia una caparbia volontà di vita. Tra le opere di V.: Mother night, New York 1961 (trad. it. Madre notte, Milano 1968); God bless you, Mr. Rosewater, ivi 1965 (trad. it. Dio la benedica, Mr. Rosewater, Milano 1972); Breakfast of champions, New York 1973 (trad. it. La colazione dei campioni, Milano 1974); tra i suoi racconti: Canary in a cat house, New York 1961; Welcome to the monkey house, ivi 1968.
Bibl.: G. Pagetti, K. Vonnegut tra fantasia e utopia, in Studi americani, 12, 1966; R. Scholes, Fabulation and satire, in The fabulators, New York 1967; T. Tanner, The uncertain messenger: a study of the novels of K. Vonnegut Jr., in City of Words, Londra 1971; Ch. B. Harris, Contemporary American novelists of the absurd, New Haven 1971; R. Olderman, Beyond the waste land, ivi 1972; D. Goldsmith, Kurt Vonnegut: fantasist of fire and ice, Bowling Green University Popular Press, 1972; P. J. Reed, K. Vonnegut Jr., New York 1972.