LEWIN, Kurt
Psicosociologo statunitense di origine tedesco-polacca, nato a Moglino (Posnania) il 9 settembre 1890, morto a Newtonville (Massachusetts) il 12 febbraio 1947. Ha studiato a Friburgo e a Monaco, laureandosi in filosofia a Berlino. Sotto l'influenza di K. Koffka, W. Köhler e M. Wertheimer aderì alle concezioni fondamentali della psicologia della Gestalt. Nel 1932, per sottrarsi alle persecuzioni naziste, emigrò negli USA, insegnando dapprima nell'università di Stanford, poi in quella dello Iowa (presso il Child welfare research station) e infine al Massachusetts Institute of Technology; qui fondò il celebre Research center for group dinamics (1945), che, alla sua morte, venne trasferito presso l'università del Michigan.
Tra i protagonisti della psicologia e della psicologia sociale contemporanea, di cui si può considerare un fondatore, L. ha operato una transizione dalla psicologia della Gestalt alla sociologia funzionalista, in particolare con lo studio Psico-sociological problems of a minority group (in Resolving social conflict: selected papers on group dinamics 1935-1946, 1948; trad. it., in I conflitti sociali. Saggi di dinamica di gruppo, 1972, pp. 178-95), uno studio sugli effetti che l'essere marginali esercita sugli ebrei. La teoria di L. si accentra sul concetto di ''ambiente comportamentistico'', ovvero di spazio vitale, vale a dire l'insieme delle molteplici situazioni interattive che, a seguito del processo di stratificazione, modellano la personalità dell'individuo. Ciò che sostiene la visione dinamica del comportamento individuale è, pertanto, la situazione sociale, ovvero la ''condizione d'interazione'' tra soggetti appartenenti a gruppi diversi. Gli individui sono inseriti in uno spazio sociale strutturato come ''campo'', nel quale coesistono significati e interazioni complesse in una continua variabilità. In questo senso il comportamento umano consiste nel ristabilire, tra l'individuo e l'ambiente, l'equilibrio interrotto da tensioni.
Di rilievo la formulazione delle leggi della dinamica dei gruppi: 1) ogni decisione dev'essere presa dal gruppo stesso e non essergli imposta dall'esterno, pena la perdita di efficacia; 2) la produttività del gruppo dev'essere valutata sia sotto l'angolo visuale della norma, sia sotto quello della collaborazione fra i membri; 3) esiste un'interazione all'interno del gruppo; 4) il gruppo dev'essere considerato come sistema di riferimento.
Tra le sue opere si segnalano: Gesetz und Experiment in der Psycologie (1927; trad. it. parziale in Antologia di scritti di psicologia, 1977); A dinamic theory of personality: selected papers (1935; trad. it., 1965); Principles of topological psychology (1936; trad. it., 1963); Field theory in social science: selected theoretical papers, (1951; trad. it., Teoria e sperimentazione in psicologia sociale, 1972).
Bibl.: R.W. Leeper, Lewin's topological and vector psychology. A digest and a critique, Eugene (Univ. of Oregon) 1943; E.C. Tolman, Kurt Lewin 1890-1947, in Psycological Review, 55 (1948); M. Deutsch, Field theory in social psychology, in Handbook of social psycology, a cura di G. Lindrey, Cambridge (Mass.) 1954, i, pp. 181-222; A. Ossicini, Kurt Lewin e la psicologia moderna, Roma 1972; A.T. Marrow, Kurt Lewin tra teoria e pratica, Firenze 1977; P. Amerio, Teorie in psicologia sociale, Bologna 19852.