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KŪT el-AMĀRAH

di Giorgio LEVI DELLA VIDA - Adriano ALBERTI - Enciclopedia Italiana (1933)
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KŪT el-AMĀRAH (A. T., 91)

Giorgio LEVI DELLA VIDA
Adriano ALBERTI

RAH Città dell'‛Irāq, posta a 18 m. s. m., situata sulla riva sinistra del Tigri di fronte alla foce dello Shatt al-Ḥayy, il canale che riunisce il Tigri all'Eufrate. Ignota nel periodo antico della storia dell'‛Irāq, Küt el-Amārah divenne stazione importante della navigazione a vapore sul Tigri nella seconda metà del sec. XIX e fu eretta a capoluogo del distretto (qaẓā) omonimo. Il suo nome ebbe notorietà durante la guerra mondiale (v. sotto). Gli abitanti, in numero di circa 7000, si dedicano al commercio, specie a quello del grano, per conservare il quale vi sono a Kāt el-Amārah grandi magazzini, e alla fabbricazione di tappeti. Kūt el-Amārah è il punto terminale della ferrovia che da Baghdād scende lungo il corso del Tigri.

Battaglia e assedio di Kūt el-Amārah. - Appena la Turchia ebbe dichiarata la guerra all'Intesa, l'Inghilterra cercò di acquistare il dominio del Golfo Persico e della Mesopotamia. Già nel novembre 1914 una divisione indiana (generale Wilson) risalì lo Shatt al-‛Arab, iniziando l'avanzata nel mese di aprile dell'anno successivo con due colonne le quali operavano una nella valle dell'Eufrate, l'altra in quella del Tigri. La prima non incontrò grandi resistenze e raggiunse nel settembre Kerbala: la seconda, sotto gli ordini del generale Townshend, avanzando lentamente per le difficoltà del terreno e del clima, valendosi del Tigri per i rifornimenti, s'impadronì il 3 giugno di el-Amārah catturando 2000 prigionieri: poi sconfisse deboli forze turche a Kūt el-Amārah (28 settembre). Townshend continuò nell'avanzata giungendo a 50 km. da Baghdād, cioè sino a Ctesifonte, dove però il 22 novembre, attaccato da due corpi d'armata, fu sconfitto con gravi perdite (oltre 4 mila uomini su 20 mila) e costretto a ritirarsi, tanto più che scorrerie di Arabi e di Curdi minacciavano le sue comunicazioni. I Turchi lo inseguirono: Townshend si rinchiuse a Kūt el-Amārah dove in principio di dicembre fu circondato dai Turchi. Il 6 dicembre il comando delle forze turche fu assunto dal vecchio maresciallo tedesco von der Goltz. Una spedizione russa (generale Baratow) attraversò il Caspio per aiutare gl'Inglesi, ma penetrò solo sino alla zona di Tehran. Nuove forze comandate dal generale Aymler furono inviate dall'India, da Gallipoli e dalla fronte occidentale per sbloccare Townshend, ma, ostacolate da truppe arabe e curde e disponendo di scarsi mezzi di trasporto, solo ai primi di marzo giunsero di fronte alle posizioni turche 23 miglia a S. di Kūt el-Amārah. Aymler invano tentò di aggirarle: il generale Gorringe, successo all'Aymler, fu sconfitto e costretto a ripiegare. Fallita ogni speranza di soccorso, Townshend, ridotto senza viveri, dopo aver distrutto armi e munizioni si arrendeva il 29 aprile 1916 con circa 13 mila uomini, dei quali un terzo inglesi. Il maresciallo von der Goltz era morto pochi giorni prima di questo rilevante successo. I Turchi però, anziché agire contro le forze del Gorringe, si volsero ad allargare le loro conquiste in Persia occupando Hamadān. Ciò permise agl'inglesi di rinforzare il corpo di spedizione con nuove forze dall'India, affidando il comando al generale sir Stanley Maude (agosto 1916).

Dopo accurati preparativi, Maude nell'ottobre iniziò le operazioni, disponendo di 95 mila uomini oltre ai servizî di tappa e a numerosi reparti di lavoratori. I Turchi avevano solo 17 mila uomini comandati da Khalīl pascià. Questi si era trincerato a Felahiyyah, una dozzina di chilometri a valle di Kūt el-Amārah. Le operazioni ebbero il carattere metodico della guerra di trincea: a metà dicembre i Turchi erano costretti a ridursi in posizioni più ravvicinate a Kūt el-Amārah, abbandonando la destra del Tigri. Maude allora, mentre attaccava i Turchi sulla sinistra a es-Sinn, poté spingere un distaccamento sulla destra, che riuscì a occupare il ponte di Schumrān, ciò che costrinse i Turchi a sgombrare il 24 febbraio Kūt el-Amārah. Maude li inseguì verso Baghdād riuscendo a occuparla l'11 marzo. La lotta nell'Irāq era così definitivamente chiusa con un grande successo materiale e morale degl'Inglesi.

Vedi anche
Baghdad Capitale dell’Iraq (6.554.000 ab. nel 2004), sul corso medio del fiume Tigri, nel punto dove è più vicino all’Eufrate. Sorta sulla destra del fiume, la città si è poi sviluppata specialmente sulla riva sinistra, dopo la costruzione della diga di Samarra (1955), che ha definitivamente allontanato il pericolo ... Iraq Stato del Vicino Oriente; confina a E con l’Iran, a N con la Turchia, a O con la Siria e la Giordania, a S con l’Arabia Saudita e il Kuwait e, per un breve tratto, si affaccia al Golfo Persico. ● Il nome, adattamento arabo del mediopersiano irak «persiano», nel Medioevo si riferiva solo al paese percorso ... Impero ottomano Stato turco musulmano durato oltre sei secoli (ca. 1300-1922), il cui nucleo originario si sviluppò nell’Anatolia nord-occidentale dalla dissoluzione del sultanato selgiuchide. storia 1. Espansione e apogeo Eponimo e fondatore dello Stato e della dinastia ottomana fu ‛Othman, che costituì in Bitinia ... Persia Nome con cui si è tradizionalmente indicato in Occidente l’attuale Iran e in taluni casi l’intera regione iranica. Con riferimento allo Stato, il nome Persia è stato usato fino al 1935, quando fu adottato ufficialmente Iran. ● La forma Perside si trova usata presso gli storici antichi per indicare ...
Vocabolario
él²
el2 él2 pron. pers. m. sing. – Forma accorciata di ello «egli», frequente nella lingua ant. e in uso in alcuni dialetti: Ed el sen gì, come venne, veloce (Dante); se avvenisse che el morisse (Boccaccio).
él¹
el1 él1 art. det. m. sing. [lat. ĭlle]. – Variante ant. e dial. dell’art. il, già presente nel tosc. ant. (dapprima come forma aretina, lucchese e pisana, poi anche fiorentina e senese), conservata oggi in alcuni dialetti, in partic. in...
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