L’anno dei libri a 9,90 euro
Nel 2012 il mercato librario ha subito un pesante rallentamento. Gli editori hanno reagito lanciando collane low cost o quelli che Gian Arturo Ferrari chiama ‘libroidi’: testi ibridi e autobiografici
Nel 2012 la crisi è arrivata anche in libreria.
L’editoria, che già fatica a fare i conti con la rivoluzione digitale, per venire incontro ai lettori ha provato a rispondere abbassando i prezzi. Seguendo l’esempio vincente di Newton Compton e Fanucci, i tre grandi gruppi editoriali, Mondadori, RCS Libri e GeMS, hanno dato vita ad appositi marchi e/o collane low cost. Quella dei libri proposti a 9,90 euro è ben presto diventata una moda, giudicata ‘pericolosa’ da molti addetti ai lavori perché mette a rischio la tenuta dell’intero sistema. L’abbassamento dei prezzi, tra l’altro, è stato riproposto anche nel mercato dei libri digitali che in Italia continua lentamente a crescere. In generale, il mercato librario ha bruscamente rallentato: all’ultimo Salone di Torino l’AIE (Associazione italiana editori) ha presentato l’indagine Nielsen BookScan, secondo cui il 2011 si è chiuso con un calo del 3,5% delle vendite a valore sull’anno precedente, e anche nel 2012 è stato protagonista il segno meno. In questo contesto difficile, la tanto discussa legge Levi che regola gli sconti in libreria, entrata in vigore il 1° settembre 2011, secondo molti addetti ai lavori non ha contribuito a migliorare la situazione. Spesso sono entrati nella top ten quelli che Gian Arturo Ferrari (già Mondadori) ha definito ‘libroidi’: testi ibridi e autobiografici di personaggi famosi. Di conseguenza, la quota di mercato della ‘varia leggera’ è cresciuta, mentre ha fatto registrare una flessione quella della saggistica. Inoltre, visto che in Italia il numero delle lettrici supera nettamente quello dei lettori, la narrativa al femminile (romanzi rosa, erotici, storici, urban fantasy…) ha rappresentato una delle tendenze dominanti, condizionando le scelte di molti editori. Quanto ai (pochi) bestseller, il 2012 è stato segnato dalla trilogia sadomaso di E.L. James, autrice partita come self-publisher: Cinquanta sfumature (Mondadori) ha venduto centinaia di migliaia di copie anche in Italia, rivelandosi un fenomeno di costume, oltre che un caso letterario. E non sono mancati tentativi di imitazione.
Altro successo importante, quello dell’autobiografico Fai bei sogni (Longanesi) di Massimo Gramellini. E non va dimenticata l’inchiesta di Gianluigi Nuzzi Sua Santità. Le carte segrete di Benedetto XVI (Chiarelettere). Restando in tema bestseller, Marcos y Marcos ha scalato a sorpresa la classifica con Se ti abbraccio non aver paura di Fulvio Ervas. Ma rappresenta un’eccezione: per tanti editori indipendenti di qualità questi sono stati mesi difficili. D’altronde, il problema è a monte: nonostante buone intenzioni (che raramente
si concretizzano) e iniziative come la campagna ‘Il maggio dei libri’, tra il 2010 e il 2011 sono ‘scomparsi’ in valore assoluto ben 723.000 lettori. Non resta che riporre le speranze nel nuovo progetto ‘In vitro’ voluto dal Centro per il libro, che punta a costruire un modello di promozione della lettura su base territoriale in seguito dispiegabile su base nazionale.
Per riuscirci sono arrivati finalmente anche importanti finanziamenti pubblici, ma per vedere i primi risultati si dovrà attendere qualche anno. Nel frattempo, in quanti resisteranno?
Top ten a confronto
Generale, 1-31 marzo 2012
■ Massimo Gramellini, Fai bei sogni
■ Carlo Verdone, La casa sopra i portici
■ Francesco Guccini, Dizionario
delle cose perdute
■ Carlos Ruiz Zafón, Il prigioniero
del cielo
■ Andrea Camilleri, La regina di
Pomerania e altre storie di Vigàta
■ Andrea Vitali, Galeotto fu il collier
■ Clara Sánchez, La voce invisibile
del vento
■ Pierre Dukan, La dieta Dukan
illustrata
■ Pierre Dukan, La dieta Dukan
■ Amy Bratley, Amore, zucchero
e cannella
Generale, 10-16 settembre 2012
■ Ken Follett, L’inverno del mondo
■ E.L. James, Cinquanta sfumature di grigio
■ E.L. James, Cinquanta sfumature di rosso
■ E.L. James, Cinquanta sfumature di nero
■ Carmine Abate, La collina del vento
■ Kristin Harmel, Finché le stelle saranno in cielo
■ Corrado Augias, I segreti d’Italia
■ Stephen Chbosky, Ragazzo da parete
■ Rossella e Paolo Simoncelli, Il nostro Sic
■ Andre Agassi, Open. La mia storia
(Fonti: Il giornale della libreria, maggio 2012; www.ibs.it in collaborazione con Arianna e Informazioni editoriali, settembre 2012)
Cinquanta sfumature di grigiore
Saga erotica? Se l’erotismo comporta desiderio, gioia, libertà, piacere, Anastasia Steele e Christian Grey, protagonisti del bestseller dell’anno, Cinquanta sfumature di grigio, conoscono a mala pena il significato del termine. Saga pornografica? Se la pornografia prevede subordinazione, qualcosa di pornografico vi rintracciamo. Benché le adolescenti leggano la saga (nata con Fifty Shades of Grey, vampireggiando Twilight), il cosiddetto genere ‘Mommy Porn’ si deve al fatto che il primo volume sia stato, subito e dapprima, divorato da donne maritate sopra i 30 anni, in teoria lontane da qualsiasi Twilight. Perché allora il caso editoriale? Alcune spiegazioni possibili, relative alle lettrici del primo volume o dell’intera trilogia: donne di una certa età rimaste adolescenti nel loro analfabetismo affettivo–sessuale; donne affamate di una femminilità legata alla sottomissione stereotipata a un uomo dominante; donne incapaci di coltivare desideri e nutrire fantasie, senza mostrarle ‘nude e crude’ agli astanti; donne abbagliate dal miraggio che in un rapporto tra dominatore e sottomessa sia la sottomessa a esercitare potere sul dominatore; donne che s’illudono di accrescere la propria autostima grazie alla costante disistima di sé; donne che ambiscono non a un Christian dominatore, bensì al dominio incondizionato e kitsch del denaro. In ogni caso, donne che sdoganano un certo sadomaso, rendendolo pop e populista, senza però aver mai tenuto tra le mani un Dominique Aury (Histoire d’O), né meno che mai un Marchese de Sade con i suoi ‘eccessi’ bisessuali? Nella recessione culturale, di cui le Cinquanta sfumature costituiscono lo specchio, i cliché hanno la meglio su ogni tipo di conoscenza letteraria e passionale. Insomma, nulla di rivoluzionario nelle Fifty Shades. Anzi, a dominare, in effetti, è il grigiore.
Nicla Vassallo