L'archeologia del Sud-Est asiatico. Vietnam
di Charles F.W. Higham
Le ricerche sulla preistoria del Vietnam si sono sviluppate nel corso di oltre 100 anni tra il XIX e il XX secolo; il principale e più precoce stimolo fu costituito dalla fondazione della École Française d'Extrême Orient di Hanoi a opera di autorità coloniali francesi e a partire dagli anni Cinquanta del XX secolo le ricerche sono continuate ininterrotte sotto la direzione di studiosi vietnamiti.
Sebbene non vi siano dubbi che gruppi di Homo erectus abbiano raggiunto il Sud-Est asiatico durante il Paleolitico medio, non sono stati a tutt'oggi individuati in Vietnam siti databili a tale periodo. Per alcuni anni si è ritenuto che il sito di Ben Do contenesse testimonianze della presenza di Homo erectus, ma più recenti teorie interpretano i manufatti qui rinvenuti come sbozze per la fabbricazione di asce risalenti a fasi successive. I cacciatori del tardo Pleistocene e delle fasi iniziali dell'Olocene sono invece ben documentati e possono essere suddivisi in due gruppi: il primo occupava i territori interni, concentrandosi soprattutto in ripari rocciosi che avevano accesso a corsi d'acqua permanenti, mentre il secondo gruppo era stanziato nelle regioni costiere, particolarmente nelle aree in cui gli estuari fornivano abbondanti risorse alimentari. I gruppi di cacciatori-raccoglitori delle regioni interne sono ascrivibili a cinque culture (o tradizioni litiche): Nguom (40.000-30.000 anni fa), Dieu (30.000-7000 anni fa), Son Vi (ca. 23.000-13.000 anni fa), Hoa Binh (da ca. 18.000 anni fa) e Bac Son (da ca. 10.000 anni fa). Antiche occupazioni sono state identificate anche nel riparo roccioso di Mieng Ho e nella grotta di Nguom (Prov. di Bac Thai): qui gli scavi (1980-82) hanno consentito il rinvenimento di due depositi caratterizzati da piccoli raschiatoi, punte di pietra e alcuni strumenti su ciottolo (pebble core tools). Le relazioni stratigrafiche e cronologiche tra le ultime tre culture sono invece documentate nel riparo roccioso di Con Moong, dove materiale Son Vi giaceva sotto i livelli attribuibili al periodo hoabinhiano e bacsoniano. Il successivo complesso hoabinhiano comprende un'industria litica più complessa di quella di Son Vi. M. Colani, che intraprese le prime ricerche negli anni Venti, rilevò che i gruppi possedevano un'economia di caccia-raccolta, fabbricavano utensili scheggiati da ciottoli fluviali e cacciavano specie animali a tutt'oggi presenti nell'area. La studiosa concluse che i complessi litici erano relativamente recenti, certamente successivi alla fine del periodo pleistocenico. Sung Sam è un tipico riparo roccioso hoabinhiano. Gli strati di occupazione raggiungono qui una profondità di 1,4 m e gli scavi (1974) hanno consentito il rinvenimento di utensili di pietra, ossa animali e resti di molluschi raccolti nei vicini letti fluviali. Lo strumentario litico si concentra essenzialmente su un utensile noto come "sumatralite", realizzato rimuovendo schegge da un solo lato di un ciottolo di fiume. La modificazione di ciottoli fluviali mediante la rimozione di schegge costituisce la base della tradizione litica hoabinhiana. Le sepolture sono invece piuttosto rare; un'importante eccezione è Lang Cao, dove Colani rinvenne (1927) circa 200 crani all'interno di un'area di soli 25 m2. Essi erano stati posti su alcune pietre, con poche ossa degli arti associate ma senza beni di corredo. Tale rito differisce da quello documentato nelle grotte di Hang Dang e Moc Long, dove i defunti venivano sepolti in posizione rannicchiata, ricoperti di ocra rossa e associati a strumenti di pietra.
In Vietnam sono state definite numerose culture le cui specificità si basano sulla distribuzione regionale dei siti e sulla tipologia della ceramica e dei manufatti di pietra. In tutti si rileva un'economia marittima e la maggior parte contiene sepolture interrate in posizione flessa seduta, in associazione con beni di corredo. Un tratto comune è la presenza di ceramica e accette di pietra levigata. La cultura Cai Beo è rappresentata solo nel sito eponimo (isola di Cat Ba, golfo di Bac Bo), la cui importanza risiede nel fatto che esso documenta lo sviluppo di una tecnologia litica comprendente asce di pietra levigata ispirata a quella hoabinhiana. Siti analoghi sono noti anche nella Provincia di Thanh Hoa, come il chiocciolaio di Da But (14C 5000-4500 a.C.); l'insediamento, i cui depositi raggiungono uno spessore di 5 m, copre un'area di 1500 m2 e a giudicare dai resti faunistici era localizzato in prossimità di un estuario e di paludi salate. Sono state rinvenute anche 12 sepolture in cui i defunti erano stati inumati in posizione flessa. I beni di corredo comprendono vasi di ceramica con base arrotondata, ornamenti personali di conchiglia, accette di pietra e ocra rossa. Recenti scavi hanno inoltre portato all'identificazione di evidenze di attività domestiche, costituite da focolari, ceramiche e resti animali. I manufatti della cultura Bau Tro sono tra i meglio documentati. Il sito eponimo, localizzato tra dune di sabbia, presenta tre chiocciolai lenticolari sovrapposti che comprendono una sequenza profonda 3 m. I resti alimentari sono costituiti da conchiglie bivalvi (soprattutto Placuna e Cardidi), pesci e tartarughe, mentre l'industria litica si basa sulla produzione di asce di pietra levigata. Un importante mutamento sociale ed economico ebbe luogo intorno alla fine del III millennio a.C. con l'occupazione, a nord di Hanoi, dell'area dove il Song Hong sfocia nella sua pianura deltica, a opera dei primi gruppi di agricoltori noti come "cultura Phung Nguyen". Gli scavi a Phung Nguyen hanno consentito il rinvenimento di un vasto corpus di manufatti di ceramica, osso e pietra. Fusaiole attestano l'esistenza di un'industria tessile, mentre le accette di pietra presentano un'ampia varietà di forme insieme alle numerose coti con scanalature dovute all'affilatura di accette e a bulini litici. Sono stati inoltre rinvenuti numerosi bracciali di nefrite e grani di pietra, la maggior parte di forma tubolare. La tradizione fittile è comunque la più rilevante: i vasi sono decorati con complicati disegni incisi e impressi. Ceramica Phung Nguyen è stata rinvenuta a Trang Kenh, nei pressi di Haiphong, dove gli scavi hanno messo in luce un'officina per la manifattura di bracciali e grani di nefrite e sono stati rinvenuti scalpelli, punte di trapano, seghe e mole di pietra. L'importanza attribuita agli ornamenti personali e alle armi litiche è documentata anche a Lung Hoa, un sito Phung Nguyen tardo caratterizzato dalla presenza di sepolture scavate fino a 5 m di profondità e dotate di strette piattaforme laterali. Due tombe contenevano offerte funerarie costituite da bracciali, grani per collana e ornamenti auricolari di pietra, oltre che da vasi fittili. Di particolare interesse sono una alabarda (ge) e una lama di giada (yazhang) confrontabili con lame simili rinvenute nella Cina meridionale e, a nord, presso i siti di Sanxingdui ed Erlitou.
Successivamente la sequenza si articola in tre principali culture o fasi: Dong Dau, Go Mun e Dong Son. La cultura Dong Dau è localizzata a est della maggior parte dei siti Phung Nguyen; il mound del sito eponimo copre circa 3 ha e la ceramica rivela stringenti affinità con quella di tipo Phung Nguyen, almeno per stile e modalità decorative, ma sono presenti evidenze di un'industria locale del bronzo, che comprendono una matrice bivalve per la fusione di un'ascia di rame/bronzo a immanicatura cava. Le matrici bivalvi rinvenute in contesto Dong Dau nel sito di Thanh Den erano invece destinate alla realizzazione di asce e ami da pesca. Il sito ha una stratigrafia culturale della profondità di solo 1 m e le tre datazioni al 14C (ca. 1500-1100 a.C.) sono compatibili con quelle ottenute per l'età del Bronzo nella Thailandia. Il bronzo era utilizzato anche per la fabbricazione di punte di lancia a immanicatura cava, punte di freccia e trapani; sono stati rinvenuti anche bracciali e anelli di nefrite che richiamano prototipi Phung Nguyen, alcuni dei quali sembrano essere stati lavorati nel sito. Verso la fine del II millennio a.C. la fase Dong Dau si evolse nella fase Go Mun. Se comparata con quella Dong Dau, l'industria del bronzo di Go Mun mostra una significativa evoluzione: sono presenti matrici bivalvi per la fusione di accette e punte di freccia, oltre a punte di lancia, punte di freccia e bracciali di bronzo. Gli ami da pesca sono i manufatti più numerosi, seguiti da strette punte di proiettile; sono stati rinvenuti anche un falcetto e la figurina di un uomo seduto, con ogni probabilità fusa mediante la tecnica della cera persa. Una sequenza analoga dal Neolitico all'età del Bronzo è stata identificata anche nel Vietnam meridionale, particolarmente nel delta del Dong Nai. Quest'area è un dedalo di canali che corrono attraverso densi mangroveti, sebbene l'accesso al mare ‒ e dunque a importanti reti di scambio ‒ fosse sempre possibile. L'ambiente acquitrinoso ha permesso la conservazione di resti di legno in una serie di siti, i principali dei quali sono Cai Van, Cai Lang e Rach La. Pali di legno lunghi fino a 2,2 m, che ancora sostenevano tavole, attestano la presenza di villaggi situati sulle rive fluviali con case erette su palafitte. La cultura materiale comprende asce di pietra polita, ceramica e incudini per la manifattura di vasi fittili; è inoltre attestata la manifattura di bracciali di conchiglia. Sono state rinvenute evidenze della fusione in loco del bronzo: una matrice di argilla conteneva ancora al suo interno un'accetta e sono state inoltre recuperate matrici di arenaria e argilla per la fusione di punte dentellate, lance e ami da pesca. A partire dalla fase 4 il bronzo divenne abbondante e di fusione locale. A Doc Chua, sulle rive del Be, sono stati rinvenuti 50 frammenti di matrici di argilla o arenaria e tra lo strumentario fuso in loco vi erano punte di freccia, accette, piccole campane, punte di lancia a immanicatura cava, arpioni e trapani.
Ulteriori importanti mutamenti si verificarono durante la seconda metà del I millennio a.C. Nelle regioni settentrionali questo fu il periodo dei chiefdoms Dong Son, situati sulla riva meridionale del Song Ma (Prov. di Thanh Hoa). Nel Vietnam centrale e meridionale vennero invece sviluppandosi comunità di analoga complessità, note come "cultura Sa-Huynh". Il termine Dong Son è stato coniato negli anni Trenta del Novecento da R. Heine-Geldern in seguito ai primi scavi effettuati a Dong Son (Prov. di Thanh Hoa), con particolare riferimento ai manufatti di bronzo rinvenuti nella pianura del Tonchino e nell'Annam settentrionale e risalenti, secondo lo studioso, agli ultimi secoli a.C. I siti Dong Son sono caratterizzati da estese necropoli con inumazioni in sarcofagi monossili, prevalentemente a forma di barca. È stato rinvenuto un solo sito abitativo, Co Loa, a nord-est di Hanoi, fortificato da tre terrapieni e due fossati concentrici. Nell'ambito della cultura Dong Son gli oggetti di importazione cinese sono attestati solo in contesti relativamente tardi; negli ultimi decenni un maggior numero di dati è stato acquisito grazie alle analisi al 14C, soprattutto nel campo dei sarcofagi monossili (ad es., nelle necropoli di Lang Ca, Viet Khe, Lang Vac, Chau Can, Chau Son, Phu Luong). I dati calibrati al 14C relativi a diverse necropoli Dong Son coprono il periodo 800/700 a.C. - 100/200 d.C. Alcune iscrizioni cinesi rinvenute su tamburi di bronzo del tipo Heger I consentono inoltre di estendere l'arco cronologico al II-III sec. d.C. Uno dei rari rinvenimenti utili allo studio dell'architettura abitativa e degli insediamenti Dong Son è costituito da una casa su pali corrispondente a un tipo di abitazione che troviamo raffigurata, in diverse forme e dimensioni, anche su alcuni tamburi di bronzo.
Dell'esistenza di più grandi insediamenti organizzati testimoniano da un lato le necropoli relativamente estese, con oltre 200-300 sepolture (ad es., Lang Vac e Lang Ca), situate in parte nell'immediato circondario dell'insediamento, dall'altro il già citato insediamento fortificato di Co Loa (oltre 600 ha). Le necropoli più ricche sono state individuate a Viet Khe e Chau Can, entrambe caratterizzate da sepolture in bare lignee a forma di barca. La più importante, rinvenuta a Viet Khe (14C, III sec. a.C.), era stata ricavata da un tronco d'albero cavo lungo circa 4,5 m e contenente oltre 100 manufatti; la bara conteneva anche campane di bronzo, tamburi relativamente piccoli e una scatola di legno dipinta. La spada di bronzo, il coltello, le lance e le punte di freccia sono confrontabili con manufatti rinvenuti nel Lingnan (Cina meridionale). La vita dei chiefdoms Dong Son è parzialmente ricostruibile attraverso le decorazioni dei numerosi tamburi e delle situle di bronzo. È possibile, ad esempio, valutare l'importanza accordata alle raffinate imbarcazioni con cabine e piattaforme di combattimento: condotte da rematori, esse trasportavano guerrieri decorati da piume e armati delle stesse lance, alabarde e frecce rinvenute nelle sepolture più ricche. Sono raffigurati anche gli stessi tamburi Dong Son, assemblati in gruppi di due o quattro, su una piattaforma, mentre le abitazioni appaiono erette su pali e dotate di timpani decorati con sculture di teste di uccello identiche a quelle che ornavano le prue delle imbarcazioni. Nel 43 d.C. i nobili-guerrieri Dong Son, che erano sopravvissuti per molti secoli all'espansione cinese, a invasioni e a periodi di subalternità, furono costretti alla resa e i loro territori furono incorporati come province dell'impero Han.
Le evidenze archeologiche dei successivi 800 anni attestano la profondità degli influssi cinesi, palese nelle necropoli, nei manufatti e nell'espansione delle pratiche agricole lungo le frontiere cinesi. I nuovi riti funerari prevedevano la costruzione di una tomba a camera di mattoni posta sotto un tumulo di terra. Le tombe erano raggruppate a formare necropoli. La prima tomba a camera di questo tipo fu identificata nel 1896 a Ke-noi, nei dintorni di Hanoi. Essa comprendeva cinque ambienti, ma era stata saccheggiata in tempi antichi e ben poco restava al suo interno; in ogni caso i manufatti rinvenuti erano di grande interesse: una punta di lancia di bronzo e parte di un modellino di abitazione in ceramica. Altre tombe sono state segnalate nelle vicinanze di Quang Yen, a nord-est di Haiphong, e a Phau Thau, dove però la struttura della tomba era più semplice rispetto a quella di Ke-noi e comprendeva solo due ambienti. I beni di corredo includevano monete cinesi, una ciotola di bronzo di stile Han e numerosi vasi fittili.
Nel Vietnam meridionale e centrale, fuori del raggio di estensione dell'impero Han, le società dell'età del Ferro si svilupparono senza minacce di colonizzazione. In queste aree si colloca l'opulenta cultura di Sa-Huynh, caratterizzata da necropoli di campi di urne in cui i defunti erano interrati con ricchi corredi. I capi Sa-Huynh erano antenati dei potenti Stati Cham. Il gruppo etnolinguistico Cham, inizialmente strutturato in piccole comunità che vivevano di commercio marittimo, iniziò a organizzarsi verso la fine dell'VIII secolo in Stati, che accrebbero progressivamente il loro potere e il controllo territoriale assorbendo i villaggi vicini, e dal XII secolo emersero alcuni centri di potere regionale, anche se la regione di Champa non fu mai unificata in un unico Stato e l'estensione politica delle formazioni statali citate nelle iscrizioni mutò considerevolmente nel corso del tempo. I principali insediamenti si concentrarono nelle pianure fluviali. Nel VII secolo il re Vikrantavarman intraprese un ambizioso programma edilizio a My Son, dove tra il VII e la fine dell'XI secolo la pianta della città documenta una eccezionale concentrazione di sforzi e una continuità di costruzione. Il centro di Po Nagar è localizzato nella più meridionale entità politica (Kauthara). Anche qui i sei santuari coprono un lungo arco temporale, i cui inizi sono precedenti al VII secolo. La torre nord-occidentale è datata all'813 e altri santuari vennero costruiti fino al 1256 d.C. Un terzo importante centro religioso è localizzato a Dong Duong, ma anche qui ‒ come a Po Nagar ‒ i santuari appartengono tutti alle fasi più tarde della storia Cham. Infatti la più antica iscrizione di Dong Duong è datata all'875 d.C. Meno certa è la datazione dei principali centri difensivi Cham, sebbene documenti cinesi riportino che sistemi difensivi erano in uso ad esempio a Qusu a partire dal V secolo. Tra Kieu, noto ai Cham come Simhapura, venne scavato per la prima volta nel 1927-28 e successivamente vi sono state intraprese altre ricerche negli anni Novanta; qui sono state individuate evidenze di un'occupazione risalente al V-VI secolo, ma la maggior parte dei reperti, comprendenti monete cinesi, appartiene all'XI secolo. Da questo periodo, comunque, i gruppi di lingua vietnamita di Bac Bo a nord, affrancatisi dai gravami della colonizzazione cinese, iniziarono un'avanzata verso le regioni meridionali, che progressivamente portò all'estinzione della cultura Cham e marginalizzò le sue genti. Da questo momento si venne delineando la configurazione dell'odierno Vietnam.
Ha Van Tan (ed.), The Dong Son Culture in Vietnam (in vietnamita), Hanoi 1994; I.C. Glover - M. Yamagata, Excavations at Tra Kieu, Vietnam, 1993, in P.-Y. Manguin (ed.), Southeast Asian Archaeology 1994, I, Hull 1998, pp. 75-94; I.C. Glover - M. Yamagata - W. Southworth, Excavations at Buu Chau Hill, Tra Kieu, Quangnam-Danang Province, Vietnam, 1993, in BIndoPacPrehistAss, 14 (1998), 166-76; A. Reinecke, Einführung in die Archäologie Vietnams, Köln 1998; Ch.F.W. Higham, Early Cultures of Mainland Southeast Asia, Bangkok 2002; Nguyen Viet - Nguyen Thi Oanh, Archaeology and Death in Vietnam. From Hoabinhian to Dongsonian, in A. Källén - A. Karlström (edd.), Fishbones and Glittering Emblems. Southeast Asian Archaeology 2002, Stockholm 2003, pp. 81-88.
di Ian Glover
Cultura olocenica che prende il nome dal distretto montuoso (Prov. di Lang Son) a nord di Hanoi. I primi rinvenimenti relativi a questa cultura vennero effettuati tra il 1909 e il 1927 dal geologo francese H. Mansuy. I lavori successivi condotti da M. Colani e, dopo l'indipendenza, dagli archeologi vietnamiti hanno messo in luce, in oltre 40 grotte calcaree, un caratteristico orizzonte culturale databile al 9000-5000 a.C. circa.
L'industria litica è caratterizzata da grandi utensili su ciottolo, la maggior parte dei quali presenta una tipica levigatura dell'estremità tagliente, a differenza degli utensili della cultura hoabinhiana, levigati solo in rari casi; sono stati rinvenuti anche scalpelli, macine, mortai, punte d'osso e pochi frammenti ceramici con impressioni di corda. Un utensile caratteristico è uno stretto ciottolo di scisto che presenta sul bordo solcature parallele, comunemente dette marques bacsoniennes. Gli archeologi vietnamiti assegnano la cultura B.S. al Neolitico antico, ma in realtà sono poche le evidenze di produzione di cibo e sedentarietà. Oltre a molti gusci di molluschi di acqua dolce, i resti di fauna appartengono solo ad animali selvatici, mentre non sono noti resti di piante coltivate; i dati documenterebbero dunque una cultura di caccia-raccolta. Le sequenze B.S. identificate nelle grotte del Vietnam settentrionale vennero sottoposte per la prima volta all'attenzione degli archeologi durante il I Congresso dei Preistorici dell'Estremo Oriente a Hanoi (1932), quando i rinvenimenti di B.S. vennero definiti Hoabinhiano II nella sequenza proposta da M. Colani, che vedeva la cultura B.S. come uno sviluppo dalla fase I della cultura Hoa Binh. Tuttavia, i risultati delle datazioni al 14C suggeriscono che i due gruppi siano stati approssimativamente coevi. Presso alcuni siti, in particolare Con Moong (Prov. di Hoa Binh), è stata stabilita una sequenza articolata in tre fasi dal 9000 al 6000 a.C., con una fase tarda della produzione Son Vi nei depositi inferiori (strati 8-9), una concentrazione hoabinhiana in quelli centrali (strati 6-7) e, su questi, la cultura B.S. (strati 1-4). Alcuni archeologi vietnamiti assumono ciò come prova che la cultura B.S. rappresenti la fase tarda di una stessa tradizione iniziata nel tardo Pleistocene superiore con la cultura Son Vi, mentre altri considerano la cultura hoabinhiana e la cultura B.S. come tradizioni distinte, sviluppatesi parallelamente sui monti calcarei rispettivamente a nord e a sud delle pianure del Song Hong; secondo questa teoria, fino a una fase molto tarda le due culture sarebbero rimaste reciprocamente isolate dalla valle paludosa che le divideva, come attesterebbero anche i dati provenienti da alcuni siti bacsoniani, quali Hang Chua (Prov. di Nghe Tinh), che è più antico della maggior parte dei livelli hoabinhiani. Sebbene resti scheletrici umani siano stati rinvenuti in diversi siti B.S. (Lang Cuom, Dong Thuoc, Pho Binh Gia, Keo Phay e nei più tardi chiocciolai di Da But), essi non sono stati sottoposti ad analisi.
Durante le prime fasi della cultura B.S. il livello del mare era più basso dell'attuale e le pianure del Song Hong potrebbero essere state occupate da gruppi mobili di cacciatori-raccoglitori, ma sotto i consistenti depositi alluvionali non sono state individuate evidenze in merito. Nel periodo immediatamente successivo al Pleistocene il livello marino aumentò di 3-5 m rispetto a quello odierno e le pianure più basse vennero sommerse; anche i tratti centrali della vallata, paludosi e di difficile attraversamento, contribuirono a isolare i monti di B.S. da quelli di Hoa Binh. La cultura B.S. sembra essere assente dai depositi in grotta dopo il 5000 a.C. circa, quando l'attuale linea di costa a nord e a sud del delta del Song Hong si stabilizzò; da questo momento si hanno tracce di insediamenti all'aperto lungo la costa. Uno di questi, Da But (Prov. di Than Hoa), è posto dagli archeologi in stretta relazione con la cultura B.S. Quattro esemplari datati di conchiglia marina (Corbicula sp.) indicano una cronologia tra 5710±60 e 6460±60 anni fa che, sebbene non corretta a causa dell'effetto dell'acqua marina, suggerisce che Da But rappresenti uno stadio molto tardo della tradizione B.S. e la transizione a un modello di vita sedentario caratteristico del Neolitico.
H. Mansuy - M. Colani, Néolitique inférieur (Bacsonian) et néolithique supérieur dans le Haut-Tonkin (dernières recherches) avec la description de crânes du gisement de Lang Cuom, in MemGeologIndochine, 12, 3 (1925); Pham Van Kinh - Luu Tran Tieu, Van Hoa Bac Son [La cultura preistorica di Bac Son], Xuat Ban 1969; Ha Van Tan, Nouvelles recherches préhistoriques et protohistoriques au Viet Nam, in BEFEO, 68 (1980), pp. 113-54; Pham Huy Thong, Con Moong Cave: a Noteworthy Archaeological Discovery in Vietnam, in AsPersp, 23, 1 (1983), pp. 17-22; Vinh Bui, The Da But Culture in the Stone Age of Vietnam, in P. Bellwood (ed.), Indo-Pacific Prehistory 1990. Proceedings of the 14th Congress of the Indo-Pacific Prehistory Association, I, Canberra 1991, pp. 127-31; Id., Lich su phat hien va nghien cuu van hoa Da But va qua trinh chime linh dong bang ven bien Thanh Hoa [Storia della scoperta e delle ricerche sulla cultura Da But. Il processo di occupazione della piana costiera della Prov. di Thanh Hoa], in Khao Co Hoc, 3 (2002), pp. 12-22; Vinh Bui - Xuan Ngoc Nguyen, Da But, Quynh Van, Cai Beo trong boi canh phat trien van hoa tu Hoa Binh sang Hau Hoa Binh o Viet Nam [Da But, Quynh Van e Cai Beo nel quadro dell'evoluzione culturale dall'Hoabinhiano al post-Hoabinhiano in Vietnam], ibid., 2 (2004), pp. 3-18.
di Fiorella Rispoli
Termine che designa uno dei quattro gruppi culturali di età neolitica fino a oggi noti sulle coste nord-orientali del Vietnam. Dei quattro gruppi (B.T., Hoa Loc, Ha Long e Cai Beo), la cultura B.T. (fine III - inizi II millennio a.C.) è quella maggiormente documentata per il numero di siti scavati.
La cultura prende nome dal sito investigato da é. Patte nel 1923; nel decennio successivo le ricerche condotte da H. Le Breton e M. Colani nella Provincia di Nghe Thin portarono alla scoperta di numerosi chiocciolai neolitici in cui era documentato un complesso culturale del tutto simile a quello rinvenuto a B.T. Dagli anni Sessanta le attività degli archeologi vietnamiti hanno fornito moltissimi nuovi dati. Principale caratteristica della cultura B.T. è un particolare tipo di ascia a spalla di pietra polita con lungo codolo, sezione orizzontale ellissoidale e spalle oblique verso il filo dell'ascia. La politura non è particolarmente accurata e nella maggior parte dei casi non nasconde completamente le tracce della prima sbozzatura. I repertori ceramici provenienti da recenti scavi a Phoi Phoi e Phai Nam (Prov. di Nghe Thin) hanno permesso di dividere la cultura B.T. in tre orizzonti principali. Il più antico è caratterizzato da vasellame modellato a colombino, generalmente con fondo appuntito o arrotondato, decorato esclusivamente a pettine; l'industria litica è di pietra scheggiata. Nell'orizzonte medio si riscontrano un marcato incremento dei vasi con fondo arrotondato e la comparsa di un nuovo tipo, il vaso su piede troncoconico, mentre le pareti dei contenitori sono di norma decorate da impressioni di corda; lo strumentario litico, dove si attesta la levigatura, comprende asce, accette e zappe. Il periodo più tardo è caratterizzato da un notevole aumento di vasi su piede troncoconico e dalla comparsa di decorazioni incise e impresse; in questo orizzonte ebbe inizio e si affermò la manifattura delle asce a spalla. Numerosi chiocciolai hanno fornito importanti dati sulle attività di sussistenza, centrate principalmente sulla raccolta di due tipi di molluschi d'acqua salmastra e sulla caccia. Il dato forse più importante proviene dagli scavi di Phoi Phoi e Phai Nam, dove la presenza nello strumentario litico delle zappe polite (rinvenute in contesti sia abitativi sia funerari) suggerisce pratiche verosimilmente connesse con attività agricole. Tali strumenti testimonierebbero dunque l'inizio dell'agricoltura nella fascia costiera del Vietnam nord-orientale.
É. Patte, Le kjokkenmodding néolitique de Bàu Tró près de Dong Hoi (Annam), in BEFEO, 24 (1924), pp. 521-61; Pham Thi Ninh, Van hoa Bau Tro. Nhan thuc ve van de [La cultura Bau Tro: percezioni e problemi], in Khao Co Hoc, 2 (1991), pp. 35-47; Id., Gom van hoa Bau Tro - dac trung va vi tri cua no trong pho he gom ruen trung [La ceramica della cultura Bau Tro nel contesto della sequenza culturale del Vietnam centrale ], ibid., 3 (1991), pp. 17-24; Id., Van Hoa Bau Tro [La cultura Bau Tro], Hanoi 2000.
di Charles F.W. Higham
Cultura (Neolitico finale - inizi dell'età del Bronzo, ca. 2000-1500 a.C.) recentemente identificata attraverso lo scavo di un gruppo di siti nell'altopiano di Plei-ku (Prov. di Gia Lai). I 26 siti identificati come appartenenti a questa cultura attestano un'occupazione nelle regioni montuose interne.
Dalla seconda metà del II millennio a.C. la coltivazione del riso e la produzione di eccedenze alimentari andarono affermandosi; gli scavi dei siti B.H. hanno consentito di rilevare che l'agricoltura del riso era la principale attività economica, sebbene affiancata dalla caccia e dalla pesca. Attraverso gli scavi dei siti B.H. è stata individuata una sofisticata industria litica, caratterizzata da asce a spalla finemente levigate, grandi asce con lame larghe circa 5 cm e lunghe il doppio e asce con accenno di spalla. Le superfici usurate rivelano tracce di un loro utilizzo per attività pesanti, probabilmente il disboscamento e la costruzione di abitazioni di legno. L'industria fittile appare anch'essa evoluta; le forme più caratteristiche sono ciotole con base circolare e vasi su piedistallo. La decorazione incisa di questi manufatti è variata e comprende motivi geometrici, triangoli tratteggiati, chevrons e linee parallele incise riempite con impressioni cardiali o punzonate. Tale stile decorativo potrebbe verosimilmente essere derivato dall'ampiamente diffusa tradizione neolitica del Sud-Est asiatico, attestata in Thailandia, Cambogia e nello stesso Vietnam e caratterizzata da motivi incisi e impressi. I siti della cultura B.H. hanno dunque fornito nuovi elementi per la comprensione della diffusione delle comunità dell'età del Bronzo nel Sud-Est asiatico.
Nguyen Khac Su, Van hoa Bien Ho o Tay Nguyen [La cultura Bien Ho, Prov. di Tay Nguyen], in Khao Co Hoc, 3 (1995), pp. 7-16.
di Andreas Reinecke
Cultura della costa meridionale dell'isola di Cat Ba (Prov. di Haiphong), rappresentata dal solo sito eponimo (4500-2500 a.C. ca.). L'insediamento neolitico fu scoperto nel 1938 da M. Colani; le successive indagini (1973, 1981 e 1986), condotte da archeologi vietnamiti, hanno interessato una superficie di 300 m2, in cui è stata riportata alla luce una sequenza culturale spessa 2-3 m.
I sedimenti formatisi a causa dell'innalzamento del livello marino nell'Olocene medio consentono di suddividere la sequenza in un periodo più antico, o cultura pre-Ha Long (strati I e II), e in uno più recente o cultura Ha Long (strato III). Gli strati inferiori I e II hanno restituito alcuni frammenti di ceramica a pareti spesse, mal cotta e per lo più non decorata, alcuni con impressione di corda o cesto. Oltre agli strumenti litici rozzamente lavorati di tipo hoabinhiano caratteristici dello strato I (asce, punte e schegge riutilizzate come strumenti per levigare e per grattare), nello strato II è stata rinvenuta una più limitata quantità di accette di pietra levigata con taglio ovale ad angolo retto. Nei due strati inferiori, attribuiti alle fasi più antiche, sono stati inoltre individuati i resti di una sepoltura ‒ con il defunto in posizione rannicchiata ‒ e due focolari circondati da una grande quantità di ossa animali, resti di pesci e molluschi e da ceramica. Le analisi al 14C su un osso animale dello strato II hanno fornito una datazione calibrata al 4670-4355 a.C. (±328), che conferma le ipotesi formulate sulla base dei dati stratigrafici. Il diversificato inventario di reperti del periodo più recente (strato III) include asce a spalla levigate, asce rettangolari, bracciali di pietra e due principali classi ceramiche, una fine, l'altra porosa, decorata con impressioni di corda e a pettine. I materiali sono da porre in relazione con la cultura Ha Long, a cavallo tra il Neolitico tardo e la prima età del Bronzo (III-II millennio a.C.), che alcuni ritengono derivare da un contesto C.B. L'importanza del sito risiede nel fatto che esso documenta il passaggio da un complesso litico con forti affinità hoabinhiane a una tecnologia di tipo neolitico e rappresenta una cultura specifica tra quelle costiere (Bau Tro, Hoa Loc, Ha Long) del Vietnam settentrionale nel VI millennio a.C.
Luu Tran Tieu - Trinh Can, Trolai di chi Cai Beo - ket qua va nhan thuc [Ritorno al sito di Cai Beo. Risultati e conoscenze], in Vien Bao tang lich su Viet Nam, 1 (1983), pp. 14-24; Nguyen Tuan Lam, Ve cac lop van hoa cua di chi Cai Beo qua tai lieu dia tang va do gom [La sequenza culturale nel sito di Cai Beo sulla base della stratigrafia e della ceramica], in Khao Co Hoc, 2 (1989), pp. 11-21; Vinh Bui - Xuan Ngoc Nguyen, Da But, Quynh Van, Cai Beo trong boi canh phat trien van hoa tu Hoa Binh sang Hau Hoa Binh o Viet Nam [Da But, Quynh Van e Cai Beo nel quadro dell'evoluzione culturale dall'Hoabinhiano al post-Hoabinhiano in Vietnam], ibid., 2 (2004), pp. 3-18.
di William A. Southworth
Gruppo etnolinguistico del Vietnam centro-meridionale, stanziato soprattutto nelle province di Ninh Thuan, Binh Thuan, Chau Doc e An Giang.
La lingua Ch. appartiene al gruppo austronesiano (o maleo-polinesiano), che comprende anche il malese, l'indonesiano e i diversi dialetti delle Filippine e delle isole del Pacifico. I più antichi insediamenti Ch. si formarono nel corso dei primi secoli d.C. lungo la costa centrale del Vietnam, dall'attuale Provincia di Nghe An a nord fino a Dong Nai a sud. Tale regione risulta anticamente definita nelle cronache cinesi come Linyi (vietnamita Lam Ap), il nome di un regno probabilmente fondato tra il 190 e il 193 d.C. Intorno al 757 d.C. il nome cambiò in Huan Wang (Hoan Vuong) e dall'877 d.C. circa in Zhan Cheng (Chiem Thanh), esatta trascrizione della parola sanscrita Campāpura o "città di Champa", che appare nelle iscrizioni della Provincia di Quang Nam-Da Nang a partire dal VII sec. d.C. Originariamente composto da comunità rivierasche che vivevano di commercio marittimo, il gruppo si organizzò dalla fine dell'VIII secolo in forti Stati che si espansero assorbendo insediamenti vicini. Dal XII secolo emersero alcuni centri regionali, che in caso di minaccia si univano sotto la guida di un unico re. La potenza di queste alleanze è dimostrata dal sacco di Angkor (1177 d.C.) e dall'occupazione di Hanoi (1371 d.C.). La frammentarietà del potere politico Ch. portò comunque all'inesorabile assorbimento dei singoli Stati da parte della dinastia vietnamita Le, dotata di una burocrazia militare fortemente centralizzata; per qualche tempo perdurarono sotto la sovranità vietnamita gli Stati Ch. più meridionali, l'ultimo dei quali ebbe termine solo all'inizio del XIX secolo. La più antica iscrizione (III sec. d.C.) della costa del Vietnam centrale a oggi nota è stata individuata alla fine del XIX secolo vicino al villaggio di Vo Canh, circa 4 km a ovest dell'odierna città Nha Trang. Il sanscrito fu la lingua più usata nelle iscrizioni Ch. fino all'inizio del IX secolo, quando esse cominciarono a unire passi in sanscrito ad altri in dialetto Ch. i cui più tardi manoscritti su foglie di palma si datano fino al XX secolo. Le iscrizioni riguardano soprattutto la dedica di edifici sacri o l'offerta, in tali edifici, di doni; i nomi dei devoti, l'elenco dei beni e le date delle donazioni forniscono importanti dati sul contesto sociopolitico in cui avvenivano queste offerte.
I primi scavi di H. Parmentier e C. Carpeaux a Dong Duong (1902) e a My Son (1903) (Prov. di Quang Nam-Da Nang) hanno rivelato numerosi monumenti e tali scoperte spiegano il particolare rilievo dato all'architettura dalle ricerche archeologiche francesi. Gli ulteriori scavi condotti da H. de Pirey nelle province di Quang Tri e Quang Binh e da J.-Y. Claeys nei siti di Tra Kieu (1927-28), Thap Mam (1934) e Chanh Lo (1938) hanno seguito e sviluppato questa impostazione. Dal 1975 le ricerche sulla cultura Sa-Huynh hanno fatto ipotizzare che tale cultura avesse costituito il precedente diretto della cultura Ch. nel Vietnam centrale. Le ricerche di N. Chieu nei siti di Thanh Chiem (1989), Hau Xa (1989) e Tra Kieu (1990) nella Provincia di Quang Nam-Da Nang hanno invece dimostrato l'esistenza di una possibile fase intermedia tra le due culture; esse sono state di grande importanza poiché basate su aree abitative, in particolare sulle importanti cittadelle di Tra Kieu, Chau Sa (Prov. di Quang Ngai), Chaban (Prov. di Binh Dinh) e Thanh Hoa (Prov. di Phu Yen). Un programma di ricerca iniziato nel 1993 da I. Glover dell'Istituto di Archeologia di Londra in collaborazione con l'Istituto di Archeologia di Hanoi sta tentando di ricostruire lo sviluppo di Tra Kieu come centro politico e religioso e di codificare una iniziale sequenza ceramica.
Bibliografia
H. Parmentier, Inventaire descriptif des monuments Cams de l'Annam, Paris 1909-18; G. Maspero, Le royaume de Champa, Paris 1928; Ha Van Tan (ed.), Khao Co Hoc Viet Nam [Archeologia del Vietnam], III, Hanoi 2002, pp. 311-68; Ch.F.W. Higham, Early Cultures of Mainland South-east Asia, Bangkok 2002, pp. 268-77.
di Charles F.W. Higham
Cultura appartenente al cosiddetto Neolitico Costiero Vietnamita sviluppatasi nella bassa valle del Song Ma, che prende nome dal sito di D.B., coevo a una serie di altri insediamenti (Cai Beo, Quynh Van e Bau Tro). Numerosi siti simili sono noti lungo la costa delle province di Guangdong e Fujian (Cina meridionale) e nell'entroterra dell'attuale costa del Golfo di Thailandia.
Tra il 5000 e il 4000 a.C. il livello del mare era più alto dell'attuale e formò una serie di linee di costa ancora visibili. Per il periodo precedente all'innalzamento della costa, la conoscenza degli insediamenti preistorici è limitata ai ripari rupestri dell'interno, occupati da cacciatori-raccoglitori di cultura hoabinhiana a sud e di cultura bacsoniana a nord del Song Hong. Dopo la stabilizzazione del livello marino si rileva la presenza di numerosi insediamenti preistorici che attestano un adattamento all'ambiente costiero. Gli archeologi vietnamiti tendono a interpretare tali insediamenti come il risultato di un movimento verso la costa dai ripari rupestri hoabinhiani dell'interno, ma va considerato che con ogni probabilità i siti costieri documentano lo spostamento degli insediamenti di gruppi già da tempo adattati a questo habitat a seguito dell'innalzamento del livello marino.
Il sito di D.B. (Prov. di Than Hoa), da cui la cultura prende nome, presenta una stratigrafia culturale profonda 5 m. I primi scavi, effettuati da É. Patte (1926-27), portarono alla luce 12 tombe a inumazione con il defunto deposto in posizione seduta, insieme con vasi fittili, orecchini forati di conchiglia, ocra rossa, accette e asce di pietra. I molluschi rinvenuti sono stati attribuiti alle specie di estuario Placuna, Arca e Corbicula. Dal 1960 gli archeologi vietnamiti hanno scavato un'area di 50 m2 e ottenuto cinque date al 14C da campioni di conchiglie: i livelli più bassi sono stati datati a 6430±50 anni fa e a 6460±60 anni fa, mentre i campioni provenienti dagli strati superiori sono rispettivamente datati a 6390, 6095 e 5710±60 anni fa. Tali cronologie suggeriscono che il sito sarebbe stato occupato almeno dal V millennio a.C., in quanto sotto gli strati da cui provengono le datazioni più antiche vi è un deposito dello spessore di 3,8 m. I materiali culturali comprendono un ricco repertorio di ceramiche, temperate con laterite frantumata, dalle pareti spesse e dalle superfici esterne con impressioni di stuoia. Il vasellame trova confronti con i frammenti rinvenuti nei ripari di Con Moong, Xom Trai e Hang Dang, situati nel massiccio carsico alle spalle della pianura costiera, mentre i manufatti litici, in particolare le asce corte e le asce a bordo polito, presentano affinità con quelli di siti dell'entroterra.
Tra i resti faunistici sono stati identificati ossa di cane domestico e sei denti di bovino forse appartenenti a specie domestiche; non vi sono evidenze della coltivazione del riso. Infatti, pure in presenza di ceramica e utensili di pietra polita, l'economia di tali gruppi costieri si basava sulla pesca e sulla raccolta. L'innalzamento della linea di costa fu generalmente seguito dallo spostamento in nuovi habitat costieri, come documentano due siti D.B.: il primo, Con Co Ngua, presenta due livelli culturali; quello inferiore trova confronti con la cultura materiale del sito di D.B., in particolare per la ceramica, gli utensili litici e le tipologie di sepoltura. Circa 5500 anni fa apparvero asce di pietra completamente levigate, tessuti e pesi da pesca. Tra i resti faunistici sono stati identificati denti di suini domestici e bufali d'acqua; l'assenza di molluschi marini e la presenza di zappe litiche indicherebbero mutamenti delle strategie di sussistenza. Go Trung documenta una fase più tarda della cultura D.B., databile a 4700±50 anni fa: sebbene non siano state rilevate evidenze di pratiche agricole, la presenza di pesi da rete, resti di fauna marina, pestelli e mortai fornisce ulteriori dati sulla crescente complessità dei modelli di sussistenza, compatibile con un incremento del numero delle opulente comunità costiere in seno alle quali potrebbe successivamente avere avuto origine la coltivazione del riso.
Bui Vinh, The Da But Culture in the Stone Age of Viet Nam, in BIndoPacPrehistAss, 10 (1991), pp. 127-31; Id., Lich su phat hien va nghien cuu van hoa Da But va qua trinh chime linh dong bang ven bien Thanh Hoa [Storia della scoperta e delle ricerche sulla cultura Da But. Il processo di occupazione della piana costiera della Prov. di Thanh Hoa], in Khao Co Hoc, 3 (2002), pp. 12-22; Vinh Bui - Xuan Ngoc Nguyen, Da But, Quynh Van, Cai Beo trong boi canh phat trien van hoa tu Hoa Binh sang Hau Hoa Binh o Viet Nam [Da But, Quynh Van e Cai Beo nel quadro dell'evoluzione culturale dall'Hoabinhiano al post-Hoabinhiano in Vietnam], ibid., 2 (2004), pp. 3-18.
di Charles F.W. Higham
Sito in grotta ubicato nei pressi delle sorgenti di un piccolo corso d'acqua a settentrione del fiume Song Ma (Prov. di Hoa Binh). Durante il periodo di sviluppo della cultura Dieu (30.000-7000 anni fa) il livello marino era considerevolmente più basso rispetto a quello odierno in ragione delle fredde condizioni climatiche registratesi nel corso dell'Ultimo Glaciale.
L'ambiente in cui la grotta si localizza è caratterizzato da una densa foresta che copre un altopiano carsico tagliato da molti corsi d'acqua. Il modello di caccia-raccolta, documentato nei ripari rocciosi coevi, prevedeva lo sfruttamento di un'ampia gamma di risorse botaniche e faunistiche. I siti erano generalmente localizzati nei pressi di corsi d'acqua popolati di pesci e molluschi, mentre le stratificate nicchie ecologiche della foresta fornivano una grande varietà faunistica, comprendendo bovini selvatici, cervi e animali arborei. Sulla base di flottazioni effettuate nei depositi archeologici si rileva anche un'intensa attività di raccolta e di manipolazione di piante. La cultura materiale presenta molti nuclei e punte litiche su scheggia. La stratigrafia connessa con l'evoluzione della tecnologia litica ha consentito di suddividere la sequenza culturale in numerose fasi. La prima fase (ca. 30.000-24.000 anni fa) occupava gli strati a una profondità tra 5,3 e 4,3 m; la seconda (24.000-13.000 anni fa) è caratterizzata da un vasto numero di choppers litici, la terza è datata al 14C 12.000-7000 anni fa, in epoca hoabinhiana. Allo stato attuale delle conoscenze, con la retrodatazione della cultura hoabinhiana ad almeno 18.000 anni fa, è possibile identificare nella valle del Song Ma due distinte industrie litiche, quella su scheggia di D. e quella hoabinhiana; non è però chiaro se esse documentino due diverse culture o attestino varianti regionali della tecnologia litica.
Nguyen Gia Doi, Ky Nghe Dieu Trong Boi Canh Khu Vuc Lan Ca [L'industria di Dieu nel contesto locale], in Khao Co Hoc, 3 (1999), pp. 5-24; Ch.F.W. Higham, Early Cultures of Mainland Southeast Asia, Bangkok 2002.
di Ian C. Glover
Cultura localizzata nella valle del Song Hong (Prov. di Vinh Phu); il sito eponimo (105° 10' Lat. E, 21° 30' Long. N), a 35 km da Hanoi, scoperto nel 1962 e scavato sistematicamente tra il 1965 e il 1987, ha dato nome alla fase/cultura della media età del Bronzo della principale sequenza culturale del Vietnam settentrionale.
Tale sequenza iniziò nel tardo Neolitico - prima età del Bronzo con la cultura Phung Nguyen (fine III - metà II millennio a.C.) e proseguì con la cultura D.D. a partire dal 1500 a.C. circa, cui fecero seguito dal 1100 a.C. circa la fase della tarda età del Bronzo (cultura Go Mun) e la cultura Dong Son, databile al 600 a.C. circa, tra la tarda età del Bronzo e l'età del Ferro. Un'unica datazione al 14C a 3328±100 anni fa (Bln-830) per la fase finale della cultura Phung Nguyen ottenuta a D.D. segna l'inizio dell'occupazione del sito, mentre alcune sepolture della cultura Dong Son indicano la sua fine. A D.D. (ca. 3 ha) la stratigrafia appare molto profonda (5-6 m) rispetto ad altri siti vietnamiti e vi sono attestate tutte le culture sopra indicate. Chicchi carbonizzati provenienti dai livelli superiori indicano che il riso coltivato aveva già nel II millennio a.C. un ruolo importante nell'alimentazione delle popolazioni della valle del Song Hong. L'abbondante rinvenimento a D.D. e nei siti della cultura presenti nella regione di utensili di bronzo (frecce, punte di lancia, coltelli, bulini, ami, arpioni e asce a immanicatura cava), insieme a matrici per la fusione degli oggetti, attesta che il metallo stava progressivamente sostituendo la pietra levigata come principale materia prima per gli utensili; dalle analisi effettuate su sette bronzi risulta che si tratta di leghe di rame con l'11-19% di stagno. Alcune asce a immanicatura cava presentano una iniziale forma "a tallone" che sarebbe poi divenuta predominante nelle culture della tarda età del Bronzo della valle del Song Hong. Gli strumenti litici levigati (asce quadrangolari e bulini) sono comunque ancora presenti in numero maggiore rispetto a quelli di bronzo e alle punte di osso. Compare anche una notevole quantità di ornamenti personali di nefrite e altre pietre dure (bracciali e ornamenti per orecchio); le fusaiole di argilla testimoniano l'uso della tessitura.
La ceramica comprende vasi con piedistallo, con base ad anello o fondo arrotondato ed è decorata con caratteristici motivi curvilinei ottenuti a pettine che mostrano una certa continuità con le decorazioni, più geometriche, tipiche della precedente cultura Phung Nguyen, mentre anticipano alcune decorazioni dei grandi tamburi di bronzo della tarda cultura Dong Son. I resti faunistici appartengono ad animali selvatici (elefanti, tigri, leopardi, orsi, porcospini, cervi, scimmie e rettili), sebbene compaiano anche resti di probabili specie domesticate (maiale, bufalo, cane e gallo). I resti di piante includono riso, semi di Canarium, bambù, Prunus sp., anona (Anona squamosa) e alcune varietà di legumi.
Ha Van Tan, Nouvelles recherches préhistoriques et protohistoriques au Vietnam, in BEFEO, 68 (1980), pp. 113-54; Id., Current Studies on the Metal Age in Vietnam, in Journal of Southeast Asian Archaeology, 8 (1988), pp. 11-16; Van Tan Ha (ed.), Khao Co Hoc Vietnam, [Archeologia in Vietnam], II, Hanoi 1999, pp. 96-126; Ch.F.W. Higham, Early Cultures of Mainland Southeast Asia, Bangkok 2002.
di Ian C. Glover
Valle fluviale nel Vietnam meridionale che si estende a sud degli Altopiani Centrali e raggiunge il mare a Ho Chi Minh City (Saigon) poco a nord dell'estuario del Mekong (ca. 160° 40' Lat. E, 10° 30' Long. N).
Nonostante la scoperta (1888) di alcuni siti preistorici a Cu Lao Rua (Isola della Tartaruga), la ricerca in questa parte del Vietnam non è progredita come nel Nord; tuttavia sono stati individuati importanti siti preistorici e protostorici, alcuni dei quali oggetto di scavo. Gli archeologi vietnamiti hanno inoltre iniziato un programma di ricerche relative alla caratterizzazione delle quattro fasi culturali databili tra il Neolitico e l'età del Bronzo identificate nella valle del D.N. Utensili litici su scheggia furono rinvenuti sulle rive dei fiumi Xuan Loc, Hang Gon, Cam Tiem e Nui Dat, tuttavia solo con il sito neolitico di Cau Sat (distretto di Binh Loc) ebbe inizio uno studio sistematico dell'area. A Cau Sat furono rinvenute circa 300 asce a spalla di pietra polita, numerosi bracciali litici a sezione rettangolare o trapezoidale, coltelli-falcetto per la mietitura del riso, vasi fittili con piedistallo o a fondo piatto. La seconda fase è documentata a Ben Do che ha restituito oltre 250 grandi asce a spalla e ceramica incisa. La terza fase, individuata a Cu Lao Rua e a Hang Gon, è caratterizzata dall'affermarsi dell'uso del bronzo, mentre le asce a spalla vennero progressivamente sostituite da quelle quadrangolari; alcune matrici di fusione rinvenute a Hang Gon appartengono a questa fase. Nell'ultima fase si riscontra un abbondante uso del bronzo anche di fusione locale, come attestano i ritrovamenti a Doc Chua, 36 km a nord-ovest di Ho Chi Minh City sul fiume Be, affluente del D.N. Da questo sito proviene il maggior numero di matrici fittili rinvenuto in Vietnam, che attestano la fusione di asce, punte di freccia, alabarde e perfino una piccola statua. Alcuni tipi di asce a immanicatura cava trovano stretti confronti con quelle rinvenute a Non Nok Tha e in altri siti dell'altopiano del Khorat (Thailandia), inducendo a ritenere che la valle del Mekong fosse già ampiamente utilizzata come via di comunicazione tra il Vietnam costiero e gli altopiani interni dell'Asia Sud-Orientale. Questa sequenza di quattro fasi non è ben databile, ma sembrerebbe estendersi dalla metà del III alla fine del II millennio a.C. Nell'età del Ferro (ca. seconda metà I millennio a.C.) la cultura più conosciuta è quella Sa-Huynh, che dalla costa centrale del Vietnam si propagò verso sud all'interno del bacino del D.N. Nel 1993 sono stati scavati i siti di Giong Ca Vo e Giong Phet (distretto di Can Gio), che hanno restituito urne funerarie finemente decorate. Alcuni siti ascrivibili al periodo Cham, come Po Rome, sono stati individuati nell'area superiore della valle del D.N.
Bibliografia
Le Xuan Dien - Pham Quang Son - Bui Chi Hoang, Khao Co Hoc Dong Nai [Archeologia delle valle del Dong Nai], Ho Chi Minh City 1991; Pham Duc Manh, Some Recent Discoveries about the Pre- and Protohistory of the Southern part of Vietnam, in W. Lobo - S. Reimann (edd.), Southeast Asian Archaelogy 1998, Hull 2000, pp. 125-38; Ch.F.W. Higham, Early Cultures of Mainland Southeast Asia, Bangkok 2002.
di Charles F.W. Higham
Cultura della metà del I millennio a.C., documentata da insediamenti e necropoli nelle pianure fluviali nord-vietnamite (Hong, Da, Ma e Ca).
I gruppi di cultura D.S., caratterizzati da una lavorazione del bronzo di alto livello e da una netta stratificazione sociale, sono identificati come i diretti predecessori degli odierni Viet. Tratti peculiari di tale cultura sono le sepolture, spesso in sarcofagi monossili (Viet Khe, Lang Ca, Lang Vac), con ricchi corredi di bronzo costituiti da tamburi, utensili, vasellame, armi e gioielli di produzione locale; si segnala anche un primo insediamento fortificato (Co Loa). Nei corredi della fase tarda compaiono, in percentuali crescenti, oggetti provenienti dalla Cina e databili alla dinastia Han (206 a.C. - 220 d.C.). La storia degli studi su questa cultura ebbe inizio alla fine del XIX secolo con le ricerche sui tamburi di bronzo del Sud-Est asiatico, in base alle quali F. Heger elaborò (1902) una classificazione tipologica ancora in uso (Heger I-IV). Heger assegnò 35 dei 165 tamburi noti al tipo I, il più antico. A questo tipo sono da attribuire i tamburi D.S. (il cui numero è aumentato a oltre 350), con sagoma costituita da tre elementi distinti e superficie di percussione di diametro superiore a quello del corpo (fino a oltre 1 m), decorata nella parte centrale da una stella di solito a 12 punte. La faccia superiore e il corpo sono inoltre ornati da bande con diversi motivi ornamentali, quali raffigurazioni di case o imbarcazioni.
Il sito eponimo di D.S., circa 150 km a sud di Hanoi (Prov. di Thanh Hoa), è costituito da un insediamento e da una necropoli sulle rive del Song Ma. I primi oggetti vi vennero recuperati (1924-30) dall'ufficiale francese L. Pajet; successivamente condusse ricerche nel sito l'archeologo svedese O.R.T. Janse (1935-38), mentre archeologi vietnamiti esplorarono l'insediamento e la necropoli (1961-62, 1969-70 e 1976-77). La maggior parte dei siti D.S. è costituita da estese necropoli, mentre è stato individuato solo un importante insediamento, quello di Co Loa (600 ha), ubicato 15 km a nord-ovest di Hanoi, nella pianura alluvionale del Song Hong. Co Loa è difeso da tre terrapieni concentrici, i due esterni cinti da fossati e di pianta ovale e quello interno a pianta rettangolare. Secondo le fonti Co Loa fu fondata nel III sec. a.C., come confermerebbe il recente rinvenimento di ceramica di stile D.S. sotto il bastione mediano. Nel 1982 un tamburo di bronzo contenente oltre un centinaio di vomeri di bronzo a immanicatura cava è stato localizzato nell'area centrale della fortezza di Co Loa. Il sito documenta l'esistenza di un chiefdom sviluppatosi alla fine del I millennio a.C. I chiefdoms D.S. sono comunque solo parte di una serie di entità politiche affini che vennero affermandosi nella Cina meridionale a partire dal periodo Stati Combattenti (475-221 a.C.).
La maggior parte dei dati su D.S. proviene dalle necropoli, in particolare dai corredi, poiché le sepolture sono state rinvenute in suoli acidi che non hanno permesso la conservazione di reperti osteologici. Le sepolture vennero infatti identificate più per la disposizione dei manufatti che per la presenza di resti umani. A Lang Ca furono individuate 314 sepolture, ma nessun osso umano. I ricercatori rilevarono che un numero limitato di sepolture conteneva corredi più ricchi, comprendenti asce, pugnali, situle e punte di lancia. A Viet Khe, presso Haiphong, è stata rinvenuta una tomba con uno tra i più sontuosi corredi D.S.: il sarcofago monossilo (ca. 4,5 m) conteneva oltre 100 oggetti di corredo, tra cui 93 manufatti di bronzo (armi, ornamenti personali e utensili). Le armi, in particolare, sono pressoché identiche a quelle rinvenute a Yinshanling (Lingnan, Cina meridionale). Questi elementi, associati a tre date al 14C, suggeriscono una datazione al III sec. a.C. Nella necropoli di Lang Ca (Prov. di Vinh Phu) solo 139 delle 397 sepolture hanno restituito complessivamente 186 oggetti di bronzo e 31 manufatti di pietra e ceramica; le restanti 258 inumazioni erano prive di corredo. Da tali dati si rileva, come in nessuna precedente epoca, una concentrazione della ricchezza nelle mani di un esiguo numero di capi tribali. Manufatti di legno e resti umani sono stati rinvenuti all'interno delle sepolture con sarcofagi a forma di barca di Chau Can. Queste sepolture sono più piccole rispetto a Viet Khe e contengono un numero minore di beni di corredo: accette e punte di lancia di bronzo, vasi di ceramica e ornamenti per orecchio in una lega di stagno e piombo. Le favorevoli condizioni offerte dai sarcofagi lignei hanno reso inoltre possibile il rinvenimento di materiale organico, tra cui le immanicature lignee di lance e asce, frammenti di tessuti e vassoi di legno. Xuan La, 10 km da Chau Can, è un'altra necropoli con sarcofagi a forma di barca, ma in questo caso la datazione è risultata dal rinvenimento di monete cinesi attribuibili al periodo dell'usurpatore Wang Mang (9-23 d.C.). Il cranio della sepoltura 3 era stato deposto su sei vanghe di ferro molto simili a quelle cinesi, mentre un altro gruppo di vanghe giaceva accanto al gomito sinistro del defunto.
Attraverso i manufatti di bronzo è possibile ricavare numerosi dati: la quantità e la varietà dei manufatti in questo metallo subirono un vistoso incremento a partire dal 500 a.C. circa. Il tamburo di Co Loa, ad esempio, pesa 72 kg e potrebbe aver comportato la fusione di una quantità di minerale di rame stimabile tra 1 e 7 t. Una sepoltura della necropoli di Lang Ca conteneva i resti di un crogiolo e di quattro matrici di argilla per la realizzazione di un'ascia, una punta di lancia, un'impugnatura di pugnale e una campana. La matrice per l'impugnatura di pugnale lascia ritenere che esso fosse stato progettato come un'arma bimetallica dotata di lama di ferro. I vomeri di aratro di bronzo costituirono per le pratiche agricole un'importante innovazione. Una delle più rilevanti categorie di manufatti di bronzo è comunque rappresentata dai vasi rituali. L'imponente thap (situla o vaso a botte con coperchio) proveniente da Dao Thinh ha un'altezza di 81 cm ed è decorato da rappresentazioni di imbarcazioni e motivi geometrici; il coperchio ha quattro manici antropomorfi, realizzati a stampo. Lang Vac, nella valle del fiume Ca, è una necropoli particolarmente importante. Gli scavi hanno portato alla luce numerosi manufatti bronzei, tra cui asce, punte di lancia a immanicatura cava, due pugnali con elsa antropomorfa e un bracciale decorato da pendenti campaniformi. Il meccanismo di un grilletto da balestra attesta la conoscenza delle armi cinesi e sono inoltre presenti tamburi di bronzo miniaturizzati (forse pendenti). La ricchezza delle sepolture e la localizzazione del sito a monte del corso fluviale possono essere spiegate dalla prossimità di un giacimento di stagno, mentre la sola datazione al 14C accettabile colloca l'insediamento tra il 100 a.C. e gli inizi del I millennio d.C.
A partire dal I sec. a.C. le attività espansionistiche dell'imperatore Han Wu si spinsero sempre più a sud e nel 111 a.C. determinarono lo smembramento del regno di Nan Yue in nove "commanderie", tre delle quali (Jiazhi, Jiushen e Jihnan) nella zona tra il Tonchino e Hue. I capi locali e la struttura della popolazione non subirono una radicale sinizzazione fino agli inizi della dinastia Han Orientali (25-220 d.C.) e le province del Vietnam del Nord rimasero pressoché indipendenti fino al 43 d.C. Da quella data i nobili-guerrieri di D.S. furono costretti alla resa e fino al X secolo circa il Vietnam rimase una provincia cinese.
O.R.T. Janse, Archaeological Research in Indo-China, Bruges 1958; L. Bezacier, Asie du Sud-est: Le Viet-nam, II, Paris 1972, pp. 88-253; Ha Van Tan (ed.), Van Hoa Dong Son Viet Nam [La cultura Dong Son in Vietnam], Hanoi 1994; Pham Minh Huyen, Van Hoa Dong Son [La cultura Dong Son], Hanoi 1996; A. Reinecke, Einführung in die Archäologie Vietnams, Köln 1998; Ha Van Tan (ed.), Khao Co Hoc Viet Nam [Archeologia in Vietnam], II, Hanoi 1999, pp. 209-310; Ch.F.W. Higham, Early Cultures of Mainland Southeast Asia, Bangkok 2002; Nguyen Viet - Nguyen Thi Oanh, Archaeology and Death in Vietnam. From Hoabinhian to Dongsonian, in A. Källén - A. Karlström (edd.), Fishbones and Glittering Emblems. Southeast Asian Archaeology 2002, Stockholm 2003, pp. 81-88.
di Charles F.W. Higham
La sequenza tardopreistorica della regione di Bac Bo, documentata nel delta del Song Hong, comprende quattro principali fasi culturali. Le prime due sono note come "cultura Phung Nguyen" e "cultura Dong Dau", la prima neolitica e la seconda agli esordi dell'età del Bronzo; la terza e la quarta fase sono definite "cultura G.M." e "cultura Dong Son". La fase G.M. (1000 - 500 a.C.) è di cruciale importanza, in quanto rappresenta il periodo in cui la lavorazione del bronzo venne consolidandosi, preannunciando la cultura Dong Son dell'età del Ferro.
Il sito di G.M. (3 km a nord-est di Phung Nguyen) dà il nome a questa cultura, che oggi è rappresentata da almeno 30 siti localizzati all'interno della stessa area di quelli delle fasi Phung Nguyen e Dong Dau. Nel sito sono state realizzate quattro campagne di scavo (1961-71) su un'area di 1500 m2 con una stratigrafia culturale profonda solo 1 m. Come a Phung Nguyen, le asce di pietra sono preferibilmente quadrangolari: degli 87 esemplari rinvenuti, 80 avevano tale forma e solo uno era dotato di spalla. Sono inoltre presenti bulini litici simili a quelli rinvenuti a Phung Nguyen. G.M. fu anche un centro specializzato nella fusione del bronzo; la tipologia dei manufatti di tale metallo documenta che molte delle forme tipiche degli utensili di pietra ispirarono le successive forme di metallo. Sono state rinvenute matrici bivalvi per la fusione di accette e punte di freccia, oltre a 13 asce e 7 scalpelli, punte di lancia, punte di freccia e bracciali. I più abbondanti manufatti di bronzo sono comunque gli ami da pesca e le strette punte di proiettile. Sono stati rinvenuti anche un falcetto e la figurina di un uomo seduto, probabilmente fusa mediante la tecnica della cera persa.
Ha Van Phung - Nguyen Duy Ty, Di Chi Khao Co Hoc Go Mun [Il sito di Go Mun], Hanoi 1982; Ch.F.W. Higham, The Bronze Age of Southeast Asia, Cambridge 1996; Ha Van Phung, Van Hoa Go Mun [La cultura Go Mun], Hanoi 1996; A. Reinecke, Einführung in die Archäologie Vietnams, Köln 1998.
di Charles F.W. Higham
La baia di H.L. è un'area localizzata al largo della costa delle province di Quang Ninh e Haiphong (Vietnam settentrionale); costellata di isolotti carsici, molti dei quali emergono perpendicolari dal mare, dal 1994 è stata inserita nella lista del Patrimonio dell'Umanità dell'UNESCO.
Nella baia di H.L. le ricerche archeologiche vennero intraprese negli anni Trenta da M. Colani, proseguendo nel 1938 a opera di J.G. Andersson, che individuò sette siti in grotta e tre all'aperto nell'isola di Cat Ba. Sono state identificate tre fasi, la più antica delle quali (20.000-10.000 anni fa) prende nome dal sito di Soi Nhu. Per questo periodo la maggior parte dei resti alimentari individuati nelle grotte comprende molluschi di acqua dolce; è stato rinvenuto un numero esiguo di utensili di pietra scheggiata. Nella successiva fase, che si inserisce nella cultura Cai Beo (da ca. 5000 anni fa), tra i resti alimentari predominano pesci, mentre è attestata la presenza di rozzi vasi fittili. La successiva cultura H.L. (ca. 3000-1000 a.C.) è articolata in una fase antica e in una recente. La maggior parte degli studiosi ritiene che essa derivi dal contesto culturale Cai Beo. Sull'isola di Cat Ba sono stati individuati numerosi siti H.L. che coprono il periodo dal 3000 al 2500 a.C. A partire da questa fase, la lavorazione degli strumenti litici mostra una rapida evoluzione e compare un certo numero di accette a spalla. Venivano prodotti vasi fittili e i resti organici attestano un efficiente adattamento alle risorse marine. La fase successiva mostra un incremento degli scambi e la fabbricazione di asce a spalla di pietra polita, insieme alla presenza di ceramica decorata con motivi incisi e applicati. La presenza di ornamenti di nefrite lascia ipotizzare l'esistenza di scambi con gruppi coevi della regione del delta del Song Hong. Una sepoltura con un'inumazione in posizione distesa individuata nella grotta di Bai Tu Long era associata a un corredo composto da circa 2000 elementi per collana di conchiglia e di pietra, 24 conchiglie cauri (Cypraea sp.) e un gruppo di 10 vaghi ricavati da ossa animali. I resti faunistici e malacologici dei livelli di occupazione sono spesso profondi fino a 1 m e coprono un'area di oltre 1000 m2. L'importanza della cultura H.L. risiede nel fatto che essa si articola in una lunga sequenza, dai primi gruppi di cacciatori-raccoglitori del tardo Pleistocene al periodo in cui nelle regioni continentali si affermò l'agricoltura del riso.
Bibliografia
Nguyen Khak Su, Bien voi cu dan van hoa tien su vung Dong Bac [Mare e occupazione preistorica nel Nord-Est del Vietnam], in Khao Co Hoc, 4 (1995), pp. 6-14; Nguyen Kim Dung, Prehistoric Techniques in the Ha Long Culture on Cat Ba Island. Anderson's Discoveries and Recent Researches, in A. Källén - A. Karlström (edd.), Fishbones and Glittering Emblems. Southeast Asian Archaeology 2002, Stockholm 2003, pp. 59-69.
di Ian C. Glover
Nome attribuito alla cultura del Vietnam settentrionale che fece seguito alle invasioni cinesi della dinastia Han Occidentali (206 a.C. - 9 d.C.), protraendosi fino alla fine della dinastia Han Orientali (25-220 d.C.).
Questo periodo fu contrassegnato dal progressivo predominio di strutture amministrative e forme culturali cinesi che inglobarono quasi tutti i modi di vita indigeni della popolazione Lac Viet legata alla precedente cultura Dong Son. Per il periodo H.-V. le fonti sono costituite dalle cronache cinesi e vietnamite e dai dati archeologici; spesso esse si integrano, pur non concordando sempre sulla datazione dei più importanti eventi o sui reali influssi esercitati dalla Cina sul Vietnam. Prima dell'invasione Han le pianure attraversate dal Song Hong e la costa a sud del fiume Ca, nota come Bac Bo, erano abitate da popolazioni di lingua proto-Viet. Nel periodo tra le culture Phung Nguyen e Dong Son tali gruppi avevano raggiunto un livello culturale comparabile con quello della coeva Cina: evolute competenze tecniche nella lavorazione del ferro, società stratificata e organizzazione politica in chiefdoms autonomi, con un probabile capo residente a Coa Loa, che nelle cronache vietnamite era nota come "regno di Au Lac". L'effettiva presenza dei Cinesi a Bac Bo e la loro partecipazione alla vita politica della regione ebbero inizio probabilmente intorno alla metà del II sec. a.C., quando nella zona sorse una forma stabile di governo, anche se con ogni probabilità non per iniziativa dei sovrani Han bensì a opera dello Stato parzialmente sinizzato di Nan Yue. In ogni caso, è verosimile che esistesse un intenso commercio tra le popolazioni cinesi e i Lac Viet; molti aspetti della cultura cinese (ad es., la lavorazione del ferro e la manifattura di alcune tipologie ceramiche) potrebbero essere stati adottati dagli artigiani di cultura Dong Son prima di una vera e propria presenza politica Han.
L'arrivo della dinastia risale al 111 a.C., anno in cui gli eserciti dell'imperatore Wu Di invasero Nan Yue; i successivi 150 anni videro un progressivo aumento del controllo amministrativo esercitato dai funzionari Han con la creazione di tre centri di dominio militare (o "commanderie"): Jiazhi, Jiushen e Jihnan. Quella che in origine era stata un'esazione occasionale di tributi si trasformò in una tassazione onerosa e regolare, il cui peso gravò sulla popolazione rurale costringendo le etnie del Sud della Cina a migrare in massa dalle province povere del Fujian e del Guangdong verso il delta del Song Hong. Da ciò ebbe origine, negli anni 40-43 d.C., la rivolta delle popolazioni native guidate dalle sorelle Trung, evento ancor oggi considerato in Vietnam come quello che diede origine al formarsi dell'identità vietnamita contrapposta a quella cinese. La ribellione fu senza dubbio scatenata dalla tassazione e dalla perdita delle terre, ma è probabile che un altro fattore fosse l'imposizione del sistema cinese fondato sulla discendenza patrilineare contrapposto alla locale società matrilineare, in cui le donne godevano di maggiori diritti sociali e la proprietà delle terre risicole si trasmetteva per linea femminile. La ribellione ebbe un ampio seguito da parte dei contadini e dell'aristocrazia nativa, ma nel 42 d.C. il generale Ma Yuan (14 a.C. - 49 d.C.) fece ritorno nella regione e represse la rivolta. Si dice che per appropriarsi dei poteri esercitati dai capi vietnamiti locali Ma Yuan raccolse e fuse centinaia di tamburi di bronzo, simboli di autorità e potere spirituale per tutto il periodo Dong Son. Questo episodio segnò l'esordio del dominio diretto degli Han in Vietnam e i successivi 150 anni furono caratterizzati dall'adozione progressiva dei costumi, dell'ideologia e della cultura materiale cinesi da parte dei Vietnamiti. La situazione restò immutata per oltre 900 anni, sino a quando nel 968 d.C. la locale dinastia Le espulse i Cinesi della dinastia Song, conquistando l'indipendenza di uno Stato vietnamita ormai quasi del tutto sinizzato. Durante l'ultima parte del periodo Dong Son molti oggetti, quali spade e contenitori di bronzo, erano importati dalla Cina; essi sono dunque presenti nelle ricche sepolture dell'epoca, mentre pochissime sono le evidenze certe della presenza cinese nel corso del primo periodo della dinastia Han. Gli archeologi hanno tuttavia individuato evidenze della presenza di un'élite militare e amministrativa cinese risalenti a un periodo successivo all'azione repressiva di Ma Yuan.
Le costruzioni più caratteristiche del periodo sono le ampie tombe a volta costruite in mattoni e dotate di molte camere. Tali strutture, scavate nel terreno, si innalzavano all'esterno formando un enorme tumulo alto sino a 25 m. Le sepolture sono presenti nelle pianure del Song Hong e, a sud, nella Provincia di Than Hoa, in particolare a Lach Truong, dove O.R. Janse scavò oltre 30 tombe. La più grande e imponente è quella portata alla luce da H. Parmentier presso Nghi-ve, circa 25 km a nord-est di Hanoi. Fra le ricche offerte vi erano armi di bronzo, ornamenti e utensili, moltissimi vasi fittili di modelli in terracotta di case e fattorie (la sola testimonianza conservatasi dell'aspetto degli insediamenti nel periodo H.-V.). Con il crollo della dinastia Han (220 d.C.) il periodo H.-V. ebbe termine, ma l'amministrazione militare e politica cinese sopravvisse per altri 750 anni.
Bibliografia
O.R. Janse, Archeological Research in Indo-China, I-II, Cambridge 1947-51; L. Bezacier, Le Vietnam. De la préhistoire à la fin de l'occupation chinoise, Paris 1972; J. Holmgren, Chinese Colonisation on Northern Vietnam. Administrative Geography and Political Development in the Tongking Delta, First to Sixth Centuries AD, Canberra 1980; S. O'Harrow, From Co-loa to the Trung Sisters' Revolt: Viet-Nam as the Chinese Found It, in AsPersp, 22, 2 (1982), pp. 140-64; K. Taylor, The Birth of Vietnam, Berkeley 1983.
di Marielle Santoni
Cultura che prende nome dalla Provincia di H.B. in cui essa venne per la prima volta identificata da M. Colani in diversi siti. Tale provincia è situata nel Vietnam del Nord, a sud di Hanoi, sui pendii orientali della cordigliera di Truong Son, nella regione di Bac Bo (delta del Song Hong). Quest'ultima presenta un paesaggio carsico ed è caratterizzata da un'alta concentrazione di grotte.
La cultura H.B. è riferibile a gruppi di cacciatori-raccoglitori in possesso di uno strumentario caratterizzato da ciottoli a scheggiatura unifacciale. Le datazioni attualmente accettate oscillano tra 20.000/18.000 e 6000 anni fa, anche se in alcuni siti tale cultura perdurò fino a epoca storica. Dal 1932 siti comparabili a quelli di H.B. sono stati identificati un po' ovunque nell'Asia Sud-Orientale e assimilati all'Hoabinhiano; tuttavia l'ampiezza della sequenza cronologica hoabinhiana ha sollevato problemi di periodizzazione dei siti che presentavano uno stesso strumentario ma datazioni molto diverse, in alcuni casi addirittura al Neolitico. Dal momento che tali siti non rientravano nella convenzionale classificazione nei periodi Paleolitico, Mesolitico e Neolitico, si finì con l'accettare una nozione di cultura hoabinhiana generalmente attribuita a un'ampia fase "mesolitica". Alcuni ricercatori hanno anche tentato di definire l'Hoabinhiano su base esclusivamente tipologico/tecnologica e di sostituire la nozione di "cultura" con quelle di "complesso" o "tecnocomplesso".
Le scoperte più recenti sembrano dimostrare che l'inizio dell'Hoabinhiano vada collocato nel Pleistocene (con date oscillanti tra il 30.000 e il 15.000 a.C. piuttosto frequenti), che esistano fasi differenziate e che questa cultura sia erede diretta delle culture del Paleolitico antico. Una seria revisione del problema della classificazione dell'Hoabinhiano, basata sui dati esistenti e in particolare sugli scavi più recenti, è stata proposta al congresso Le Hoabinhien 60 ans après Madeleine Colani: Conférence Anniversaire (28 dicembre 1993 - 3 gennaio 1994), tenutosi a Hanoi. In questa occasione è stata accolta una nuova, più ampia definizione del periodo. L'Hoabinhiano è un'industria caratterizzata dalla presenza di "sumatraliti" (ciottoli a scheggiatura unifacciale), la cui cronologia si estende dalla fine del Pleistocene alla metà dell'Olocene. L'area geografica include non solo il Sud-Est asiatico ma anche Cina meridionale, Australia, Giappone, margini settentrionali e orientali del Subcontinente indiano. Inoltre, i termini "cultura" o "tecnocomplesso" non dovrebbero più ormai essere associati all'Hoabinhiano al di fuori dal Vietnam, e per l'Hoabinhiano non sarà più applicata la denominazione di Mesolitico. L'industria litica hoabinhiana è relativamente semplice: il ciottolo, di forma oblunga o circolare, può essere ritoccato solo su una estremità, presentare uno, due o tre taglienti, o essere ritoccato su tutta la circonferenza. In genere, gli strumenti hoabinhiani conservano un cortice più o meno esteso, anche se i manufatti più elaborati presentano una faccia completamente lavorata. Solo raramente le schegge sono oggetto di ritocchi secondari, ma più frequentemente sono utilizzate senza ulteriori lavorazioni. La maggior parte dei siti di cultura hoabinhiana è rappresentata da ripari e grotte con stratigrafie certe; esistono tuttavia anche numerosi siti all'aperto dalla stratigrafia meno chiara.
Il disorganico sviluppo delle ricerche nei vari Paesi ha comportato un apparente squilibrio nella ripartizione dei siti hoabinhiani: nel Laos, ad esempio, sono noti i siti di Tam Hang, di Tang Pong e i giacimenti di superficie nel Tran Ninh; in Birmania è menzionato un solo sito, Padah-lin, allo stesso modo della Cambogia, in cui è stato scavato il sito di Laang Spean da cui proviene materiale hoabinhiano che si prolunga fino ai periodi storici. Più numerosi sono i siti scoperti in Thailandia, in particolare nella Provincia occidentale di Kanchanaburi (Sai Yok, Tham Pra, Khao Talu, Lang Khamnan), nel Nord (Spirit Cave, Steep Cliff Cave, Banyan Valley Cave, Obluang) e nel Sud del Paese (grotta di Moh Khiew). I siti della Malaysia, benché presentino alcuni aspetti tipicamente hoabinhiani, appartengono a periodi piuttosto recenti, come nel caso delle Grotte di Niah e Mulu (Sarawak). In Indonesia la maggior parte dei siti hoabinhiani si trova a Sumatra: si tratta di depositi di conchiglie fossili situati nella regione costiera della parte nord-orientale dell'isola (Lhokseumawe, Kandang) e di ampi depositi di superficie che si estendono da Seruwai a Kuala Perbaungan (verso sud-est). Altri siti sono stati scoperti a Batu Kemang (Deli), dove nel 1924 fu trovato il primo sumatralite. Nelle Filippine è stato identificato un solo sito: Cagayan (Luzon settentrionale). Anche nei restanti Paesi, dove la presenza dell'Hoabinhiano è marginale, sono reperibili siti che possono essere identificati come appartenenti a questa cultura: nelle province di Guangxi e di Guangdong (Cina meridionale); nel Nepal (Patu); in Tasmania e nel Sud dell'Australia (Kangaroo Island); e in Giappone (Natsushima, Kanagawa).
La sequenza cronologica hoabinhiana in Vietnam, che va da uno strumentario rozzo di tradizione paleolitica (Son Vi) alla ceramica e ai manufatti levigati appartenenti al Neolitico (Bac Son), è piuttosto lunga (10.000-3000/2000 a.C.). In seguito agli scavi condotti nelle grotte e nei ripari di Con Moong, Dieu e Xom Trai, le datazioni relative all'Hoabinhiano furono modificate e oggi rimontano fino al 16.000 a.C. circa.
Oltre allo strumentario litico già descritto, i siti hoabinhiani hanno restituito una industria su osso caratterizzata prevalentemente da punte e punteruoli. I resti faunistici rinvenuti nei siti ascrivibili a tale cultura in Vietnam sono rappresentati da cervi, bovini selvatici, bufali, rinoceronti, piccoli mammiferi, uccelli, tartarughe terrestri e di acqua dolce, numerosi pesci, bivalvi di acqua dolce, gasteropodi, granchi. Le analisi polliniche, che hanno permesso l'identificazione di una grande varietà di piante, mettono in luce una probabile transizione da un clima caldo e secco a un clima caldo e umido. Su più di 100 siti scavati, 33 hanno fornito resti umani relativi a sepolture primarie o secondarie; 200 crani e alcune ossa, non associati a oggetti funerari, sono stati rinvenuti a Lang Cao, mentre sepolture in posizione rannicchiata con il corpo coperto di ocra sono state scoperte a Hang Dang e Moc Long.
Bibliografia
M. Colani, L'âge de la pierre dans la province de Hoa Binh (Tonkin), in Mémoires du Service Géologique de l'Indochine, 14, 1 (1927); Ead., Recherches sur le Préhistorique Indochinois, in BEFEO, 30 (1931), pp. 299-422; Ha Van Tan, The Hoabinhian in the Context of Vietnam, in VietSt, 46 (1976), pp. 127-97; Id., Nouvelles recherches préhistoriques et protohistoriques au Viet Nam, in BEFEO, 68 (1980), pp. 114-46; Hoang Xuan Chin, Van hoa Hoa Binh o Viet Nam [La cultura Hoa Binh in Vietnam], Hanoi 1989; P. Bellwood, Prehistory of the Indo-Malaysian Archipelago, Honolulu 19972; Ch.F.W. Higham, Early Cultures of Mainland Southeast Asia, Bangkok 2002.
di Ian C. Glover
Cultura che prende nome dal sito ubicato nei pressi dell'estuario del Ma (105° 55' Lat. E, 19° 48' Long. N), nella Provincia di Thanh Hoa (Vietnam settentrionale). Nel 1974 il sito fu oggetto di scavi condotti da ricercatori del Museo Nazionale di Storia del Vietnam.
A differenza dei siti di cultura Phung Nguyen ubicati più a nord nella valle del Song Hong, gli strumenti litici rinvenuti in siti H.L. sono in prevalenza asce a spalla e grandi zappe di pietra. Non si dispone di datazioni al 14C, ma la presenza di piccoli frammenti di bronzo rinvenuti nel 1976, insieme alle caratteristiche tipologiche della ceramica, hanno consentito di datare la cultura H.L. tra la fine del III e l'inizio del II millennio a.C. La cultura rappresenta con ogni probabilità una fase di transizione fra il Neolitico e l'età del Bronzo. Il vasellame documenta un caratteristico complesso di forme e decorazioni: vasi fortemente carenati con spalla subquadrangolare o addirittura ottagonale, molto introflessa. La decorazione, di solito sulla spalla, presenta intricati disegni geometrici realizzata con il bordo di una conchiglia Cardium (cd. "decorazione cardiale"). Caratteristica è anche la presenza di molti stampi di terracotta con disegni a spirale o a labirinto su superfici quadrate, ellittiche o rotonde. Il rinvenimento di evidenze faunistiche marine insieme alla presenza di pesi da rete attesta un'economia prevalentemente marittima, anche se resti osteologici di cani, maiali e bovini documentano l'allevamento. Pur non essendo stati rinvenuti resti vegetali, la scoperta di un gran numero di zappe di pietra induce a ritenere che le popolazioni svolgessero anche attività agricole.
Pham Van Kinh - Qang Van Cay, Van Hoa Hoa Loc [La cultura Hoa Loc], Hanoi 1977; Ha Van Tan, Nouvelles recherches préhistoriques et protohistoriques au Viet Nam, in BEFEO, 68 (1980), pp. 115-54.
di Charles F.W. Higham
Cultura localizzata nella Provincia di Bac Thai, che trae nome dal sito in grotta scoperto nel 1980 negli altopiani a nord della valle del Song Hong e datato, sulla base degli abbondanti materiali litici rinvenutivi, a prima di 23.000 anni fa.
L'arrivo di Homo sapiens nel Sud-Est asiatico è a oggi scarsamente documentato. Datato ad almeno 100.000 anni fa, questo movimento portò alla formazione di numerosi gruppi locali di cacciatori-raccoglitori, ciascuno dei quali adattato a specifiche condizioni ambientali. Nel corso degli ultimi 35 anni, con il progredire delle ricerche, numerosi gruppi di cacciatori-raccoglitori sono stati documentati dalle evidenze archeologiche, con datazioni oscillanti tra 40.000-30.000 anni fa sia nella Thailandia peninsulare che nel Vietnam settentrionale; la cultura N. è riferibile a uno di questi gruppi. Nella grotta di N. due campagne di scavo hanno consentito il rinvenimento di una grande quantità di strumenti litici, per la gran parte costituiti da piccoli strumenti su scheggia (molto diversi dai pesanti strumenti su ciottolo della più tarda tradizione hoabinhiana), quali punte (spesso con marcate evidenze della tecnica Levallois nel distacco dal nucleo), raschiatoi e grattatoi. Gli strumenti hanno generalmente una dimensione massima tra 5 e 10 cm. Un'industria litica affine venne identificata nella grotta di Mieng Ho, situata nella stessa area, e in molti altri siti. La cultura N. rappresenta una precoce manifestazione della tradizione di gruppi di cacciatori-raccoglitori degli altopiani del Vietnam e risulta connessa con le industrie di Son Vi, Dieu e con l'Hoabinhiano.
Bibliografia
Quang Van Cay, Nhun phat hien va nghien cuu Khao co hoc trong thung lung Than Sa van de ky nghe Nguom [Scoperte archeologiche e studio della valle del Than Sa e problemi dell'industria Nguom], in Khao Co Hoc, 1 (1995), pp. 3-17; Ha Van Tan (ed.), Khao Co Hoc Viet Nam [Archeologia in Vietnam], I, Hanoi 1998, pp. 70-85.
di Pierre-Yves Manguin
espressione con cui si designa un vasto complesso culturale localizzato nei pressi del delta del Mekong e che è documentato da numerosi siti, di cui quello eponimo rappresenta il sito-tipo.
I materiali raccolti nel vasto sito urbano di Oc Eo da L. Malleret (1944) vennero messi a confronto con quelli presenti nei musei e nelle collezioni private dell'Indocina e con i dati forniti dalle cronache cinesi su uno Stato denominato Funan, fondato nel I sec. d.C. e scomparso nel VII sec. d.C. Le ricerche, interrotte durante le guerre indocinesi, furono riprese dopo la riunificazione del Paese (1975) dagli archeologi vietnamiti con gli scavi nel delta del Mekong, e a partire dal 1997 un programma franco-vietnamita sta indagando il sito. Il complesso comprende circa 30 siti, che costituiscono uno tra i più ricchi complessi dell'Asia Sud-Orientale anche per la presenza di manufatti che attestano rapporti economici e culturali con altre regioni dell'Asia (specchi cinesi della dinastia Han, numerosi oggetti provenienti dal mondo indiano e iranico, monete romane). La maggior parte delle recenti ricerche si è concentrata su due zone distinte: la prima è una pianura, sommersa numerosi mesi all'anno, in cui è situata una città a pianta rettangolare circondata da fossati e attraversata da un canale, che comprende la piccola collina artificiale eponima di O.E. e quella di Cay Thi; la seconda zona, il Monte Ba The, è una piccola altura granitica (ca. 300 m) sul pendio della quale, di fronte alla città antica, sono stati scavati numerosi insediamenti, necropoli e il santuario di Linh Son. Queste nuove ricerche hanno permesso di ricostruire una dettagliata sequenza culturale e cronologica.
Durante la prima fase (I-II/III sec. d.C.) le piccole alture emerse nella pianura soggetta a inondazione di O.E. e i bassi pendii del Monte Ba The erano occupati da una popolazione che viveva in palafitte di legno, alcune con tetto di tegole fittili piane. La produzione ceramica, molto ricca e diversificata, comprende anche due tradizioni originarie dell'India: ceramiche a impasto depurato di colore beige o nere lustrate. I fossati della città, e probabilmente anche il canale che la attraversava e la collegava da una parte al sito di Angkor Borei (80 km a nord-ovest in territorio cambogiano) e dall'altra al mare, sembrano essere stati scavati verso la fine di questo periodo. Nessuna pratica religiosa indiana è attestata per questo periodo e rimasero in uso le sepolture secondarie in giare di terracotta tipiche di altre aree del Sud-Est asiatico.
Nella seconda fase (ca. V sec. d.C.) apparvero sulle piccole alture della pianura di O.E. e sui pendii del Monte Ba The tratti culturali indiani, quali templi in mattoni e statuaria, per la maggior parte con le effigi del Buddha e di Vishnu. La popolazione abitava la pianura, soggetta a periodiche inondazioni, in case su palafitte, probabilmente traendo profitto da un miglior controllo delle alluvioni annuali grazie allo scavo dei fossati e dei canali. La città di O.E. fu abbandonata verso il VII secolo; nelle fasi successive, corrispondenti al periodo pre-angkoriano e angkoriano della storia della Cambogia, solo alcuni monumenti sacri continuarono a essere costruiti sui pendii del Monte Ba The e nel sito di Linh Son. A partire da questo periodo la regione di O.E. rappresentò per il potere Khmer solo una provincia periferica.
Bibliografia
L. Malleret, L'archéologie du Delta du Mékong, Paris 1959-63; G. Coedès, Les états hindouisés d'Indochine et d'Indonésie, Paris 1964; Le Xuan Diem - Dao Linh Con, à propos de la culture Oc Eo: les découvertes après 1975, in 90 ans de recherches sur la culture et l'histoire du Viet Nam, Ha Noi 1995, pp. 302-10; P.-Y. Manguin - Vo Si Khai, Excavations at the Ba The - Oc Eo Complex (Viet Nam). A Preliminary Report on the 1998 Campaign, in W. Lobo - S. Reimann (edd.), Southeast Asian Archaeology 1998, Hull - Berlin 2000, pp. 107-22; Ha Van Tan (ed.), Khao Co Hoc Viet Nam [Archeologia del Vietnam], III, Hanoi 2002, pp. 369-405.
di Charles F.W. Higham
Cultura neolitica localizzata nella pianura a nord del delta del Song Hong, documentata da un gruppo di insediamenti datati tra il 2300 e il 1500 a.C.
La maggior parte degli insediamenti (1-3 ha) si trova su terreni lievemente elevati nei pressi dei punti di confluenza di piccoli corsi d'acqua. Il principale sito scavato è Ph.N., un insediamento che si estende su oltre 3 ha e, come la maggioranza dei siti Ph.N., ha una stratigrafia poco profonda (ca. 1 m). Gli scavi iniziarono nel 1959 e furono seguiti da due ulteriori campagne. Le attività di scavo e ricerca dei siti Ph.N. consentirono di recuperare un vasto repertorio di manufatti comprendente numerosi vasi fittili e strumenti d'osso e pietra; le fusaiole attestano inoltre la presenza di un'industria tessile. Le asce di pietra, molto numerose (ca. 1138 complete e moltissimi frammenti), presentano una tipologia piuttosto varia: solo 4 esemplari del tipo a spalla, mentre 777 hanno forma quadrangolare e alcuni hanno taglienti tanto riaffilati da presentare una larghezza superiore alla lunghezza. Furono rinvenuti anche 59 piccoli scalpelli di pietra, alcuni dei quali con margini taglienti dello spessore di solo 10 mm, e almeno 200 coti con scanalature prodotte dall'affilatura di asce e scalpelli di pietra. Le punte litiche di proiettile sono più rare; tre di esse raggiungono però le dimensioni di una punta di lancia, mentre le rimanenti dovevano più verosimilmente armare estremità di frecce.
A Ph.N. sono inoltre stati rinvenuti 540 bracciali di pietra, soprattutto di nefrite. L'inventario totale, composto da 540 esemplari, è stato suddiviso in otto tipologie in base alla forma della sezione: la maggior parte è rettangolare o con profilo a T, ma altri esemplari sono molto più complessi, con costolature e bordi aggettanti; mentre alcuni hanno un diametro tale da poter essere interpretati come bracciali, altri presentano diametri molto ridotti e potrebbero essere stati realizzati per bambini o per essere utilizzati come ornamenti auricolari. È documentata anche un'importante tradizione fittile e proprio sulla base della variazione dei motivi decorativi gli archeologi vietnamiti hanno identificato diverse fasi all'interno di questa cultura. La fase più antica, che prende nome dal sito di Go Bong, è caratterizzata da bande parallele incise riempite da impressioni praticate con uno strumento appuntito; il principale motivo ha la forma di un meandro a S. La seconda fase comprende una varietà di disegni definiti "motivi geometrici asimmetrici": si tratta di bande incise riempite di impressioni che si alternano a bande vuote, a formare una serie di zone decorate di grande raffinatezza. Questo tipo di decorazione presenta chiare affinità con la ceramica neolitica rinvenuta in buona parte del Sud-Est asiatico continentale e nei siti neolitici della Provincia di Yunnan (Cina), quali Baiyancun e Dadunzi.
Le fasi tarde dello stile fittile di Ph.N. sono documentate a Trang Kenh, nei pressi di Haiphong. Gli scavi hanno inoltre consentito l'individuazione di una officina per la manifattura di bracciali e grani di nefrite, in cui sono stati rinvenuti bulini, punte di trapano, seghe e mole di pietra; datazioni al 14C suggeriscono che l'officina potrebbe risalire al 1650-1500 a.C. circa. L'importanza attribuita agli ornamenti personali e alle armi di pietra è documentata anche a Lung Hoa, un altro sito risalente alle fasi tarde della cultura Ph.N. caratterizzato dalla presenza di tombe ‒ alcune scavate fino a 5 m di profondità ‒ dotate, come nella cultura Fubin (Lingnan, Cina meridionale), di strette piattaforme laterali. Due tombe contenevano bracciali, grani e ornamenti auricolari di pietra, oltre a vasi fittili. Di particolare interesse è un'alabarda (ge) del tutto simile a quelle rinvenute nella Cina meridionale e, più a nord, presso i siti di Sanxingdui ed Erlitou. Anche le lama di giada (yazhang) sono un elemento centrale degli ultimi due complessi ed esemplari simili sono stati recuperati a Ph.N. e Xom Ren. La più coerente interpretazione dei siti Ph.N. è che essi rappresentino un'intrusione di agricoltori di lingua austroasiatica dal Lingnan (Cina meridionale) che, nel corso del IV e del III millennio a.C., penetrarono nelle valli fluviali del Sud-Est asiatico continentale.
Bibliografia
Hoang Xuan Chinh - Nguyen Ngoc Bich, Di hi khao co hoc Phung Nguyen [Lo scavo del sito di Phung Nguyen], Ha Noi 1978; A. Reinecke, Einführung in die Archäologie Vietnams, Köln 1998; Ha Van Tan (ed.), Khao Co Hoc Viet Nam [Archeologia del Vietnam], II, Hanoi 1999, pp. 11-63; Nguyen Kim Dung, Jewelry from Late Prehistoric Sites Recently Excavated in South Vietnam, in BIndoPacPrehistAss, 21 (2001), pp. 107-13; Ch.F.W. Higham, Early Cultures of Mainland Southeast Asia, Bangkok 2002.
di Charles F.W. Higham
Cultura, i cui siti si estendono per 700 km lungo il litorale del Vietnam centrale e meridionale, identificata nel 1909, quando un doganiere francese, M. Vinet, rinvenne a Thanh Duc, nei pressi del villaggio di Sa-Huynh, un gruppo di urne contenenti resti umani cremati, una pratica funeraria piuttosto inusuale nelle regioni continentali del Sud-Est asiatico. Giare funerarie S.-H. sono state rinvenute lungo il tratto costiero tra la foce del Mekong e i confini meridionali di Bac Bo. Le date al 14C disponibili collocherebbero la cultura tra il 400 a.C. e il 200 d.C.
I campi di urne S.-H. sono caratterizzati da una serie di grandi urne funerarie con coperchio, spesso raggruppate, contenenti resti umani e, frequentemente, ricchi corredi. La necropoli di Hang Gon, ad esempio, copriva un'area di circa 100 × 50 m; le urne erano dotate di coperchi ma non contenevano ossa, forse a causa dell'acidità del terreno. Molti manufatti facenti parte del corredo erano stati intenzionalmente rotti: vasi fittili frantumati, asce di pietra levigata danneggiate, ciotole di bronzo deformate e immanicature di asce di ferro spezzate. Erano invece intatti gli ornamenti personali (pendenti auricolari e grani), per la maggior parte di nefrite; furono rinvenuti anche grani di collana di cornalina, agata, olivina, oltre a grani di vetro blu e rosso. Sono inoltre tipici della cultura S.-H. i pendenti auricolari di nefrite che rappresentano un animale bicefalo. I siti S.-H. attestano che verso la fine del I millennio a.C. una serie di comunità occupava favorevoli tratti costieri del Vietnam centrale. Cinque secoli più tardi in quest'area si sviluppò uno Stato di lingua Cham; tale lingua austronesiana possiede le più stringenti affinità con le lingue del Borneo sud-occidentale. Attualmente tutte le evidenze concordano nell'attestare un'occupazione intrusiva di questa regione, avvenuta in epoca relativamente tarda, dal Borneo attraverso il mare; tale spostamento diede vita dapprima alla cultura S.-H. e successivamente allo sviluppo degli Stati Cham.
A. Reinecke, Einführung in die Archäologie Vietnams, Köln 1998; A. Reinecke - Le Duy Son - Le Dinh Phuc, Ein neu entdecktes Gräberfeld der Sa-Huyn-Kultur von Go Mun in Mittelvietnam, in BeitrAllgA, 20 (2000), p. 43; Ha Van Tan (ed.), Khao Co Hoc Viet Nam [Archeologia del Vietnam], II, Hanoi 2002, pp. 311-48; Ch.F.W. Higham, Early Cultures of Mainland Southeast Asia, Bangkok 2002.
di Charles F.W. Higham
Sito, da cui prende nome un'importante cultura di cacciatori-raccoglitori del Vietnam settentrionale, ubicato nei pressi della confluenza tra il Song Hong e il Song Da, in un'area in cui, in assenza di ripari rocciosi, la maggior parte dei circa 150 siti presenti è all'aperto. L'assenza di carboni non ha permesso una datazione assoluta per tale cultura, ma si ritiene che essa si collochi tra 23.000 e 13.000 anni fa.
Alcuni strati di occupazione S.V. sono stati individuati nel sito di Con Moong, sull'altopiano di Cuc Phuong. In quest'area dell'entroterra di Thanh Hoa l'industria S.V. è stata individuata al di sotto degli strati di occupazione hoabinhiani. L'industria litica è caratterizzata dalla presenza di piccoli raschiatoi e punte, oltre che da alcuni strumenti su nucleo. Sono state distinte quattro tipologie principali di manufatti litici, sebbene ‒ come spesso accade nei contesti di cacciatori-raccoglitori del Sud-Est asiatico ‒ gli strumenti ricavati da materiali organici (non conservatisi in contesti monsonici subtropicali) potrebbero verosimilmente essere stati molto più abbondanti rispetto a quelli di pietra. Le quattro tipologie comprendono: 1) grandi ciottoli di quarzite con margine tagliente trasversale, probabilmente utilizzati per tagliare e raschiare; 2) grandi ciottoli di quarzite con margine tagliente lungo l'orlo longitudinale; questi raschiatoi (o grattatoi) rappresentano la più comune tipologia dei complessi S.V.; 3) ciottoli dal bordo arrotondato e scheggiatura monofacciale; 4) strumenti a scheggiatura bifacciale. I contesti S.V. a Con Moong hanno restituito anche campioni faunistici da cui si rileva che nei letti dei corsi d'acqua locali erano raccolte molte specie di molluschi ed erano cacciati cervi, maiali e civette. Nel riparo roccioso di Pong One, nei pressi delle sorgenti del Song Ma, strumenti litici di tipo S.V. sono stati rinvenuti in stratigrafia con antichi materiali hoabinhiani. Le due datazioni al 14C suggeriscono che questo strato possa essere datato tra 12.000 e 11.000 anni fa. È stata inoltre identificata una facies meridionale della tradizione S.V. nei siti di Doi Giang, Lac Xuan e Ta Hin (Tay Nguyen), a documentare una più ampia diffusione di siti S.V. rispetto a quanto precedentemente ritenuto.
Ha Van Tan, The Hoabinhian in the Context of Viet Nam, in VietSt, 46 (1976), pp. 127-97; Pham Duc Manh, Nhung cong cu cuoi ghe dau tien thuoc hau ky da cu cua nam Tay Nguyen [I primi strumenti su ciottolo del Paleolitico tardo nel Tay Nguyen meridionale (altopiano centrale)], in Khao Co Hoc, 4 (1995), pp. 15-25; Ha Van Tan (ed.), Khao Co Hoc Viet Nam [Archeologia in Vietnam], I, Hanoi 1998, pp. 86-118.