L'archeologia del Vicino Oriente: Siria, Palestina e Levante mediterraneo
Le esplorazioni francesi in Siria, in Palestina e nel Levante iniziarono con i sondaggi effettuati nel 1860 a Biblo da E. Renan, il quale, inviato a Beirut da Napoleone III, diresse quattro campagne rispettivamente ad Arado, Biblo, Tiro e Sidone, pubblicate nel volume Mission de Phénicie (Paris 1864). Il suo allievo Ch. Clermont-Ganneau, console francese a Gerusalemme dal 1867, recuperò nel 1870 la stele del re Mesha di Moab, rinvenuta a Dhiban in Giordania nel 1868. Ma è l'Inghilterra che ha un ruolo di primo piano in questa fase pionieristica. Fondato a Londra nel 1865 per illustrare la geografia e la storia della Palestina biblica, il Palestine Exploration Fund realizzò, con l'aiuto del genio militare britannico, un'accurata carta geografica della regione, mentre il capitano Ch. Warren iniziava l'esplorazione di Gerusalemme e poi di Gerico (1867). Fu W.M.F. Petrie (1853- 1942), formatosi alla scuola del generale A.L.-F. Pitt-Rivers e con una lunga esperienza in Egitto, a porre le basi dell'archeologia in Palestina con gli scavi a Tell el-Hesi nel 1890. W.M.F. Petrie e il suo successore J.F. Bliss identificarono erroneamente Tell el-Hesi con l'antica Lachish (in realtà la filistea Eglon). Negli anni successivi, sempre per il Palestine Exploration Fund, Bliss scavò prima a Gerusalemme (1894-97), poi a Tell es-Safi, Tell Zakariya, Tell el-Giudeide e Marissa (1898-1900) insieme all'irlandese R.A.S. Macalister. Quest'ultimo continuò le indagini nella regione con l'esplorazione di Tell el-Gezer (Gezer) dal 1902 al 1908. Il metodo di Macalister, consistente nello scavo di trincee affiancate, scaricando i detriti nel taglio precedente, ebbe come conseguenza la quasi totale perdita della relazione tra i reperti e i loro contesti, danneggiando gravemente il sito. L'ambiente luterano tedesco era intanto entrato nella competizione con la fondazione del Deutscher Palästina-Verein (DPV) nel 1877, istituzione che fu rappresentata fino alla prima guerra mondiale da uno dei più grandi pionieri dell'archeologia nella regione, l'austriaco E. Sellin, e dal suo collaboratore, l'ingegnere ferroviario di Haifa G. Schumacher. La prima campagna di scavi condotta da Sellin a Tell Taannak (1902-1904) si distinse per l'accuratezza e la rapidità della pubblicazione. L'aumento dell'interesse verso le problematiche bibliche suscitato in Germania dalla polemica Babel und Bibel spinse il DPV a scavare una delle città bibliche più significative, Megiddo (Tell el-Mutesellim), sotto la direzione di Schumacher (1903-1905). Nel 1907-1909 e nel 1911 Sellin intraprese a Tell es-Sultan, l'antica Gerico, la prima di una serie di spedizioni che segnarono l'apogeo della fase pionieristica della ricerca archeologica in Palestina. Notevole fu la velocità nella pubblicazione e di grande importanza per i successivi studi la suddivisione dei ritrovamenti sulla base di quattro fasi stratigrafiche principali: i periodi Cananeo (in realtà il Bronzo Antico), Cananeo Tardo (Bronzo Antico IV) e Israelita (Bronzo Medio). Nello stesso periodo gli Americani iniziavano l'esplorazione di Samaria (1908-10), guidati da G.A. Reisner, C.S. Fisher e D.G. Lyon, sotto l'egida dell'American School of Oriental Research in Palestine, fondata nel 1900. Gli scavi portarono alla luce il palazzo dei re d'Israele e segnarono un nuovo avanzamento nelle tecniche di scavo; altre spedizioni furono condotte da D. Mackenzie a Ain Shems (Bet Shemesh) e da M. Parker a Gerusalemme nel 1911. L'esplorazione archeologica della Siria preclassica inizia con la spedizione tedesca condotta nel 1888 da F. von Luschan a Zincirli, l'antica Samal. L'interesse suscitato dalle ricerche a Zincirli fu incrementato dal ritrovamento occasionale di alcune statue monumentali del portico del tempio-palazzo dell'antica città di Guzana (Tell Halaf ) da parte del barone M. von Oppenheim. Un altro centro di primaria importanza nella Siria settentrionale fu Karkemish sull'Eufrate: identificata da G. Smith nel 1876, iniziò ad essere scavata nel 1908 ad opera di D.G. Hogarth e Ch.L. Woolley. Il problema lasciato irrisolto da queste prime missioni fu quello della corretta valutazione delle culture della Siria settentrionale tra la fine del II e il I millennio a.C., non considerate autonomamente, ma esaminate sulla base di una relazione di derivazione dal mondo assiro o da quello hittita.
A seguito della prima guerra mondiale, la situazione politica del Vicino Oriente cambiò radicalmente sotto l'amministrazione mandataria francese e britannica, con nuove possibilità per gli archeologi europei e americani. Ai successi inglesi in Iraq (Ur, Kish), la Francia rispose con l'esplorazione di centri famosi della costa libanese, come Sidone (G. Contenau, 1920), Tiro (D. Le Lasseur, 1921) e specialmente Biblo, dove gli scavi condotti da P. Montet nel 1922 e dal 1926 da M. Dunand furono illuminati da una serie di importanti scoperte che testimoniavano le strette relazioni tra la città e l'Egitto faraonico. Nella Siria interna i Francesi esplorarono il sito di Mishrife, che R. du Mesnil du Buisson identificò con l'antica Qatna (1926), e Tell Nebi Mend, presso le sorgenti dell'Oronte, che M. Pézard riconobbe essere l'antica Qadesh (1921). Nonostante i buoni risultati degli scavi nella Siria interna, l'esplorazione della regione fu condotta in modo non sistematico. Le spedizioni più importanti in Siria settentrionale tra le due guerre furono quelle dell'assiriologo F. Thureau Dangin, assieme a G. Dossin e allo stesso Dunand, nei capoluoghi neoassiri di Arslan Tash, l'antica Khadatu (1928) e di Tell Ahmar, l'antica Til Barsip (1929-31); questi scavi gettarono luce sull'arte provinciale assira e sulle sue relazioni con le culture della Siria settentrionale. Le scoperte archeologiche che segnarono in modo determinante l'archeologia della Siria avvennero negli anni Trenta. Nel 1929 C.-F.-A. Schaeffer iniziò gli scavi a Ras Shamra, l'antica Ugarit, rinvenendo tavolette in cuneiforme alfabetico scritte nella lingua locale. L'esplorazione di questo importante centro ha portato al recupero di testi amministrativi, letterari, lessicali in ugaritico, mediobabilonese, hittito e khurrito e di straordinari reperti e monumenti che illuminano la storia politica e culturale della costa nordsiriana nell'età del Bronzo Tardo. La modifica di una norma relativa all'attribuzione dei reperti rinvenuti negli scavi adottata in Iraq all'inizio degli anni Trenta contribuì ad indirizzare sempre di più verso la Siria le grandi istituzioni museali. Fu così che Ch.L. Woolley passò da Ur al piccolo, ma importante, centro di Tell Açana, l'antica Alalakh, nella Siria settentrionale (1936-39, 1949), in grado di fornire preziose informazioni sulla storia e sulla cultura paleosiriana e mediosiriana; M.E.L. Mallowan rivolse la sua attenzione ai centri dei bacini del Khabur e del Balikh, scavando a Chagar Bazar (1934-37), a Tell Brak (1937-38) e in vari centri minori (Tell Gidl, Tell Hammam, Tell Sahlan, Tell Aswad, Tell Mefish); A. Parrot lasciò Larsa per scavare Tell Hariri sull'Eufrate, che W.F. Albright aveva proposto di identificare con l'antica Mari. Gli scavi di Parrot iniziarono nel 1933, rivelando gli straordinari resti della città che regolava le relazioni tra Siria e Mesopotamia, fondamentale per la conoscenza prima del mondo protosiriano e protodinastico e poi di quello paleosiriano e paleobabilonese. Mentre in Mesopotamia gli archeologi tedeschi della Deutsche Orient-Gesellschaft (DOG) a Uruk e quelli americani con la spedizione dell'Oriental Institute di Chicago diretta da H. Frankfort nei siti del bacino del Diyala sperimentavano sistematicamente il metodo stratigrafico, in Siria gli stessi fermenti furono portati dagli archeologi danesi della missione della Fondazione Carlsberg a Hama (1932-38), diretta da H. Ingholt, che ottenne la prima sequenza stratigrafica di un sito della Siria interna settentrionale, e, di nuovo sotto l'egida dell'Oriental Institute di Chicago, nella piana dell'Amuq (Tell Tainat, Tell el-Giudeide, Çatal Hüyük), con la direzione di C. McEwan. La stessa istituzione fu protagonista alla vigilia della seconda guerra mondiale degli scavi a Tell Fekheriye (1940), presso le sorgenti del Khabur, che ripresero senza successo il progetto di M. von Oppenheim per l'identificazione della capitale del regno di Mitanni, Washshukkanni. Complessivamente, il periodo tra le due guerre è caratterizzato dalla scoperta allora rivoluzionaria dell'importanza e della ricchezza della civiltà della Siria preclassica nei suoi quattro maggiori periodi di fioritura, quello Protosiriano, attorno alla metà del III millennio a.C., quello Paleosiriano dei regni amorrei, quello Mediosiriano delle opulente aristocrazie militari e commerciali di Ugarit e quello dell'età aramaica e assira nel I millennio a.C. Il periodo tra le due guerre fu il momento d'oro anche dell'archeologia biblica in Palestina, in primo luogo grazie all'apporto degli archeologi americani: il loro decano C.S. Fisher (1876-1941) condusse le esplorazioni di Bet Shan (1921), Megiddo (1925-27), Gerasa e Bet Shemesh (1928-41). Lo scavo di Tell el-Mutesellim (Megiddo) è l'impresa archeologica più significativa di questi anni, non soltanto per i risultati ottenuti, ma soprattutto per la qualità dei rapporti di scavo che ne derivarono. Fisher fu sostituito nel 1927 da Ph.L.O. Guy (1885-1952) fino al 1929, quando l'Oriental Institute decise di trasferire a Megiddo il suo miglior archeologo da campo, G. Loud, impegnato allora nello scavo della grande capitale assira di Khorsabad, il quale tenne la direzione dello scavo fino al 1939. Più degli scavatori di Megiddo, tuttavia, fu la scuola di W.F. Albright (1891-1971) a influenzare per parecchi decenni l'archeologia della Palestina. Albright era di formazione un assiriologo e un semitista. L'importanza attribuita nella ricostruzione storica alla cultura materiale, in primo luogo alla ceramica, e la sua concezione della storia come storia biblica lo resero un nume tutelare della materia; i testi biblici divennero nelle sue mani lo strumento attraverso il quale leggere la documentazione archeologica e quest'ultima una fonte inesauribile di dati considerati conferme della veridicità storica dei racconti vetero-testamentari. Albright iniziò le sue esplorazioni a Tell el-Ful nel 1922-23, dove individuò un insediamento della prima età del Ferro, ma i suoi scavi più importanti si svolsero dal 1926 al 1932 a Tell Beit Mirsim, dove stabilì la sequenza delle fasi d'occupazione dall'età del Bronzo all'età del Ferro. Inoltre, tra il 1931 e il 1934, Albright esplorò la cittadella di Bet Zur (Khirbet Tubeiqa), effettuò sondaggi ad Ader in Giordania e diede il via agli scavi di Bethel. Il primo allievo di Albright fu N. Glueck (1901-1971), il quale tra il 1932 e il 1947 compì una serie di esplorazioni nei paesi di Ammon, Edom e Moab, ricostruendo le vicende insediamentali della regione. Tra i suoi scavi sono da menzionare quello del tempio nabateo di Khirbet et-Tannur (1937) e quello di Tell el-Kheleife (1938-40). L'allievo che più di ogni altro fece proprio il pensiero di Albright fu tuttavia G.E. Wright (1909-1974), che si era formato agli scavi di Bethel e studiando la documentazione ceramica degli scavi di Bet Shemesh. Un altro importante archeologo americano del periodo tra le due guerre è stato F. Badé (1871-1936), autore degli scavi a Tell en- Nasbe, l'antica Mizpah (1926-34). Ugualmente importanti, ma mal documentati, furono gli scavi condotti da E. Grant e C.S. Fisher a Tell er-Rumeile o Ain Shems, Bet Shemesh (1928-33), un sito già in parte esplorato da D. Mackenzie nel 1911-12. Con la fondazione nel 1927 del Dipartimento delle Antichità della Palestina, l'inglese R.S. Hamilton, che ne fu ispettore capo dal 1931 al 1938 e poi direttore fino al 1948, condusse l'esplorazione di Tell Abu Hawam (1932-33). Dalla fine degli anni Venti e per tutti gli anni Trenta molti altri archeologi inglesi furono attivi in Palestina. Nel 1926 Petrie, ormai settantenne, vi tornò a scavare, concentrandosi nella regione di Gaza ed esplorando gli importanti siti di Tell Gemmeh (1926-27), Tell el-Farah Sud (1928-30) e Tell el-Aggiul (1930-34), conseguendo importanti risultati, purtroppo viziati da un inquadramento cronologico ormai superato. Nel 1932 gli allievi di Petrie, guidati da J.L. Starkey (1895-1938), iniziarono quello che con Megiddo sarebbe stato lo scavo più importante di questa fase a Tell ed-Duweir, l'antica Lachish. Il metodo impiegato era ancora tradizionale, ma i risultati, il ritrovamento di ostraka, la scoperta di un santuario del Bronzo Tardo e l'identificazione delle distruzioni della città causate dagli Assiri e dai Babilonesi, furono estremamente importanti. Il gruppo più innovativo di archeologi inglesi operanti in Palestina fu quello coordinato da J.W. Crowfoot, direttore della British School of Archaeology di Gerusalemme, che riprese l'esplorazione di Samaria, con la partecipazione di K.M. Kenyon. Crowfoot e Kenyon furono in grado di precisare la datazione di molti monumenti grazie ad una prima applicazione del metodo stratigrafico; inoltre misero insieme un'importante collezione di avori del Ferro II. Un indirizzo decisamente opposto, nel senso peggiore della tradizione biblica, fu preso dai nuovi scavi a Gerico condotti da J. Garstang, intenzionato esplicitamente e aprioristicamente a dimostrare la veridicità letterale del racconto della conquista, messo in discussione con acume critico da C. Watzinger nel 1926. Gli scavi di Garstang a Gerico (1930-36) ebbero ampia risonanza, ma furono compromessi dall'inadeguatezza della tecnica di scavo. Il contributo francese in questa fase è rappresentato dagli studi di padre L.-H. Vincent dell'École Biblique di Gerusalemme e dal manuale di archeologia biblica pubblicato da A. Barrois nel 1939. Tra le due guerre gli archeologi tedeschi diedero un contributo limitato all'attività sul campo. Nel 1926 Sellin tornò a Tell Balalath (Sichem), dove aveva scavato brevemente nel 1913-14, lavorandovi fino al 1934 con G. Welter, ma la documentazione andò in parte distrutta nei bombardamenti di Berlino del 1943. Nel 1922 anche la Danimarca entrò a far parte dei Paesi archeologicamente attivi in Palestina, con gli scavi diretti da A. Schmidt a Khirbet Seilun, l'antica Shiloh.
Con la fine della seconda guerra mondiale e l'indipendenza politica, l'archeologia nella Repubblica Araba di Siria ha subito una radicale riorganizzazione, grazie all'impegno diretto e costante della Direzione Generale delle Antichità di Damasco. Le prime iniziative si sono rivolte non solo a straordinari siti classici, come Palmira o Apamea, ma anche a località preclassiche come Ain Dara e Amrit. Se gli anni della guerra avevano visto solamente il completamento di alcune importanti prospezioni condotte dall'inglese M.W. Seton-Williams nella piana del Giabbul, dall'americano J.R. Braidwood nella piana dell'Amuq, dal francese J. Lassus a nord di Hama, la ripresa delle attività di scavo nei cantieri maggiori, come Mari e Ugarit, coincise con l'inizio di nuove esplorazioni, come quella condotta dal tedesco A. Moortgat dal 1955 a Tell Chuera, uno dei centri maggiori della Siria settentrionale nel III millennio a.C. Altri importanti scavi di questa fase sono stati quelli condotti dallo stesso Seton-Williams a Tell Rifaat e dal danese P.J. Riis a Tell Sukas e in altri centri minori della costa nord-siriana. Più a sud A. Bounni dava il via all'esplorazione di Tell Kazel, nella piana di Akkar, l'antica Simira. I cantieri più significativi restano tuttavia quelli di Ugarit, dove è iniziato lo scavo degli insediamenti antichi, e di Mari, dove sono stati identificati il palazzo presargonico e quello dei governatori dell'età di Ur III. L'archeologia della Siria subisce un forte cambiamento alla metà degli anni Settanta con la scoperta degli archivi di Ebla. La missione dell'Università di Roma "La Sapienza", operante a Tell Mardikh dal 1964 sotto la direzione di P. Matthiae, rinviene, nel palazzo reale del terzo quarto del III millennio a.C., un archivio di tavolette cuneiformi che rivela non soltanto l'esistenza di uno stato fino ad allora praticamente ignoto, ma anche i dettagli della sua complessa organizzazione, nonché l'esistenza di una nuova lingua semitica nord-occidentale. I risultati straordinari di questa spedizione, che ha portato alla luce quattro grandi palazzi, nove templi e un articolato sistema di fortificazioni, hanno permesso di ricostruire il quadro storico-archeologico della Siria interna settentrionale nel Bronzo Antico e Medio. Sulla spinta delle scoperte di Ebla viene ripresa l'indagine della regione tra Aleppo e l'Eufrate; più ad est, oltre l'Eufrate, i tedeschi continuano gli scavi a Tell Chuera (W. Orthmann), mentre gli archeologi australiani riprendono gli scavi a Tell Ahmar (G. Bunnens, 1992-97). Gli olandesi si concentrano sul bacino del Balikh, in particolare nelle località di Tell Sabi Abyad e di Tell Hammam et-Turkmann (M. van Loon, 1978- 96). A partire dalla metà degli anni Settanta, la costruzione di una serie di dighe sull'Eufrate e sul Khabur ha portato ad un incremento notevolissimo dell'esplorazione archeologica, con scoperte di grande importanza, come le colonie sumeriche di Habuba Kabira, Tell Qannas e Gebel Aruda, o centri come Tell Munbaqa (DOG-Università di Hamburg-Harburg, 1969- 94), Tell Abd (1971-72; U. Finkbeiner, 1992-96), Tell Suweihat (Università di Chicago e della Pennsylvania, 1972-75, 1992- 96), Tell Sheikh Hasan e negli anni Novanta Tell Qara Quzaq, Tell Banat e Tell Kabir, Gerablus Takhtani, Tell Shiukh Fokhani e Tell Shiuk Takhtani. Allo stesso tempo, gli scavi francesi a Meskene, l'antica Emar (J.-C. Margueron, 1974-79), forniscono nuovi dati sulla tarda età del Bronzo. Più a est, sempre nella valle dell'Eufrate, fondamentali per i periodi preistorici sono i siti di Mureibet e Tell Buqras, mentre uno scavo di primaria importanza per il III e II millennio a.C. è quello condotto dagli archeologi tedeschi a Tell Biya, l'antica Tuttul (E. Strommenger, 1976-96). Nel Khabur a Tell Leilan, dove la missione dell'Università di Yale diretta da H. Weiss (1978-98) ha identificato la capitale assira di Shamshi-Adad I (XIX sec. a.C.), è stata fissata un'importante sequenza stratigrafica dal IV al II millennio a.C. ed è stato messo in luce un notevole tempio paleobabilonese; a Tell Brak i nuovi scavi inglesi, diretti da D. e J. Oates (1976-98) e R. Matthews (1995), hanno portato alla luce un palazzo mitannico, un complesso palatino e templare del periodo accadico, raggiungendo i livelli del periodo Uruk e Ubaid; a Tell Beidar, dove opera una missione siro-europea diretta da M. Lebeau (1993-98), è stata indagata la fase del III millennio a.C., con l'esplorazione di un palazzo e il ritrovamento di tavolette cuneiformi analoghe per cronologia e scrittura a quelle di Ebla; a Tell Mozan scavi americani hanno portato all'identificazione dell'antica capitale di Urkish (G. Buccellati, 1985-98); più a sud, la missione tedesca diretta da H. Kühne a Tell Sheikh Hamad (1978-98) ha consentito l'identificazione del capoluogo assiro di Dur Katlimmu. Altri scavi importanti nella regione sono quelli italiani a Tell Barri (P.E. Pecorella, 1980-96); quelli danesi nel sito Ubaid di Tell Mashnaqa (I. Thuesen, 1988-92); quelli tedeschi a Tell Bderi (Kühne e Pfälzner, 1985-95); quelli belgi e olandesi a Tell Hamidiya (M. Lebeau, 1978-88); quelli francesi a Tell Mohammed Diyab (J.-M. Durand - Ch. Nicolle, 1990-98). Per quanto riguarda la Siria occidentale, si devono segnalare tra le imprese recenti più significative gli scavi inglesi a Tell Nebi Mend (P. Parr, 1968-94); gli scavi siriani a Mishrife, antica Qatna (1995-97); quelli italiani a Tell Afis (S. Mazzoni - S.M. Cecchini, 1978-98), che hanno fornito una sequenza completa dal Calcolitico all'età del Ferro, e a Tell Tuqan (P. Matthiae - F. Baffi, 1978-98), dove prosegue l'esplorazione di uno dei maggiori centri paleo- e mediosiriani; gli scavi siriani a Tell Ain Dara, seguiti ad un discutibile tentativo di coprire il tempio; quelli siro-tedeschi a Tell Genderes, sempre nella valle dell'Afrin; quelli americani a Tell Qarqur; la prospezione giapponese nel Ruǵ, nella valle dell'Oronte; infine quelli sirotedeschi nella cittadella di Aleppo (K. Kohlmeyer e W. Kayata), che nel 1997 hanno portato all'eccezionale identificazione del tempio del Dio della Tempesta. La cessazione delle attività belliche in Libano e la ricostruzione di Beirut hanno portato il Paese alla ribalta dell'archeologia orientale negli anni Novanta. L'ultima spedizione di rilievo prima della guerra civile è stata quella diretta da H. Hachmann a Kamid el-Loz, l'antica Kumidi, nella valle della Beqaa, sfortunatamente distrutta negli ultimi anni di guerra. Già nei primi anni Novanta, H. Seeden aveva potuto salvare dal saccheggio un'interessante necropoli a cremazione nell'entroterra di Tiro (1993-94). A Beirut è stato identificato l'insediamento preclassico, con la cinta di fortificazione del III e II millennio a.C. (L. Badre, 1995-98); nel Libano settentrionale nuovi dati sono forniti dagli scavi a Tell Arqa (J.-P. Thalmann, 1986-98) e a Tell Kazel, l'antica Simira (L. Badre, 1995-98). Per l'archeologia della regione palestinese, il periodo del secondo dopoguerra rappresenta una fase di rinnovata espansione, ma è anche segnato dall'affacciarsi di nuovi più forti contrasti determinati dalla mutata situazione politica. La scoperta dei rotoli del Mar Morto, apparsi sul mercato antiquario dal 1946, fino all'identificazione nel 1949 delle grotte da cui i manoscritti provenivano, e i successivi scavi dell'École Biblique a Khirbet Qumran (R. de Vaux, 1951-56), suscitarono enorme entusiasmo. La spedizione a Gerico condotta da K.M. Kenyon (1952-58) segnò un passo fondamentale nell'innovazione delle tecniche di scavo e per la concezione stessa dei metodi e delle finalità dell'indagine archeologica. L'attenzione rivolta dalla Kenyon alla cultura materiale e la sua cura nella documentazione dello scavo stratigrafico influenzeranno in modo decisivo i futuri sviluppi dell'archeologia della Palestina. Mentre a Gerico venivano gettate le basi della moderna archeologia stratigrafica, a Hazor (Tell el- Qeda, 1955-58) si formava nella tradizione di Albright una nuova generazione di archeologi israeliani, attraverso l'opera di due grandi maestri, Y. Yadin e Y. Aharoni. Y. Yadin (1917-1984) è il fondatore dell'archeologia israeliana moderna. Ancorato ad una prospettiva biblica tradizionale, fu autore di scavi memorabili, assieme all'architetto I. Dunayewsky (1906-1968), come quello della fortezza di Masada (1963-65). L'interesse principale degli archeologi israeliani era nella storia ebraica e non è casuale che proprio gli scavi di Hazor e gli studi di Yadin abbiano influenzato per decenni l'interpretazione dell'età formativa della monarchia israelita. Y. Aharoni intraprese prospezioni nell'Alta Galilea e nel Negev, scavi a Ramat Rahel (1954-62), congiuntamente con la missione dell'Università di Roma diretta da S. Moscati, nella fortezza israelita di Arad (1962-67) e a Beersheba (Tell es-Sebaa, 1967-76). Negli stessi anni altri scavi israeliani finalizzati allo studio del periodo israelita furono quelli di M. Kochavi a Tel Malhata (1967, 1971) e quelli di A. Kempinski e V. Fritz a Tel Masos (Khirbet el-Meshash, 1972-75). La scuola degli allievi di Albright aveva nel frattempo dato vita a due storiche spedizioni, la prima a Tell Balatah, la biblica Sichem (1956-64; W.G. Dever, 1972-74 ), sotto la direzione di G.E. Wright, la seconda, da questa derivata, a Tell el-Gezer, l'antica Gezer (Wright, 1964-65; Dever 1966-71, 1984). Altri scavi americani sono quelli di J.A. Callaway a et-Tell, la biblica Ai (1964-72). Alla fine degli anni Sessanta una nuova grande personalità si affaccia nel campo dell'archeologia della Palestina, quella di P.W. Lapp, che in un tempo purtroppo brevissimo, a causa della sua prematura morte nel 1970, condurrà numerosi scavi ad Araq el-Emir (1961-62), a Tell el-Ful, nelle grotte del Wadi Daliya (1963), a Tell er-Rumeith (1961, 1967) e a Tell Taannak (1963-68); specialmente quest'ultima spedizione avrebbe dato una forte spinta verso l'affrancamento dell'archeologia palestinese da una prospettiva rigidamente biblica. Negli anni Settanta e Ottanta del XX secolo le attività di scavo hanno avuto una crescita esponenziale: è impossibile citare tutte le spedizioni e ci si limita dunque a quelle più importanti per la storia degli studi. L'École Biblique ha condotto scavi a Tell Keisan nella piana a sud di Acco, diretti da J. Prignaud, J. Briend e J.-B. Humbert (1971-76). All'estremo nord del Paese, A. Biran ha avviato gli scavi a Tell el-Qadi, l'antica Dan (1978-98). M. Kochavi e P. Beck hanno scavato a Ras el-Ain, la biblica Afek (1972-83), portando alla luce un palazzo del Bronzo Medio e una residenza del Bronzo Tardo. Nella piana di Esdraelon le esplorazioni sono state condotte da A. Ben-Tor a Yoqneam, Tel Qiri e Tel Qashish (1975-80); sulla costa M. Dothan ha scavato a Tell el-Fukhar (Acco) e a poca distanza A. Kempinski ha avviato l'esplorazione di al- Kabri (1988-94), dove è stato rinvenuto un palazzo della fine del Bronzo Medio decorato con affreschi. Più a sud E. Stern ha esplorato Tell Mubarak, Tel Mevorakh (1973-76) e Dor (1980-98). Anche la regione meridionale è tornata ad essere oggetto di indagine con gli scavi di Tell Gemmeh (G.W. van Beek, 1970- 78); Deir el-Balah (T. Dothan, 1978-82); Tel Miqne, la Ekron dei Filistei (T. Dothan - S. Gitin, 1981-98); Tell Qasile (A. Mazar 1982-90) con un santuario filisteo. Gli Americani a Tell el-Hesi e a Tell el-Kheleife, Tel Halif (1976-86) hanno indagato le fasi del Bronzo Antico; J. Kelm e A. Mazar hanno portato alla luce Tel Batash, la biblica Timna (1977-90); E.D. Oren ha riportato alla luce a Tell esh-Shariaa (1972-76) una residenza egiziana; i sondaggi di M. Kochavi e I. Finkelstein a Kuntillet Aǵrud (1975-76) e a Izbeth Sartah (1976-78) hanno condotto alla scoperta di importanti ostraka. Un interesse particolare ha suscitato anche la mappatura delle fortezze dell'età del Ferro nel deserto del Negev (1975-78). L'Università di Tel Aviv ha ripreso, con la direzione di D. Ussishkin, scavi sistematici a Tell ed-Duweir, l'antica Lachish (1973-86), che hanno portato alla determinazione definitiva della cronologia del Ferro II e al chiarimento delle modalità della conquista assira di Sennacherib nel 701 a.C. Nel 1979 Y. Shiloh ha riaperto, ampliandoli, gli scavi della Kenyon sull'Ophel (la Città di Davide) a Gerusalemme, ottenendo una sequenza completa dal III millennio a.C. all'età ottomana. L'interesse per la nascita della prima società urbana in Palestina è stato riacceso dagli scavi di Tel Yarmuth (P. de Miroschedji, 1980-98), con un grande palazzo e un tempio, oltre a complesse fortificazioni del Bronzo Antico III. La scoperta del tesoro di oggetti di rame nelle grotte di Qfar Monash ha riaperto il dibattito sulle culture del Calcolitico e del Bronzo Antico I, mentre gli scavi nella regione meridionale hanno posto all'attenzione degli studiosi la questione dell'influenza egiziana sulla Palestina tra IV e III millennio a.C. Gli scavi recenti a Tel Nami e ad Ascalona hanno infine fornito dati diretti sulle città costiere nel II millennio a.C. Un altro importante capitolo è quello delle ricerche in Giordania iniziate con le prospezioni di N. Glueck prima della seconda guerra mondiale. Gli innovativi scavi di H.J. Franken a Deir Alla (1969-76), l'esplorazione della necropoli di Bab edh-Dhra da parte di P.W. Lapp (1965-67) e ancora gli scavi della Andrews University a Hesban, oltre agli scavi giordani a Tell el-Mazar, segnano la ripresa delle attività nella regione, come anche quelli di J.B. Pritchard a Tell es-Saidiyeh, proseguiti sotto la direzione di J.N. Tubb, nonché quelli australiani a Pella e a Tell el-Fukhar. Altre importanti scoperte si debbono ai padri francescani, specialmente per quanto riguarda i numerosi siti romani e bizantini, in particolare quelle di M. Piccirillo sul Monte Nebo e a Umm er-Rasas (1967-98).
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