L'archeologia dell'Iran e della Asia Centrale. Premessa
La sezione che segue è dedicata alla vasta area compresa tra la Mesopotamia, l’Anatolia e il Caucaso a occidente e il Subcontinente indiano e la Cina a oriente, una regione dai confini geografici e storici scarsamente definiti ma in larga parte unificata, nell’antichità, dal prevalere di lingue appartenenti al medesimo ceppo iranico, da credenze religiose e da altri elementi culturali.
L’esposizione è aperta da due saggi dedicati alla preistoria (Paleolitico-Mesolitico e Neolitico-Calcolitico) in cui questo territorio sarà oggetto di una trattazione comune. Seguiranno le parti dedicate all’Iran e all’Asia Centrale, ciascuna delle quali avrà inizio con l’illustrazione delle culture protostoriche, cui farà seguito la trattazione delle testimonianze archeologiche d’epoca storica (dal VII-VI sec. a.C. alla conquista islamica) che nelle due parti, tuttavia, sarà basata su criteri diversi.
Nel caso dell’Iran la suddivisione interna sarà di ordine cronologico e politico, legata all’avvicendarsi dei grandi imperi (achemenide, seleucide, arsacide e sasanide), che allo stato attuale delle conoscenze rappresentano una prospettiva più
forte e meglio documentata delle pur vivissime realtà regionali. Per l’Asia Centrale, regione che per gran parte della sua storia non è stata unificata da grandi potentati, prevarrà un criterio di suddivisione di carattere regionale e cronologico. Nei due paragrafi rispettivamente dedicati alla “Mesopotamia centroasiatica” (la regione tra l’Amu Darya e il Sir Darya, o Asia Centrale ex sovietica) e alle steppe eurasiatiche sarà tracciato un profilo archeologico di tutte quelle aree che nel corso dei secoli, per ragioni e con modalità diverse, furono i più vitali poli di sviluppo culturale.
Da un punto di vista geografico il termine Iran si può far coincidere con l’altopiano iranico, un territorio di grande estensione e scarsamente popolato, costituito in larga parte da un altopiano desertico (alt. media 1800 m s.l.m.) limitato da catene montuose. A nord i Monti Elburz rappresentano una barriera formidabile tra l’altopiano e la stretta fascia costiera lungo la sponda meridionale del Mar Caspio: una regione, questa, cui le abbondanti precipitazioni conferiscono caratteristiche ambientali totalmente diverse da quelle dell’altopiano e che nei diversi periodi storici ha rappresentato sempre un’area isolata isolata, con caratteristiche di attardamento. A nord-ovest, la regione montuosa dell’Azerbaigian costituisce un’area di transizione verso il Caucaso e l’Armenia a nord e verso l’attuale Anatolia orientale a ovest.
Più a sud, la catena degli Zagros costituisce il confine occidentale dell’altopiano con la pianura alluvionale del Tigri e dell’Eufrate, la Mesopotamia, a esso collegata da diversi passi: proprio in corrispondenza delle più agevoli vie di comunicazione con la Mesopotamia troviamo la Media, una delle regioni dal passato più illustre. L’area sud-occidentale dei monti Zagros digrada a ovest verso la regione pianeggiante, continuazione della pianura mesopotamica e nucleo centrale dell’antico Elam, che per le diverse condizioni climatiche e per l’etnia non iranica della popolazione si distingueva dall’altopiano; per questo motivo viene trattata nella sezione del Vicino Oriente. Il confine meridionale dell’altopiano, bordato dalla prosecuzione degli Zagros, è costituito dalla fascia costiera lungo il Golfo Persico, anch’essa diversa dall’altopiano per clima e popolamento sebbene a esso profondamente legata da ragioni storiche e politiche. Le catene montuose del Sud dell’Iran proseguono a est nel Baluchistan pakistano, fino alla regione della frontiera indo-iranica e alla valle dell’Indo. Nell’entroterra il bacino interno del Lago Hamun, in cui sboccano i due principali fiumi della parte afghana dell’altopiano che scendono dai versanti occidentali dell’Hindukush, costituisce il cuore della regione del Sistan, al confine tra Iran e Afghanistan. Più a nord la regione del Khorasan non ha barriere naturali verso est fino alle propaggini dell’Hindukush, mentre è limitata a nord-est dalla catena del Kopet Dagh che la separa dalla steppa turkmena a est del Mar Caspio. L’area centrale dell’altopiano è occupata da due vasti deserti, il Dasht-i Kavir e il Dasht-i Lut. L’occupazione umana si limita quindi, con l’eccezione della fertile fascia costiera a sud del Caspio, alle aree montuose meno impervie e alla stretta fascia pedemontana ai margini dei deserti, in cui le raffinate tecniche tradizionali di canalizzazione sotterranea (qanāt o karez) permettono l’utilizzazione delle limitate risorse idriche provenienti dalle sorgenti montane, nonché alle oasi delle regioni desertiche.
La nozione di Asia Centrale ha un campo semantico piuttosto aleatorio; non a caso l’espressione deriva dalla geografia, non dalla toponomastica. L’ampiezza del territorio cui essa viene applicata può variare, e non di poco, nelle diverse tradizioni di studi e in conformità con specifiche visioni geopolitiche. È ben chiara, ad esempio, la distinzione operata dai geografi (e dagli archeologi) russi tra Srednjaja Azija (“Asia media”) e Central´naja Azija (“Asia centrale”). Con Srednjaja Azija si intende il territorio delimitato a ovest dal Mar Caspio, a sud dal confine iraniano e afghano, a est dal confine con la Cina, a nord dalla Siberia meridionale (Federazione russa). Questa denominazione copre, in ampia parte, l’area che – con espressione ormai desueta – è designata come Transoxiana, termine che riflette un punto di vista meridionale, quello cioè di Alessandro Magno che, invasa la Persia, spinse le sue armate verso le terre situate al di là dell’Oxus (od. Amu Darya), ma anche, se vogliamo, quello degli Inglesi, che guardavano a questa regione dalla più importante delle loro colonie, l’India. Srednjaja Azija equivale, inoltre, al territorio designato precedentemente all’arrivo dei Russi come Turkestan (“terra dei Turchi”) o, più precisamente, al Turkestan occidentale (laddove “Turkestan orientale” indica il bacino del Tarim, la Serindia dei geografi greci, oggi in Cina). Central´naja Azija indica, invece, quella parte del “centro dell’Asia” che restò interamente al di fuori dei confini dell’impero russo (poi dell’Unione Sovietica): la Mongolia, il bacino del Tarim e il Tibet. Nella tradizione occidentale il termine Asia Centrale abbraccia l’insieme dei territori designati dalle due distinte espressioni russe, seppure con oscillazioni di variabile entità (il Tibet, ad es., ne è in genere escluso). È questa l’accezione più vicina a quella adottata nella presente opera. La Mesopotamia centroasiatica, prevalentemente a cultura sedentaria, si identifica con la regione oggi divisa tra le repubbliche di Tajikistan, Uzbekistan, Turkmenistan e Kirghizistan, ma include anche l’Afghanistan settentrionale (il cuore dell’antica Battriana). Per quanto concerne l’immensa area delle steppe eurasiatiche, che a partire dall’età del Ferro fece da sfondo all’avvento e alla diffusione del nomadismo, si è preferito sacrificare il rigore dei termini geografici per salvare l’integrità di un complesso di culture che è bene considerare come fenomeno unitario. Esso comprenderà pertanto non solo il Kazakhstan e la Siberia meridionale, ma anche quelle regioni europee che nella genesi e nello sviluppo della civiltà dei nomadi ebbero parte integrante: il Caucaso settentrionale e le steppe a nord del Mar Nero (oggi Russia e Ucraina). Resta escluso dalla nostra trattazione il bacino del Tarim (Xinjiang Uygur), ossia il Turkestan orientale, di cui si renderà conto nella sezione dedicata alla Cina.
Si rinvia a:
Preistoria dell'Iran e dell'Asia Centrale
per l'Iran:
L'archeologia dell'Iran. Introduzione
L'archeologia dell'Iran. La protostoria
L'archeologia dell'Iran. La frontiera indo-iranica
L'archeologia dell'Iran. Il mondo degli imperi iranici
per l'Asia Centrale:
L'archeologia dell'Asia Centrale. Introduzione
L'età del Bronzo dell'Asia Centrale meridionale
L'età del Bronzo nelle steppe eurasiatiche
L'archeologia dell'Asia Centrale. La "Mesopotamia centroasiatica"
L'archeologia dell'Asia Centrale. Le steppe euroasiatiche: le civiltà dei nomadi
L'archeologia dell'Asia Centrale. Le steppe tra il Mar Caspio e gli Urali