L'archeologia delle pratiche cultuali. Mondo egeo
Nel periodo prepalaziale la sfera sacra sembra essere relegata nei contesti funerari. La presenza di installazioni particolari, come recinti pavimentati e altari si trova, nel Minoico Antico, nelle necropoli della Messarà e a Mochlos, forse ad Archanes e, fuori Creta, a Lakkoudes a Nasso. Ad Apesokari e a Kamilari, queste aree si datano al Minoico Medio. A Phourni, presso Archanes, è noto un edificio sotterraneo, accessibile con una scala, al cui interno sono state trovate offerte e che forse serviva per un culto ctonio. Si è pensato che nelle necropoli i riti non riguardassero solo il culto dei morti, ma anche culti legati alla fertilità o comunque non in stretta relazione con la morte. L'area pavimentata poteva essere utilizzata per danze, come sembra suggerire un modellino fittile con quattro uomini che danzano, sempre da Kamilari. I rinvenimenti nelle necropoli di simboli della fertilità, come falli di terracotta, vasi a forma di bue e occasionalmente doppie asce cerimoniali, e il fatto che lo stesso culto della fertilità, le doppie asce, la Dea dei Serpenti saranno in seguito trasferiti nei palazzi, sotto l'autorità centrale, sembrano avvalorare questa ipotesi, anche se i modelli con figure umane che fanno offerte ai morti o preparano il pane sembrano comunque riportarci alla sfera delle offerte funebri. Tuttavia alcune aree pavimentate fuori dalle necropoli (Lerna III, Vasilikì, Cnosso, Mallia) potrebbero essere state sfruttate per culti collettivi, come sembra indicare una tavola per libagioni trovata a Vasilikì; a Creta queste aree anticipano la West Court dei palazzi più tardi. Il santuario di Dhaskaleio Kavos a Keros presenta un deposito consistente di materiale in un'isola non particolarmente importante, tanto da essere considerato un santuario relativo a più comunità delle isole vicine, sul modello di Delo. Più difficile è stabilire l'esistenza di luoghi di culto coperti: in un edificio a Myrtos è stata trovata una grande quantità di statuette, ma non un luogo per le offerte, come nei santuari di periodo più tardo. In genere si considera segno di attività cultuale la presenza di tavole per la libagione o kernoi, di pietra, spesso in relazione con le corti pavimentate e databili a partire dal periodo prepalaziale, e di alcuni vasi rituali, come la ceramica antropomorfica o zoomorfica usata per libagioni, ampiamente diffusa nelle necropoli della Messarà. Alla fine del periodo prepalaziale, durante il Minoico Medio I, ma con frequentazioni del sito già nel Minoico Antico, nascono i culti di vetta. Il culto è attestato dal rinvenimento di ceneri miste ad ossa animali, statuette umane e animali, coppe, vasi miniaturistici, modelli di terracotta, sigilli, bronzi, tavole per le offerte. Gli oggetti presenti a partire dal Minoico Medio IA in questi santuari sono simili alle offerte che si trovano nelle necropoli durante il Minoico Antico; tuttavia i tipi di santuario sono decisamente differenti e probabilmente più che al trasferimento di culto si deve pensare alla nascita di nuove esigenze cultuali. Nello stesso periodo si data l'inizio del culto in santuari in grotta, anch'essi con tracce di frequentazione più antiche che risalgono al periodo precedente, se non al Neolitico. Sempre in periodo protopalaziale si datano alcuni santuari all'interno degli insediamenti, come a Mallia e a Chamezi. A Chamezi un edificio di forma ovale, costruito in posizione elevata e con al centro una corte aperta con un pozzo, ha lasciato tracce di culto legate forse alla riserva d'acqua dell'insediamento; all'interno è stato trovato materiale di culto che comprende statuette a forma umana, rhytà, una tavola circolare per libagioni, vasi di pietra e contenitori di piccole dimensioni per unguenti, oltre a contenitori per l'immagazzinamento e pesi da telaio. Un edificio sacro probabilmente è anche quello di Anemospilia, presso Archanes, nel quale sono stati trovati vasi per l'immagazzinamento e anche oggetti legati al culto. Secondo gli scavatori, la posizione dei corpi ritrovati all'interno dell'edificio potrebbe testimoniare lo svolgimento di un sacrificio umano interrotto dal crollo della struttura prodotto da un terremoto. All'inizio del Minoico Medio continuano ad essere utilizzati i luoghi di culto presso le tombe, come a Kamilari. A partire dal Minoico Medio I si hanno testimonianze iconografiche e archeologiche della formazione di una classe sacerdotale che partecipa a rituali di offerta e sacrificio, a processioni e danze, ma forse anche a riti di evocazione o di epifania della divinità. Durante il Minoico Medio, il palazzo emerge come centro cultuale. Nel periodo protopalaziale il culto era relativamente semplice e si serviva di elementi come la doppia ascia, il toro o il rhytòn a forma di toro, vasi per libagioni, tavole di offerta, ecc. Le cerimonie venivano officiate negli spazi aperti o nelle sale da banchetto. La crescita economica e sociale di Creta durante il Minoico Medio I-II porta ad un aumento dei segni gerarchici e allo sviluppo di santuari extraurbani, soprattutto santuari di vetta, che già esistevano prima della fondazione dei palazzi, ma che ricevono rinnovato impulso dalle nuove élites, con offerte particolarmente ricche (bronzi, armi, gioiellerie, vasi di pietra e di argilla depurata). Le divinità adorate in questi santuari hanno diverse origini; alcune dovevano derivare dal periodo precedente, anche se si trovano scarse testimonianze (statuette femminili di pietra o terracotta, uccelli o rhytà a forma di toro). In alcuni casi si scelgono siti che erano già stati occupati in precedenza tra il Neolitico e il Minoico Antico II (Psychrò, Kamares, Amnisos, Ida, Atsipades, Jouktas, Arkalochori) e le divinità adorate in questi probabilmente derivano da un antico culto degli antenati. Nuove immagini di divinità si ritrovano su sigilli e amuleti durante il Minoico Medio I-II e mostrano una accettazione di nuovi dei da parte dei minoici. Gli oggetti votivi più ricchi sono quelli che si rinvengono nei santuari di vetta e, in base alla loro funzione o alla loro natura, essi sono stati recentemente suddivisi in tre categorie: intrinseci, convenzionali e specifici. I votivi intrinseci sono quelli donati alla divinità soprattutto per il loro valore, quindi oggetti personali come gioielli o oggetti da bagno, ma anche armi o utensili. I votivi convenzionali sono quelli che si dedicano per il ruolo rituale e sono di varia natura: ceramica per libagioni, rhytà, tavole per offerte, lampade, doppie asce, statuette di adoranti, corna di consacrazione; l'offerta di animali rientra in questa categoria e poteva essere accompagnata o sostituita dall'offerta di statuette zoomorfe, come indica la corrispondenza tra le ossa degli animali sacrificati e le statuette. I votivi specifici implicano una situazione o un rapporto particolare con la divinità e consistono in oggetti legati alla fertilità umana (figurine di rapporti sessuali, di donne in gravidanza o durante il parto o che allattano, figure di organi sessuali maschili e femminili), alla fertilità della natura (figure di rami di fiori, kernoi per l'offerta delle primizie, statuette di animali), alla salute (soprattutto votivi anatomici), alla guerra (armi, scudi e scudi in miniatura), all'artigianato (attrezzi di lavoro), ai giochi (tripodi, vasi di bronzo, figure di carro). I votivi trovati nei santuari extraurbani sono relativi ai riti che vi si svolgevano, che sembrano interessare soprattutto la sfera dell'iniziazione maschile e femminile e quella della fertilità della natura. Questi luoghi di culto sono comunque legati al palazzo e alle cerimonie probabilmente complementari con quelle palatine. Nel secondo periodo palaziale le forme di culto crescono in ritualizzazione e pompa; appaiono più simboli cultuali: sigilli e anelli-sigillo sono incisi con scene di tipo religioso. Inoltre i santuari si diversificano per funzione e la partecipazione più o meno ristretta ai culti indica una maggiore stratificazione sociale. Negli edifici più importanti sono riconoscibili ambienti dedicati al culto, ai quali si accedeva attraverso polityra, spesso associati a bacini lustrali. Almeno per il Minoico Tardo IA i santuari extraurbani continuano ad accogliere offerte, mentre nei palazzi il culto minoico si svolgeva nei cortili. Un cambiamento si ha durante il Minoico Tardo IB, quando sembrano perdere di importanza i santuari extraurbani grazie al forte movimento di accentramento che segna il periodo; dalla trentina di santuari nel vecchio sistema palaziale si passa a 6-9 santuari durante i Secondi Palazzi. Anche i santuari nelle grotte (Antro Ideo, Kamares, Mameloukou, Psychrò) sembrano avere una flessione ma, tranne la grotta di Psychrò, vengono frequentati durante tutto il Minoico Tardo. Tra il Minoico Tardo IA e il Minoico Tardo IB si nota in genere un fenomeno di centralizzazione e di propaganda da parte dei palazzi, attraverso l'emanazione di un linguaggio figurativo sacro rinnovato e la diffusione di una simbologia religiosa direttamente dai centri palatini, come sembra testimoniare in questa fase la grande diffusione di corna di consacrazione, delle doppie asce e in genere la standardizzazione degli oggetti religiosi e delle tavole per la libagione. Probabilmente un processo simile doveva essere subito anche dai rituali. Negli affreschi miniaturistici e in quello della processione di Cnosso si nota una grande partecipazione di folla. Uno degli elementi di diffusione di questa nuova ideologia culturale e religiosa è la pittura vascolare. Le rappresentazioni a carattere sacro che appaiono sugli affreschi a Creta o a Thera venivano ripetute sui vasi, che subivano così un processo di sacralizzazione per un eventuale uso cultuale. Un legame tra la decorazione ceramica e le élites è visibile in certe produzioni particolari, come i vasi di Kamares del Minoico Medio, lo stile marino del Minoico Tardo I o lo stile di palazzo del Minoico Tardo II. Lo stile marino si produceva solo in un limitato numero di laboratori, specialmente a Cnosso e a Palaikastro a Creta, ma anche fuori, a Egina, Micene, Korakou, forse ad Atene e Tebe, sebbene sia possibile che questi laboratori fossero stati impiantati da immigrati minoici. I pochi esemplari prodotti fecero dei vasi in stile marino uno status symbol che contraddistingueva il proprietario come appartenente all'élite. La collezione di terrecotte trovate nel santuario dell'ala ovest del palazzo di Festo e nell'ala sud-est della villa di Haghia Triada sembra rappresentare una pratica cultuale durante la quale votivi furono dedicati all'interno di riti urbani. Piedi di terracotta, non diversi da quelli trovati nel Minoico Medio III nel santuario di Anemospilia e nel Minoico Tardo IA nel deposito vicino al tempio di Haghia Irini a Kea, furono rinvenuti nel santuario dell'ala sud a Mallia, nel palazzo di Festo e a Zakros e in altri santuari cittadini e domestici. Questa concentrazione di culti nei pressi degli insediamenti si può vedere come un accentramento da parte del sistema palatino. Il culto ufficiale rimane enigmatico, ma comprende alcuni elementi visibili, come i rhytà, le doppie asce, lo stile marino. Il cambiamento più importante durante il Minoico Tardo I, probabilmente avvenuto in modo graduale, è la caduta in disuso dei bacini lustrali. Il tono sacro degli affreschi che decorano i bacini a Zakros e Akrotiri fa propendere per un'interpretazione rituale di questi bacini, anche se il loro uso non è conosciuto. Ancora, l'importanza del bacino lustrale nel Minoico Medio all'interno del Quartier Mu di Mallia fa pensare che non sia un semplice bagno. Questi bacini hanno il loro apice e la loro scomparsa durante il Minoico Tardo I; la villa di Haghia Triada è stata costruita senza bacino. Si assiste ad un forte cambiamento dei costumi religiosi e delle pratiche e dei luoghi di culto nel Minoico Tardo IA maturo; tale fenomeno è forse da porre in relazione con la crisi sociale ed economica che colpì Creta in seguito all'eruzione di Santorini. Non si nota una grande diffusione della religione minoica fuori Creta, tranne che a Santorini, dove sono state trovate strutture sacre di tipo miceneo; non molto è possibile dire sulle statuette femminili in terracotta offerte ad Haghia Irini. A Epidauro, in un santuario all'aria aperta con un altare, sono state trovate offerte di tipo minoico, tra cui le doppie asce. In Grecia continentale per tutto l'Elladico Medio non si trovano elementi che possano essere in qualche modo posti in relazione con la sfera sacra. Il santuario di Haghia Irini a Ceo sembra essere attivo solo dall'Elladico Tardo. I rituali minoici non sono accolti e i votivi di tipo minoico sono relativamente rari in Grecia. Prima della fine dell'Elladico Tardo II appaiono sulla scena statuette votive che sembrano essere uno dei primi oggetti di culto della Grecia micenea. Sono particolarmente frequenti a Micene, ma all'inizio sono presenti soprattutto nel Peloponneso meridionale e successivamente diffuse in una regione più ampia. A volte i ritrovamenti sono lontani dagli insediamenti, ma statuette provengono anche dalla città bassa di Tirinto, da Epidauro, da Haghia Irini, dove la dedica di tali votivi indica una miceneizzazione del santuario. Più rari sono i luoghi di culto accertati, tra i quali si segnalano un complesso sacro a Phylakopi e un centro di culto a Micene. Le classi di materiali trovate nei santuari tuttavia indicano una disomogeneità dei culti in Grecia. Maggiori informazioni provengono dalla lettura dei testi in lineare B, dai quali si conosce l'esistenza di sacerdoti, di entrambi i sessi e diversi nomi di divinità, alcune conosciute anche in periodo storico (Zeus, Hera, Posidone, Hermes), altre ignorate successivamente (Diwia, Marineus, Ko-ma-we-te-ja). Tra le rappresentazioni figurate particolarmente interessante è, dalla Sala dell'Affresco a Micene, la scena di due divinità affrontate, rispettivamente con lo scettro e la spada, che suggestivamente sono state interpretate come Atena ed Hera. Con la caduta dei palazzi micenei la dedica di statuine sembra continuare e in alcuni casi sono riutilizzati esemplari vecchi, come a Phylakopi. La religione micenea sembra subire un'interruzione alla fine dell'età del Bronzo, quando le offerte di oggetti votivi termina e molti luoghi di culto vengono abbandonati.
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