Nessun altro presidente nella storia brasiliana ha fatto registrare un tale impegno al di fuori dei confini nazionali. Durante i suoi due mandati, l’ex presidente brasiliano Lula ha trascorso più di un anno (385 giorni) fuori dal Brasile, visitando più di 200 paesi e aprendo 36 rappresentanze diplomatiche all’estero. Oltre al rafforzamento della presenza brasiliana nel continente sudamericano, l’attivismo di Lula mirava ad accrescere e rafforzare la presenza del suo paese in altre regioni emergenti, come l’Asia, l’Africa e il Medio Oriente. L’intervento di Lula in quest’ultima area si è dimostrato tuttavia altamente controverso, specialmente per quanto concerne il suo tentativo di mediazione – congiuntamente alla Turchia – nella controversia sul nucleare iraniano.
L’attivismo diplomatico di Lula non è stato tuttavia esente da critiche. Da una parte, ad esempio, è stata messa in dubbio la capacità della diplomazia brasiliana di gestire problematiche quali la non proliferazione o i conflitti religiosi; dall’altra, si è segnalata una possibile sproporzione tra le velleità diplomatiche del paese e le sue concrete capacità d’azione e d’influenza.