Il contributo è tratto da Storia della civiltà europea a cura di Umberto Eco, edizione in 75 ebook
Gli Azeri, o Tartari del Caucaso, sono una popolazione sciita di lingua turca distribuita oggigiorno tra la Repubblica di Azerbaigian, con capitale Baku, e l’Azerbaigian, regione dell’Iran, con capitale Tabriz. La Repubblica di Azerbaigian ha una superficie di 86mila chilometri quadrati e una popolazione di 7 milioni 137mila unità. Confina con Armenia a ovest, Georgia e Russia a nord, Iran a sud e Mar Caspio a est. Una Repubblica Democratica Popolare dell’Azerbaigian è stabilita nel 1918 in territorio russo ma viene conquistata dai bolscevichi nel 1920 e inglobata nella Repubblica Socialista Sovietica Transcaucasica che fa parte dell’URSS dal 1922. Nel 1936 la Repubblica Transcaucasica viene scissa nelle tre repubbliche caucasiche tra cui l’Azerbaigian, che nel 1991 torna indipendente e comincia una disputa con l’Armenia per il controllo del Nagorno Karabak.
Nonostante l’influenza religiosa e politica della Russia non sia ai livelli di quella persiana e ottomana, lo sfruttamento delle risorse locali a opera dei Russi favorisce una rapida crescita della citta di Baku che, con una popolazione di oltre 200 mila abitanti, è il più grande centro urbano del Caucaso all’inizio della prima guerra mondiale. Il risveglio nazionale comincia verso il 1903-1904, quando il Partito Himmat (Uguaglianza) cerca di rilanciare la cultura e la lingua azera contro l’influenza russa.
Dopo una breve unione con Georgia e Armenia che facilita lo svincolamento da Mosca nel febbraio del 1918, i nazionalisti locali proclamano una Repubblica Democratica Popolare dell’Azerbaigian il 28 maggio dello stesso anno e conquistano Baku con l’aiuto dell’armata ottomana.
L’Armata Rossa torna in Caucaso conquistando l’Azerbaigian nel 1920, il Nakhchikevan nel 1921 ed il Nagorno Karabak nel 1924, tutti territori che sono poi annessi alla Repubblica Socialista Sovietica dell’Azerbaigian con la Costituzione del 1936. Nel frattempo il Paese, unito a Georgia e Armenia nella Repubblica Socialista Sovietica Transcacasica, è Repubblica fondatrice dell’URSS nel 1922. La collettivizzazione forzata delle terre e la relativa resistenza della popolazione locale va a scapito del benessere locale, ciononostante la crescita economica è favorita, oltre che dalla presenza del petrolio, anche dal consistente livello di industrializzazione promosso dall’URSS, che favorisce anche l’alfabetizzazione della popolazione.
A seguito della seconda guerra mondiale l’URSS occupa l’Azerbaigian del Sud (capitale Tabriz, oggi parte dell’Iran), ma forti pressioni della comunità internazionale fanno desistere Stalin (1879-1953) che ritira le truppe nel 1946.
Dopo una prima purga del Partito Comunista Azero nel 1959 ad opera di Nikita Chrušëv (1894-1971), una seconda purga a opera di Leonid Breznev (1906-1982), nel 1969, porta Heydar Aliyev (1923-2003), ex leader sovietico e primo musulmano alla guida del partito; Aliyev viene poi destituito da Michail Gorbacëv nel 1987 per sospetta corruzione.
Con la perestrojka l’opposizione prende coraggio e, nel 1989, sotto la pressione del Fronte Popolare Azero, la Corte Suprema passa una risoluzione di sovranità azera su acqua, terra e risorse.
Quando, nel 1990, a seguito della decisione di Gorbacëv di dare più autonomia alla regione di Nagorno Karabakh abitata da due etnie, gli armeni e i curdi, cominciano nel Paese manifestazioni antiarmene e antisovietiche, l’Armata Rossa entra a Baku e, dopo aver represso le dimostrazioni, affida al comunista Ayaz Mutalibov (1938-) la guida del Paese. Le manifestazioni alla frontiera con l’Iran per il ricongiungimento del popolo azero sono ugualmente represse.
Le tensioni con l’Armenia spingono Baku a bloccare le esportazioni di petrolio dal 1989. In seguito al colpo di Stato a Mosca il 30 agosto 1991 l’Azerbaigian dichiara l’indipendenza, formalizzata il 18 ottobre, ed entra a far parte della Comunità degli Stati Indipendenti. Nel 1995 adotta una Costituzione.
Successivamente a una dichiarazione di indipendenza del Nagorno Karabakh, l’interesse che Armenia e Azerbaigian hanno sull’enclave scatena, nel 1991, un conflitto placato solo nel 1994, anno in cui è dichiarata una tregua non ufficiale e l’Armenia è costretta a lasciare la parte di territorio azero occupato. Il Karabakh è oggi de facto un territorio autonomo con il nome di Repubblica del Nagorno Karabakh anche se manca, ancora nel 2005, un riconoscimento da parte della comunità internazionale.
Il blocco economico verso l’Armenia, cominciato nel 1989, e la situazione politica instabile portano a un colpo di stato che installa alla guida dell’Azerbaigian Heydar Aliyev, poi formalmente eletto nel 1993 e nel 1998 in elezioni criticate e sospettate di brogli dalla comunità internazionale. Benché nel 2001 il Paese sia invitato a far parte del Consiglio d’Europa, i rapporti con l’Armenia non migliorano. Nel 2003 gravi problemi di salute costringono Heydar Aliyev a dimettersi e a designare il figlio Ilham come successore. Nello stesso anno Illham è eletto presidente nonostante la regolarità delle elezioni venga fortemente messa in dubbio dall’OSCE.