Tra il 2009 e il 2010 l’Eni ha cercato di entrare nel mercato dello sfruttamento dei giacimenti petroliferi ugandesi. La compagnia petrolifera italiana, infatti, ha cercato di comprare il 50% dei blocchi 1 e 3A sul Lago Alberto, in Uganda, per 1,35 miliardi di dollari dalla compagnia petrolifera Heritage. L’opposizione della Tullow Oil, che deteneva il restante 50% dei pozzi, unito alla contrarietà del governo ugandese, hanno però bloccato questa operazione, che avrebbe permesso all’Eni di controllare pozzi sulle due sponde del Lago Alberto. L’Eni ha probabilmente pagato anche un’eccessiva vicinanza al regime libico: l’opposizione di alcuni membri del governo ugandese all’Eni, infatti, sembrerebbe esser stata dettata dal fatto che l’acquisto della quota Heritage avrebbe dato alla Libia e all’Eni il totale controllo delle politiche energetiche lungo il fiume Nilo, dall’Uganda all’Egitto.