L'Europa tardoantica e medievale. I popoli delle migrazioni nelle regioni occidentali. Gli Alani
L’etnonimo Alani doveva indicare un insieme di popolazioni iranico-sarmatiche che conducevano vita seminomade. Nella storiografia antica, a partire dall’epoca di Vespasiano (69-79 d.C.), gli Alani, in quanto popolazione costituita da molte tribù sparse fra il Mar Nero, il Mar Caspio, il Don e il Caucaso, sono designati anche come Massageti e, data la loro vicinanza agli Ostrogoti sul Don, come Tanaiti (Fl. Ios., Bell. Iud., VII, 7, 4; Dio Cass., LXIX, 15). Sulla struttura sociale e, in generale, sulla storia culturale, le fonti scritte del III-IV secolo apportano scarse informazioni e sono condizionate da antichi luoghi comuni (Amm. Marc., XXXI, 2, 12-25). Sembra che la loro economia fosse basata sull’allevamento di bestiame di grossa taglia e nella loro cultura fossero dominanti gli influssi del Ponto greco e dell’Iran sasanide.
Intorno al 335 gli Alani furono sconfitti dagli Unni; insieme a questi ultimi nel 375 sgominarono il regno ostrogoto. Successivamente comparvero spesso in associazione con gruppi di Goti e di Unni localizzati in varie regioni, come elementi disturbatori delle province orientali dell’Impero. In seguito alla battaglia di Adrianopoli del 378, Goti, Unni e Alani, sotto la guida di Alatheus e di Safrax, irruppero nelle province illiriche e si spinsero verso la Gallia, fino a che non vennero insediati in Pannonia come federati da Teodosio I nel 380. Nel 401 Stilicone, il generale dell’Impero d’Occidente, sconfisse i Vandali e gli Alani nelle province del Norico e della Rezia; non è possibile stabilire se si trattasse in questo caso degli Alani stanziati in Pannonia da Teodosio o di altri gruppi situati al di là dei Carpazi. L’avanzata degli Unni verso il basso Danubio, intorno al 405, provocò una nuova migrazione, in seguito alla quale Vandali, Svevi e Alani, insieme con altri Germani del Danubio, si spinsero verso ovest. Il 31 dicembre 406 attraversarono il Reno presso Magonza, devastarono per tre anni la Gallia, nel 409 valicarono i Pirenei e, infine, nel 411 vennero insediati da Onorio nella Penisola Iberica. Il gruppo numericamente più forte era quello degli Alani, ai quali vennero assegnati terreni in Lusitania e nella Carthaginensis.
Le guerre con i Visigoti e la morte del loro re Addac destabilizzarono notevolmente gli Alani iberici; questi si unirono ai Vandali Asdinghi, il cui re si proclamò nel 418 rex Vandalorum et Alanorum. Nel 429 Genserico condusse il suo popolo, da tempo convertitosi al cristianesimo ariano, in Africa; qui il regno dei Vandali e degli Alani continuò a esistere fino al 533. Una parte degli Alani appartenenti al grande esercito del 406 sembra essere stata inglobata nell’esercito romano, sotto Goar, e non aver successivamente lasciato tracce; altri gruppi si unirono ai Visigoti di Tolosa. È accertata la loro presenza, attorno al 440, nell’area di Valence e, dal 445, sul medio corso della Loira come federati (Not. dign. occ., VI, 50; VII, 163). Nel 451 il re Sangiban con i suoi Alani guidò la resistenza di Orléans contro Attila, ma le fonti dell’epoca non forniscono dati su quel cospicuo numero di popola-zioni alane che, come gran parte degli Ostrogoti, degli Eruli, degli Sciri e dei Gepidi, sin dall’epoca del primo attacco unno era rimasto sotto la sovranità dei cavalieri asiatici. Questi Alani sono menzionati da Procopio (Bell. Goth., V, 1, 3; VIII, 1, 4; III, 4; IV, 1; VIII, 8 ss.) e da altri autori bizantini, da fonti arabe, georgiane, persiane e armene; alleati dei Persiani, questi cavalieri corazzati erano localizzati nella loro antica sede tra il Don, il Volga e il Caucaso. Dalla metà del VII secolo passarono sotto la sovranità dei Cazari. Si identificano negli Osseti i loro attuali discendenti.
La ricerca scientifica ha tentato di individuare le testimonianze archeologiche degli Alani: di certo essi hanno contribuito alla diffusione verso ovest della deformazione artificiale del cranio, dell’usanza di decorare con gemme le spade e gli specchi caratteristici delle popolazioni nomadi. Le sepolture tipiche sono a pozzo e a catacomba; in esse venivano inumati uomini e donne con armi e coltelli; si usava anche seppellire i cavalli con i loro finimenti. Da recenti scavi nelle regioni in cui la storiografia antica localizza gli Alani, tra il Mar Nero e il Mar Caspio, ad Abrau-Durso (Krasnodar), a Porèino e a Iragi, nel Daghestan, è emerso un quadro dei loro rituali funebri e dell’originalità dei loro costumi non privo di conseguenze sull’interpretazione dei reperti nelle sepolture risalenti all’epoca delle migrazioni nell’Europa centrale e occidentale, solitamente raggruppate sotto l’esponente culturale del regno di Attila (Attila-Reich) che sottolinea la presunta egemonia unna (Bóna 1991). Grandi fibbie “gote”, a placca con rivestimento d’oro e pietre ornamentali, compaiono spesso in gran numero all’interno della stessa tomba e non solo in sepolture femminili; viceversa, in sepolture unanimemente definite dall’antropologia come femminili è stata riportata alla luce una lunga spada dal manico finemente decorato. Come rivela la sepoltura femminile di epoca unna a Iragi, il corredo consiste di norma in orecchini d’oro, numerose canutiglie d’oro a omega (W) appartenenti a veli, una collana di corniola, agata, ambra, cristallo di rocca, vetro e ghiaietto, una coppia di fibbie laminate d’oro e decorate da pietre, una coppia di fibbie a placca d’argento non decorate, una cintura con fibbia d’argento e linguetta della cinghia laminata d’oro con pietre preziose, due bracciali di diverso tipo e un completo da toletta d’oro, chiavi d’argento, vasi d’argilla e una coppa di vetro.
In base alla localizzazione geografica e al tipo di corredi, le tombe alane si differenziano chiaramente da quelle unne, come pure da quelle germaniche orientali; ci si chiede pertanto se le sepolture femminili dai ricchi corredi di Regöly in Ungheria, di Untersiebenbrunn nell’Austria Inferiore, di Airan in Normandia e di Kouchiat-Zauter vicino a Cartagine in Tunisia non si debbano considerare l’eredità archeologica di aristocratiche signore alane della prima metà del V secolo, trasferitesi a ovest durante la grande migrazione dei Germani. Potrebbero essere identificate come alane anche le sepolture con spada di Beja (Pax Iulia) in Portogallo, come pure quelle di Altlussheim e Wolfsheim sul Reno; in tal caso troveremmo in esse una testimonianza del ruolo svolto dagli Alani nella diffusione in Europa occidentale dello stile decorativo policromo di origine pontica.
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