L'Europa tardoantica e medievale. I popoli delle migrazioni nelle regioni occidentali: I Turingi
La regione del medio corso dell’Elba, del Saale e dell’Unstrut, insieme alla zona settentrionale del massiccio di Harz e al bacino della Turingia erano nel primo VI secolo l’area di insediamento dei Turingi.
A partire dal II secolo i Germani dell’Elba si insediarono nella Germania centrale e solo il gruppo tra Saale e Unstrut ha radici tra i Germani del Reno-Weser. Come la popolazione dei Germani dell’Elba anche il gruppo dei Germani del Reno-Weser seppelliva in necropoli con tombe a incinerazione. In base alle fonti scritte, che sono disponibili solo dalla prima età imperiale, nella regione dell’Elba-Saale si stabilirono Ermunduri. Capi di mercenari dalla Germania centrale raggiunsero, nel regno gallico usurpato (260-273), una considerevole ricchezza, che si rispecchia nelle sepolture a inumazione del tipo Haßleben-Leuna. Per questo motivo nel tardo III secolo prende consistenza la classe dirigente aristocratica degli Ermunduri. Furono importate merci romane, insieme a tecnologie e culto. Intorno al 400, quando ricompaiono nelle fonti scritte, vengono nominati Toringi, Turingi. Nella etnogenesi di questi gli Ermunduri ebbero sicuramente una grossa parte ed è possibile anche che si tratti semplicemente di un cambiamento di nome. Nel tardo IV secolo, nell’area orientale del Saale – nei pressi di Niemberg – ebbe luogo lo spostamento di un gruppo appartenente alla popolazione dalla zona della cultura di Ãernjachov, riconoscibile dalle strette tombe con gli scheletri deposti in posizioni particolari. Si ignora quando precisamente nella prima metà del V secolo i Turingi siano stati assoggettati dagli Unni; nel 451 presero parte al passaggio di Attila in Gallia. Evidentemente i loro capi accumularono esperienze militari e diplomatiche alla corte degli Unni. Ciò li rese capaci, dopo la morte di Attila e la battaglia a Nedao del 454, di costituire un regno proprio. Già intorno al 456 il re dei Franchi Childerico trovò asilo presso un re dei Turingi, Bisin, e ne sposò la moglie, Basena. Un altro re Bisin viene menzionato alla fine del V secolo, la cui consorte, Menia, apparteneva alla stirpe dei sovrani longobardi.
Nella seconda metà del V secolo compaiono nelle fonti archeologiche della Germania centrale forti influssi della cultura dei barbari della regione del Danubio, germano-orientali/unni. La deformazione artificiale del cranio trovò molti seguaci. La sepoltura a inumazione divenne universalmente usuale. Le necropoli dell’aristocrazia turingia distribuite in modo uniforme nel territorio, come Deersheim, Gipsersleben, Großörner, Stössen e Weimar, si distinguono per le numerose sepolture di cavalli. Tre stalloni e due cani furono dati, perché lo accompagnassero nell’aldilà, solamente al fanciullo di rango principesco con cerchio d’oro al polso a Großörner; i preziosi finimenti di cavallo hanno modelli della regione del Danubio. Nella produzione di vasellame ceramico da mensa di notevole qualità comparvero – accanto ai recipienti fatti a mano tipici dell’area germanica dell’Elba, ornati con scanalature e decorazione plastica – prodotti realizzati al tornio. L’artigianato artistico nella tradizione locale germanica della zona dell’Elba sviluppò sotto i nuovi influssi alcune forme di ornamenti molto caratteristiche, soprattutto fibule ad arco e anche fibule miniaturistiche. Colpiscono e si riconoscono facilmente come turingie le fibule ad arco con teste di volatile rivolte verso l’alto o verso il basso, ma anche alcune con placche di testa a forma di tenaglia.
Nel periodo intorno al 500 il regno di Turingia era, insieme a quello dei Franchi che aveva il suo centro nella Gallia del Nord, il più potente regno germanico a nord delle Alpi. L’Alamannia era prossima alla definitiva sconfitta e i Longobardi avevano appena preso possesso del Rugiland a nord del Danubio. La posizione del re dei Turingi diviene chiara nella struttura di potere nord-alpina, quando il re degli Ostrogoti Teodorico nel 510 fece sposare sua nipote Amalaberga con Hermenefred, il figlio maggiore ed erede del re Bisin. Gli interessi e il potere dei Turingi superarono ampiamente l’area di insediamento propriamente turingia, tuttavia solo nel Sud ci sono indicazioni più precise; qui i Turingi già nel 470 si spinsero fino al Danubio, vale a dire fino al confine settentrionale della provincia della Rezia. L’influenza turingia sulla cultura germanica della zona dell’Elba in Boemia non è da trascurare; ma parimenti forti erano i rapporti del gruppo boemo con la cultura pure di matrice germanica dell’Elba dei Longobardi nella Moravia e nell’Austria Inferiore. Dal momento che senza dubbio esistevano stretti contatti tra i due popoli uniti da legami dinastici, rimane incerto chi avesse la supremazia in Boemia. S’ignora in quale rapporto fossero i nuclei di insediamento del Meclemburgo e il regno di Turingia. Poiché nel patrimonio culturale dei Turingi gli elementi in comune con altre tribù germaniche della zona dell’Elba si mostrano ancora fino alla prima metà del VI secolo, ad esempio nella ceramica ornata da scanalature e costolature, i contatti tra queste tribù devono essere proseguiti nel tempo.
Dei Turingi a ovest del basso Reno, che nel 491 furono sconfitti da Clodoveo, riferisce Gregorio di Tours (Hist. Franc., II, 9, 27), ma non è certo se faccia confusione con i Tungri (Tongern). Tuttavia, anche attraverso le testimonianze archeologiche si può documentare nel regno dei Franchi, sulla base degli inconfondibili accessori dell’abbigliamento, un rilevante numero di persone di origine turingia già nel tardo V secolo e precisamente con una più evidente concentrazione nel territorio un tempo di Siagrio. Da ciò si deve dedurre che guerrieri turingi servirono fino al 486 nell’esercito tardoromano di Siagrio e che le loro famiglie li avevano seguiti. Inoltre, sul medio Reno è evidente la presenza di una parte della popolazione turingia negli insediamenti franchi fondati sotto Clodoveo. In questo caso si tratta, in base alle ricerche di A. Wieczorek, per lo più dell’immigrazione di Turingi o meglio di Germani dell’Elba in insediamenti franchi già esistenti. Contatti sussistevano tra Turingi e i popoli del Nord e dell’Ovest. Passando per Mühlhausen i collegamenti conducevano attraverso la regione del Leine-Weser fino all’area anglosassone. Si possono osservare molti elementi del costume di evidente origine scandinava nella regione dell’Elba-Saale tra Halle e Magdeburgo. Mercanti dal regno dei Franchi rifornivano i Turingi benestanti a nord come a sud dell’Harz con merci di lusso, soprattutto vasellame di vetro.
Dopo la morte nel 526 del re degli Ostrogoti Teodorico, sotto la cui protezione erano stati Alamanni e Turingi, i Franchi portarono avanti la loro espansione a est del Reno. Nel 529 i Turingi riuscirono a respingere il re dei Franchi Teodorico I con gravi perdite da entrambe le parti. Nel 531 Teodorico I da Reims e suo fratello minore Clotario I da Soissons con i loro eserciti franchi riuniti inflissero ai Turingi presso il fiume Unstrut una sconfitta, che portò al tramonto del regno di Turingia. Hermenefred fuggì, ma fu attirato per trattative a Zülpich e lì ucciso. Clotario I aveva portato con sé a Soissons Radegunde, una figlia di Bertachar caduto nel 529 e quindi nipote del re dei Turingi Hermenefred, e più tardi l’aveva sposata per legittimare le proprie rivendicazioni sul regno dei Turingi. Bisogna supporre che oltre alla famiglia reale numerose altre famiglie fossero fuggite in regioni vicine; esse tra l’altro trovarono accoglienza in Boemia, presso i Longobardi e i Bavari. Questo lascia intendere la diffusione delle forme di fibule turingie più recenti, tra le quali le fibule a tenaglia con piede ovale. D’altronde non si può escludere che anche orafi longobardi producessero forme di fibule originariamente turingie, fenomeno che avrebbe come risultato una diffusione simile. Dopo l’integrazione dei Turingi nel regno franco, scompare l’artigianato artistico turingio autonomo.
In Turingia successivamente al crollo del regno non avvenne nessun generale cambiamento della popolazione e sono meno attestati i sepolcreti turingi, in particolare le necropoli della nobiltà. Guerrieri turingi trovarono accoglienza dopo il 531 nell’esercito franco e furono insediati con le loro famiglie nelle regioni orientali dei Franchi, sul medio Reno, in Lorena e prima del confine della Borgogna. I Franchi rinunciarono all’area d’insediamento dei Turingi a est dell’Elba-Saale e quindi a un terzo della zona d’insediamento di un tempo; qui si stabilirono presto gli Slavi. Già nel 562 si giunse a combattere sull’Elba in Turingia con gli Avari che si avvicinavano da est. Con l’accrescersi del pericolo degli Avari e degli Slavi aumentò di nuovo anche l’interesse dei Merovingi per la Turingia. Verso la fine del VI secolo il suo territorio ospitò basi militari franche. In particolare, in corrispondenza dei passaggi fluviali furono installate stazioni stradali e presidiate con milizia franca, come a Bilzingsleben e Sömmerda sul fiume Unstrut; ad Allach, 6 km a ovest di Erfurt, erano dislocati nel tardo VI secolo numerosi cavalieri franco-orientali che lì vennero anche sepolti in un piccolo sepolcreto. Dagoberto I (629-638) fu l’ultimo re merovingio attivo in Turingia. La Turingia era sottoposta a un duca franco; dal tardo VII secolo la governarono i duchi di Würzburg. Lo sviluppo storico dell’importante nodo stradale a Erfurt condusse qui alla fondazione di una diocesi nell’anno 741.
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