L'Europa tardoantica e medievale. I territori entro i confini dell'Impero. Aquisgrana
Città (lat. Aquae Granni, Aquisgranum; ted. Aachen) della attuale Germania, nella Renania settentrionale-Westfalia.
Nota in francese come Aix-la-Chapelle, fu sede del palazzo di Carlo Magno. Sono state rinvenute tracce di un’occupazione sin dall’età del Bronzo. Nel I sec. d.C. l’area era compresa nella parte occidentale della Germania Inferiore; in età claudia vi fu installato un agglomerato di carattere commerciale, che beneficiava della vicinanza al grande asse stradale che conduceva alla civitas Tungrorum (Tongres). Verso l’80 d.C. le legioni che stazionavano sul limes costruirono due impianti termali che utilizzavano varie sorgenti calde sulfuree. Il più antico (Büchelthermae) è stato scoperto presso la Büchelstrasse; il secondo (Münsterthermae) è stato identificato nel settore della Pflazkapelle, insieme con un tempio costruito in mattoni dalle legioni I, VI, X e XXX. Queste terme rimasero in uso fino al IV sec. d.C.; poi sulle rovine delle Münsterthermae venne edificata una chiesa, utilizzando l’impianto e i muri ancora in elevato del monumento, a cui fu aggiunta un’abside. L’importante abitato di Aquae Granni si sviluppò presso gli impianti termali, a sud della località di Markthüjels. Ateliers ceramici di I-III sec. d.C. sono stati rinvenuti a nord-ovest dell’agglomerato e all’esterno di esso, a sud-ovest. Alcuni documenti epigrafici menzionano un sevir augustalis, un frumentarius, un beneficiarius, un consularis e ci permettono quindi di conoscere le attività quotidiane. Si ignora a chi fosse dedicato il tempio legato al complesso termale, ma alcune iscrizioni che menzionano Apollo, Mercurio e Fortuna documentano il culto di tali divinità. Una necropoli di III-IV secolo è stata rinvenuta a nord-ovest della città.
Il sito ha avuto continuità di occupazione tra il V e l’VIII secolo, anche se il nome Aquisgranum è menzionato per la prima volta in un testo del 765; alcune sostruzioni relative a una chiesa sono state scoperte sotto la cappella del palazzo carolingio. È noto che Pipino fece ripulire le terme, probabilmente quelle della Büchelstrasse, sempre nel 765. Un cimitero altomedievale ordinato in file è stato rinvenuto a meno di 1 km dalla zona abitata. Il palazzo che Carlo Magno fece costruire verso il 794, ampliando la villa di suo padre Pipino, occupava una superficie di 20 ha; la residenza comprendeva una grande aula, alcuni appartamenti e un complesso balneare con piscina per un centinaio di bagnanti. Gli edifici consacrati al culto erano disposti a sud; la cappella, a pianta ottagonale, era munita di una tribuna. Di fronte all’altare, Carlo Magno fece installare il suo trono dal quale, assistendo alla funzione, poteva contemplare il mosaico absidale con la rappresentazione dell’Apocalisse; tale disposizione sembra mutuata dal palazzo imperiale di Costantinopoli.
La volontà del principe di apparire come capo dell’Occidente si manifestò prima dell’incoronazione (800) nella costruzione e nell’organizzazione del suo palazzo. Divenuta sede prediletta di Carlo Magno, A. si sviluppò con un progetto urbanistico preciso, che si articolava intorno alla residenza dell’imperatore e alla Cappella Palatina. La chiesa, consacrata da Leone III (795-816) e ancora ben conservata, mostra una pianta poligonale con avancorpo (Westwerk) ed è unita da un collegamento rettilineo all’aula regia che oggi costituisce il municipio. La torre (Granusturm) era forse destinata ad abitazione del sovrano; non lontano sorgevano le terme delle quali si scorgono ancora i ruderi. Per la realizzazione del complesso fu preso a modello il patriarchio lateranense a Roma, sede ufficiale dei pontefici sin dall’età costantiniana e abbellito dallo stesso Leone III; tuttavia, le analogie sono per lo più di tipo nominale e simbolico. Il modello della Roma costantiniana è in effetti ben presente nella pianta della Cappella Palatina, nella medesima composizione architettonica tra il palazzo di A. e quello del Laterano, negli analoghi elementi decorativi, che evidenziano l’intento di Carlo Magno di riprodurre il complesso residenziale del pontefice.
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