L'Europa tardoantica e medievale. I territori entro i confini dell'Impero. Le Isole Britanniche: L'Irlanda
Nonostante le sue ridotte dimensioni, l’Irlanda è estremamente ricca di siti e manufatti archeologici, messi in luce soprattutto in seguito alle indagini svolte negli ultimi decenni.
Sebbene il maggior numero di siti sia medievale, l’impulso delle ricerche è stato fino a epoca molto recente verso il periodo preistorico. Questo ha comportato che vi siano molte lacune nelle nostre conoscenze circa la maggior parte dei siti più piccoli ed effimeri del periodo medievale. Nell’Irlanda del Nord vi è un attivo programma di ricerche archeologiche coordinato dal Department of the Environment. Non vi sono prove certe riguardo alla popolazione esistente in Irlanda nel Paleolitico, sebbene siano stati rinvenuti alcuni utensili di questo periodo. È con il Mesolitico che l’Irlanda fu “colonizzata”, circa nel 7000 a.C. Questi cacciatori, pescatori e raccoglitori di cibo dell’età della Pietra probabilmente arrivarono in Irlanda sulla costa nordorientale e si diffusero molto rapidamente in tutta l’isola. Il sito più antico noto è situato a Mount Sandel nella contea di Derry, dove sono stati scavati i resti di capanne circolari associati a strati di frequentazione relativi alla produzione di utensili di pietra e alla concia delle pelli. Nel periodo neolitico si trovano le prime comunità agricole, con le quali si sviluppò la necessità di abitare presso i campi, cosa che con il tempo avrebbe portato allo sviluppo di insediamenti raccolti come villaggi. Le foreste vennero pulite e sembrerebbe che tutte le componenti delle comunità irlandesi si fossero insediate dove i campi venivano coltivati con la zappa. Gli animali domestici fornivano cuoio e pelli per l’abbigliamento, mentre le loro ossa erano indispensabili per la produzione di utensili. Dal 4000 a.C. circa aumenta la quantità e la differenziazione delle evidenze archeologiche, dalle grandi tombe di pietra (megaliti), come Newgrange e Knowth sul fiume Boyne nella contea di Meath, agli impianti planimetrici delle case di questo periodo, come Tankardstown, contea di Limerick. Infatti, le evidenze funerarie nella Boyne Valley, nella contea di Meath o a Loughcrew, nella stessa contea, sono a livello delle più elaborate in Europa. Come gli utensili litici, i frammenti di ceramica e il polline hanno consentito di identificare questa importante era, che è stato calcolato sia durata per più di duemila anni. Questo fu un periodo veramente rivoluzionario in quanto i grandi monumenti funerari di pietra richiedevano una complessa struttura sociale per essere edificati. Ci sono anche prove dell’inizio di commerci a lunga distanza.
L’introduzione delle tecniche di lavorazione del metallo nel 2000 a.C. portò importanti modifiche nella società preistorica irlandese. I primi metalli a essere raffinati furono il rame e l’oro e quindi una lega, il bronzo. Le nuove forme di ceramica come la Beaker e differenti pratiche di sepoltura, come la cremazione e l’inumazione accucciata, furono caratteristiche di questo periodo. L’età del Bronzo vide l’introduzione di nuove tipologie di monumenti megalitici, come i cerchi di pietre, le file di pietre e le sepolture sotto ciottoli e pietre isolate, mentre la tarda età del Bronzo in Irlanda vide lo sviluppo di una forte tradizione della lavorazione dei metalli. I numerosi siti della media età del Bronzo che sono stati scavati spesso consistevano in gruppi di case circolari o curvilinee generalmente racchiuse in un terrapieno o in una palizzata. Diversi siti lacustri sono conosciuti e anche le sommità delle colline accolsero tali insediamenti, scelta indicativa della scarsa sicurezza del periodo. Le tipologie funerarie sono semplici fosse di cremazione, occasionalmente sotto tumuli circolari o circondate da un piccolo fossato.
È ipotizzabile che l’introduzione della lavorazione del ferro in Irlanda nel III sec. a.C. sia coincisa con l’arrivo della popolazione di lingua celta. Lo stile artistico di La Tène proveniente dall’Europa è stato rinvenuto anche in Irlanda in questo periodo, durante il quale i fabbricatori di bronzo irlandesi crearono dei preziosi lavori tridimensionali applicando queste tecniche anche all’osso e alla pietra. Non vi sono prove di un’invasione dominante in tale periodo, ma piuttosto di un significativo elemento di continuità che si coglie in alcuni grandi siti della fine dell’età del Bronzo quali Emain Macha (Navan Fort, contea di Armagh). Le cinte di sommità (ad es., Clogher, nella contea di Tyrone, o Rathgall, nella contea di Wicklow) furono occupate e divennero i centri di un’aristocratica società impegnata in guerra e scorrerie di bestiame, se si deve dare credito alle saghe e ai miti del periodo. La complessità dell’organizzazione sociale dell’età del Ferro è ben documentata dalla scoperta a Corlea, nella contea di Longford, di un largo piano stradale di quercia. Esso è uno dei più ampi di questo tipo in Europa, fino a 2 km di lunghezza e 4 m di larghezza, datato con precisione attraverso la dendrocronologia al 148 a.C. Esso sembrerebbe inoltre essere stato costruito per veicoli a ruote. Sebbene l’Irlanda fosse all’esterno dell’Impero romano essa ne fu fortemente influenzata e molti manufatti romani sono stati localizzati lungo il suo litorale orientale.
Con la fine dell’Impero romano in Occidente e l’arrivo del cristianesimo in Irlanda nel V sec. d.C. l’isola compare nelle fonti storiche. Fino all’avvento del cristianesimo la società irlandese era per larga parte analfabeta, a parte la scrittura ogham, non vi erano vere e proprie città e non veniva usata la moneta. Il principale tipo di insediamento era costituito da ringforts isolati, generalmente costituiti da un terrapieno anulare con un fossato poco profondo e da un terrapieno interno, dei quali si pensa ne siano esistiti fino a 50.000. Nell’Ovest e nel Nord sono per lo più costruiti con pietre e sono noti come cashels. La maggior parte di essi era occupata da singoli nuclei famigliari di allevatori; sono stati datati al I millennio, con una concentrazione alla fine di questo periodo. Vi sono inoltre più di un milione di abitazioni lacustri, i cui abitanti praticavano allevamento eterogeneo. Un altro aspetto dominante del paesaggio è costituito dai molti monasteri disseminati su tutta l’Irlanda, dalla piccola, remota abitazione comune sul massiccio di Skelling Michael nella contea di Kerry ai ricchi centri quali Armagh o Clonmacnoise, nella contea di Offaly. La fama ecclesiastica di queste più grandi comunità attrasse artigiani, mercanti e studenti dalle aree circostanti, così che dal X sec. d.C. molte di esse funzionavano realmente come centri urbani. In questi centri furono prodotti grandi oggetti metallici ecclesiastici e manoscritti come il Book of Kells.
Questa grande fioritura della cultura artistica e didattica irlandese nei monasteri e nei dintorni fu interrotta dalla comparsa dei Vichinghi a partire dal 795. La fase delle razzie durante la quale le comunità monastiche come Armagh furono attaccate in diverse occasioni, fu seguita a partire dall’840 circa dalla costruzione di porti vichinghi o longphorts. Durante diversi decenni i Vichinghi misero in piedi importanti porti come a Dublino, Cork, Limerick, Waterford e Wexford. La maggior parte delle evidenze archeologiche di questo periodo viene da grandi scavi urbani a Dublino e Waterford, che hanno rivelato l’estensione, la forma e la ricchezza di queste città irlandesi- scandinave, nell’impero commerciale vichingo del Nord Europa. L’archeologia dell’Alto Medioevo irlandese, dopo l’invasione anglo- normanna del 1169/70, è caratterizzata da scavi urbani su larga scala in città quali Dublino, Cork, Limerick e Laterford. Tutte queste ricerche hanno rivelato che questi ampi porti, che mettevano in contatto con la Britannia e con l’Europa continentale, prosperarono nel Medioevo, anche nei difficili anni della seconda metà del XIV secolo. Una grande lacuna nella ricerca archeologica riguarda molte città minori di epoca anglo-normanna, soprattutto quelle situate nelle aree gaeliche del Nord e dell’Ovest; le indagini hanno comunque interessato anche i villaggi anglo-normanni del settore orientale dell’Irlanda. Si è calcolato che vi erano più di 350 insediamenti di una qualche importanza in questo periodo, concentrati nel Sud e nell’Est dell’isola. Sono stati effettuati scavi in alcuni di questi, come a Leighmore, nella contea di Tipperary, e nel 1987 nell’unico villaggio abbandonato medievale nella contea di Louth a Piperstown. Questo piccolo sito ha rivelato di essere stato abbandonato in epoca postmedievale nel XVII o XVIII secolo. Appare chiaro che il maggior periodo di abbandono si ebbe a partire dal XVII secolo, molto più tardi del comparabile processo in Britannia, mentre nel Nord e nell’Ovest predominavano gli insediamenti sparsi.
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