L'Europa tardoantica e medievale. Le testimonianze islamiche nella Penisola Balcanica: Edirne
Città (gr. Ἁδριανόπολις; lat. Hadrianopolis; slavo Odrin; turco Edirne) della Turchia europea il cui nome compare nelle fonti ottomane come Edrinus, Edrunc, Edrinaboli, Endriye, Edrine o Edirne.
La conquista ottomana fu compiuta sotto Murad I nel 1362 e nel 1367 vi fu trasferita la sede del governo da Bursa. Anche dopo la conquista e il trasferimento della capitale sulle rive del Bosforo (1458), E. mantenne e accrebbe la sua prosperità grazie all’importante posizione strategica in Europa. Yildirim Beyazid e Murad II intrapresero l’edificazione di opere monumentali e ne accelerarono l’urbanizzazione. Del Vecchio Palazzo (Eski Sarayı) costruito per volere di Murad I nel 1365 ci restano al momento soltanto notizie di fonti letterarie. Il nuovo Palazzo Imperiale (Sarayı Gedidı Amire) fu costruito nell’isola di Tunga da Murad II e venne in seguito allargato da Mehmet II e Süleyman (Solimano) il Magnifico. Alla fine del XVII secolo aggiunte successive e nuovi padiglioni raddoppiarono le dimensioni del palazzo: sussistono gli edifici delle grandi cucine, un bagno, un chiostro detto “palazzo della giustizia” (Adalet Kasrı) e le rovine imponenti del Cihannuma Kasrı, costruito da Mehmet II all’inizio del XV secolo con un harem dove scavi recenti hanno permesso la scoperta degli ipocausti di due sale dell’hammam (ar. ḥammām).
Il primo luogo di culto musulmano a E. fu una chiesa trasformata in moschea all’interno dell’antico castello. Le più antiche moschee ancora esistenti sono quella di Yildirim (1399) e la Eski Camii, iniziata nel 1402 dall’emiro Süleyman, il cui interno quadrato è suddiviso in nove campate cupolate da quattro colonne; una pietra della Kaba fu posta al momento della costruzione nella finestra a destra del mihrab (ar. miḥrāb). Due importanti moschee risalgono al regno di Murad: la Muradiye, eretta in un primo tempo come dimora dei dervisci mevlevi, si distingue per le interessanti piastrelle in ceramica invetriata che rivestono il mihrab e alcune delle pareti interne. La Uç Şerefeli Camii presenta una sala di preghiera a pianta rettangolare coperta al centro da una cupola di 24 m di diametro, non particolarmente imponente all’esterno, che poggia su un tamburo esagonale basato su due muri laterali e su due massicci pilastri di forma esagonale. È preceduta da un cortile a portico interiore coperto da cupole al centro del quale è la fontana per le abluzioni. In origine aveva un solo minareto, quello di nord-est, a due balconi; gli altri tre furono eretti successivamente e uno di essi, quello a tre balconi, valse al monumento il nome di Uç Şerefeli Camii, “moschea dai tre balconi”.
Sulla riva del fiume Tunga fu eretto alla fine del XV secolo il grande complesso della moschea di Beyazit II. La sala di preghiera presenta la tipica pianta a forma di T capovolta a imitazione della celebre Yesil Camii di Bursa. È una struttura semplice senza archi o pilastri e la cupola poggia sulle quattro pareti. Il minbar di marmo è molto elegante e notevole è la loggia imperiale sostenuta da 14 colonne di marmo, provenienti forse dalle rovine di un tempio. Le ali laterali della sala di preghiera sono occupate dalle tabhane. Il complesso della moschea comprende un ospedale con sala principale a pianta esagonale dove agli ammalati veniva regolarmente fatta ascoltare musica con intenti rilassanti, una medrese, delle cucine e un deposito.
Alla seconda metà del XVI secolo risalgono le moschee progettate dal famoso architetto Sinan. La Taşliq Camii, nata dalla trasformazione della zaviye di Mahmud Paşa, non esiste più mentre sono visibili la Defterdar Camii, quella di Shaykh Celebi e quindi la celebre moschea di Sultan Selim, la Selimiye Camii. La progettazione di questa moschea culmina il percorso artistico del grande architetto che, dopo importanti sperimentazioni e imponenti opere architettoniche – tra cui il magnifico complesso della Süleymaniye di Istanbul –, realizza il suo capolavoro. La moschea, basata su un impianto rigorosamente centralizzato, raggiunge una perfezione armonica tale da essere unanimemente riconosciuta come la gloria dell’architettura ottomana. La sala di preghiera è preceduta da un cortile con porticato cupolato nel cui centro s’innalza il padiglione della fontana. La sala, quasi perfettamente quadrata, è caratterizzata dall’ottagono che si viene a delineare per mezzo degli otto pilastri che sostengono la grande cupola. Ai quattro angoli della sala di preghiera si ergono quattro alti minareti a tre balconi. La moschea subì un importante restauro dopo il terremoto del 1752. Il complesso comprende due medrese in posizione simmetrica sul lato della qibla (direzione della Mecca) e una scuola coranica.
In periodo ottomano E. aveva numerose medrese, mercati coperti e khan che fornivano proventi per il mantenimento delle fondazioni pie; tra questi sono attualmente visibili il bedesten di Mehmet I (XV sec.), l’ampio khan di Rüstem Paşa progettato da Sinan, il bazar di Ali Paşa (XVI sec.) e un grande hammam del XVI secolo di fronte alla Uç Şerefeli Camii.
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