L'Europa tardoantica e medievale. Le testimonianze islamiche nella Penisola Balcanica: Sarajevo
Città principale della regione della Bosnia-Erzegovina, situata nella valle del fiume Miljacka, in una posizione molto favorevole dal punto di vista strategico.
La regione fu abitata sin dal periodo paleolitico e conobbe un momento di fortuna in epoca romana quando divenne sede della legione e sito termale. Le popolazioni slave occuparono la regione a partire dal VII secolo creando il distretto territoriale in cui nascerà secoli dopo il nucleo della città di S., che consisteva originariamente di un aggregato urbano di piccole dimensioni nato attorno al mercato. La fondazione della città vera e propria avvenne in epoca ottomana probabilmente intorno alla metà del XV secolo, durante la conquista della Bosnia a opera del sultano Mehmet II (1444/5; 1451-1481), mentre i primi atti di fondazione di edifici pubblici vennero registrati nel 1460/1. S., sede dei governatori ottomani della regione, diventa la capitale del sangiaccato di Bosnia. Nel XVI e XVII secolo, epoca d’oro dell’impero ottomano, la regione balcanica attraversa un favorevole periodo di sviluppo economico e culturale che si trasforma dal punto di vista urbano in un’incessante attività edilizia. A S., come in molte città della Bosnia, i vari governatori e personaggi influenti si alternano nelle commissioni di opere architettoniche quali moschee, medrese (scuole teologiche e giuridiche), hammam (ar. ḥammām, bagni), caravanserragli, bedesten (mercati coperti), tekke (edifici per comunità mistiche).
La città si distingue in due zone: quella centrale, detta çarşiyea, è riservata al commercio e agli affari e vi si concentrano tutti gli edifici pubblici e i mercati; intorno, sulle pendici delle colline, sono disposti i vari mahalle, o quartieri residenziali, tipici delle città ottomane balcaniche. Tra le prime costruzioni della città islamica è la moschea detta Hunkar Camii, edificata in legno e poi ricostruita in pietra nel 1463 in onore delle vittorie del sultano Mehmet II: piccolo gioiello dell’architettura ottomana di S. per l’armonia delle proporzioni, presenta la caratteristica di avere nel cortile antistante la sala di preghiera un porticato aperto che ricorda i loggiati dell’architettura italiana adriatica. La moschea congregazionale di S. fu costruita nel 1530 nel centro della çarşiyea da uno dei più potenti governatori della città, Ghazi Husrev Beg. La moschea è circondata da un cortile in cui sono disposti due mausolei, tra cui quello del committente, e uno şadırvan (fontana). D’impianto tipicamente ottomano, la moschea utilizza moduli cubici sormontati da cupole, ottenendo così un effetto piramidale che termina nella grande cupola centrale poggiata, tramite un sottile tamburo circolare, sull’alta massa cubica della sala di preghiera. La zona del mihrab (ar. miḥrāb, nicchia di preghiera rivolta verso la Mecca) è risolta in un’abside: questa è la traccia più evidente di un’eredità bizantina che sin dagli inizi aveva influito sulla formazione dell’architettura ottomana. Altra importante moschea ottomana che scandisce il paesaggio urbano di S. è quella costruita nel 1561 da Ali Paşa: dalle proporzioni più armonizzanti è una piccola moschea a pianta centrale quadrangolare sormontata da cupola su tamburo ottagonale. I minareti delle moschee seguono la tipologia ottomana a sezione cilindrica sfaccettata con balconata e terminale conico.
Tra le tante medrese edificate in questo periodo la Kurşumliya Medrese è sicuramente la più importante. A pianta rettangolare, è costruita attorno a un cortile centrale circondato da porticati, su cui affacciano stanze cupolate dotate di camini i cui alti comignoli sono ben visibili all’esterno. Il lato opposto all’entrata è occupato da una grande sala cupolata utilizzata presumibilmente per le lezioni. Sebbene gli hammam si trovino in numero minore nelle zone settentrionali dell’impero ottomano, nondimeno restano architetture piuttosto diffuse. L’hammam costruito da Ghazi Husrev Beg segue l’impianto classico dei bagni islamici che constano di due ambienti principali, l’anticamera e la stanza riscaldata; presenta, però, caratteristica tipica dei bagni ottomani, una struttura doppia composta dall’hammam degli uomini e da quello delle donne, affiancati sul lato lungo e, nonostante lievi differenze architettoniche, quasi identici. La doppia struttura, caratterizzata all’esterno dalle grandi cupole delle due anticamere, è da connettere, seppur con notevoli differenze in pianta, al simile progetto di doppio hammam realizzato a Istanbul dal grande architetto Sinan nel 1556 per Haseki Hürrem, moglie preferita del sultano Süleyman. Il materiale di costruzione privilegiato per gli edifici pubblici è la pietra locale, sostituita nell’architettura domestica dal legno, reperibile nei Balcani in grande quantità.
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