La Repubblica di Turchia, così come è stata fondata da Mustafà Kemāl negli anni Venti del secolo scorso, ha un impianto istituzionale fondato su un rigoroso laicismo. Atatürk ha compiuto tutta una serie di riforme con lo scopo di occidentalizzare il paese, rendendolo quanto più possibile libero dalla presenza dell’elemento religioso nella vita pubblica. In tale ottica, ha posto sotto il controllo statale le istituzioni religiose, eliminato i caratteri arabi dall’alfabeto – sostituendo loro quelli latini – e imposto usi e costumi di carattere occidentale. Nella vita politica turca, soprattutto da parte dell’ambiente militare e nazionalista, erede diretto dell’ideologia kemalista, l’islam è tradizionalmente visto come una potenziale fonte di minaccia alla stabilità interna e, per questo motivo, le istituzioni statali hanno sempre tentato di estrometterlo dal panorama politico, nonostante la società turca si identificasse ancora notevolmente con i valori della religione musulmana.
Con il cammino di riforme e di aperture alla società civile, inaugurato a cavallo tra gli anni Ottanta e Novanta dall’ex primo ministro Turgut Özal, anche i movimenti legati all’islam politico hanno potuto fare il loro ingresso nella vita pubblica della Turchia. Nel 1996 il leader del movimento politico legato ai valori dell’islam, Necmettin Erbakan, ottenne la maggioranza alle elezioni politiche e il suo Partito del benessere (Refah Partisi, Rp) divenne il primo movimento di ispirazione dichiaratamente islamica a guidare un governo turco. Nonostante il Rp, per quanto fosse un partito conservatore, non avesse manifestato inclinazioni verso il radicalismo islamico, l’esercito, per costituzione garante dell’impianto secolare del paese, si sentì comunque autorizzato a fare pressioni affinché il governo si dimettesse. Nel 1997, a seguito di quello che sarebbe stato definito un ‘colpo di stato post-moderno’, dunque, Erbakan fu costretto sotto la minaccia di un intervento militare a lasciare il potere e il Rp venne sciolto. Nel 2001 alcuni politici precedentemente vicini a Erbakan, tra cui l’attuale presidente della Repubblica Abdullah Gül e il primo ministro Erdoğan, ex sindaco di Istanbul, formarono una nuova formazione politica, l’Akp, che si pone l’obiettivo allo stesso tempo di raccogliere l’eredità e rinnovare l’ideologia di Erbakan.
L’Akp, sebbene dichiaratamente legato ai valori della religione islamica, ha saputo coniugare tali ideali con il nuovo contesto internazionale, assumendo una posizione filoeuropeista, favorendo una libera economia di mercato e contrapponendo al nazionalismo secolare tipico del kemalismo un nazionalismo in grado di conciliare appartenenza alla nazione turca e valori musulmani. La peculiarità di questo ‘islam turco’ consiste proprio nella convivenza di diverse anime all’interno dell’Akp, il quale è stato in grado di raccogliere intorno a sé i favori di gran parte della popolazione turca e di portare avanti il processo di democratizzazione del paese, resistendo alle pressioni provenienti dagli ambienti militari.