L'Italia preromana. I siti della Puglia: Lucera
Città daunia (gr. Λουκερία, Λουκαρία, Νουκερία Ἀπουλῶν; lat. Luceria, Luceriae, Luceria Apula) nella Puglia settentrionale, in provincia di Foggia, la cui mitica fondazione era attribuita a Diomede.
Il passaggio sotto il controllo sannita nel IV sec. a.C. comportò il coinvolgimento nelle guerre sannitiche. Nel 315/4 a.C. fu fondata la colonia latina di Luceria Apula, a presidio del fertile territorio circostante, che venne centuriato. I bronzetti antropomorfi e zoomorfi, rinvenuti nel gennaio del 1800 sulla collina del Castello, sono pertinenti a un carrello cultuale, attribuibile a un contesto funerario che ha restituito altri elementi del corredo (spiedi, fibule), databile tra VIII-VII sec. a.C. I corredi delle tombe a grotticella scoperte vicino al castello provano la forte ellenizzazione del centro daunio (IV sec. a.C.). L’area urbana della colonia latina venne definita con la costruzione della cinta muraria in blocchi di arenaria. La stipe votiva rinvenuta sul colle del Belvedere, ricca di ex voto e frammenti fittili di decorazione architettonica e frontonale (fine IV-II sec. a.C.), si riferisce a un santuario urbano, identificabile con quello di Atena Iliàs noto dalle fonti, impiantato dopo la fondazione coloniale su un luogo di culto daunio degli inizi del IV sec. a.C.
Fuori delle mura doveva estendersi il bosco sacro, attestato dalla Lex de luco sacro. La deduzione di una colonia di veterani in età augustea determinò una nuova sistemazione urbanistica e monumentale, cui dovrebbe risalire l’impianto del reticolo urbano, ricalcato nella parte est dal tessuto viario medievale. Un tratto di basolato di età imperiale è stato messo in luce sotto il duomo, nell’area che si è proposto di identificare con il foro. Ad Augusto furono dedicati un tempio di Apollo, noto da un’epigrafe, e l’anfiteatro, che Vecilio Campo fece costruire tra il 27 a.C. e il 14 d.C., come attesta l’iscrizione incisa sugli ingressi monumentali. A età augustea risalgono anche monumenti funerari di tipologia varia (ad es., il sepolcro a edicola dei Curi). Il complesso termale di piazza S. Matteo ha restituito mosaici e sculture (una Venere e un imperatore in trono colpito da damnatio memoriae, forse Commodo). Ulteriori rinvenimenti si riferiscono ad aree funerarie extraurbane di II-III sec. d.C.
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