L'Italia preromana. I siti etruschi: Poggio Buco
Centro etrusco costituito da abitato e necropoli, del quale si ignora il nome antico, situato nella media valle del Fiora, a circa 9 km dalle città etrusche di Pitigliano e Sovana.
P.B. deve essere considerato un avamposto vulcente a controllo del percorso che, seguendo il corso del Fiora, raggiungeva i centri dell’Etruria settentrionale interna. Il nucleo meglio conosciuto della necropoli è quello situato sul pianoro denominato P.B., immediatamente a ovest dell’abitato, comprendente centinaia di tombe a fossa e a camera ricavate nel bancone tufaceo, le quali attestano uno sviluppo del sito dal terzo quarto dell’VIII fino alla metà del VI sec. a.C. Particolarmente interessante appare lo sviluppo tipologico del tipo di tomba più antico: a fossa, a fossa con uno o due loculi e a cassone, che rimanda all’ambiente falisco e veiente e che si ritrova a Pitigliano, ma non a Vulci. Le ceramiche rinvenute nei corredi funerari riflettono totalmente lo svolgimento della produzione vascolare vulcente dall’etrusco-geometrico della Metopengattung alla ceramica etrusco-corinzia e al bucchero. Nell’area della città (Le Sparne) le indagini effettuate alla fine del XIX secolo ne hanno individuato i tratti essenziali: il sistema difensivo, costituito dalla cinta muraria e da un aggere, l’acropoli e le vie di accesso.
Quasi al centro del pianoro gli scavi riportarono alla luce anche le fondazioni di un grande edificio e numerose lastre fittili di rivestimento decorate a bassorilievo. Sembra probabile che questo edificio, nel quale si individuano due fasi sulla base della cronologia delle lastre di rivestimento (fine VII - inizi VI sec. a.C. e metà ca. del VI sec. a.C.), sia da interpretare come abitazione principesca piuttosto che come edificio di carattere pubblico, interpretazione suffragata dalla recente riscoperta di due eccezionali tombe in località Selva Miccia, lungo il percorso verso Vulci, la cui cronologia corrisponde a quella delle due fasi costruttive dell’edificio. Si tratta di una tomba a camera con elementi architettonici a rilievo imitanti una struttura lignea, databile tra la fine del VII e gli inizi del VI sec. a.C., e di una tomba a camera sormontata da un dado modanato accessibile sui quattro lati, databile al terzo quarto del VI sec. a.C. Scarse testimonianze evidenziano la frequentazione dell’area di P.B. in età ellenistica. Numerose e importanti per l’evidenza di contatti a lunga distanza con l’area nord- orientale sono invece le attestazioni di una frequentazione del pianoro delle Sparne durante l’età del Bronzo, in particolare nel corso della fase finale.
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