L'Italia preromana. I siti sabini: Cures Sabini
Antico centro sabino che le fonti mettono in relazione con le leggende sulle origini e sulle prime fasi della storia di Roma.
La città sarebbe stata conquistata da Manio Curio Dentato nel 290 a.C., ottenendo lo stesso anno la civitas sine suffragio. In età romana conobbe una lenta decadenza; nella seconda metà del IV sec. d.C. si formò una diocesi che, attraverso alterne vicende, ebbe vita fino agli ultimi decenni del VI secolo. La localizzazione di C.S. fu oggetto di numerose discussioni finché, nel 1769, l’abate Capmartin De Chauppy la identificò correttamente nelle alture poste attorno alla località Santa Maria degli Arci, presso il torrente Corese. Gli scavi effettuati nel XIX secolo erano finalizzati al recupero di materiale prezioso; bisogna attendere il 1980 perché venga pubblicato, da M.P. Muzzioli, il primo importante lavoro di sintesi sulla topografia di C.S. e del territorio. Le campagne di scavo condotte dalla Soprintendenza Archeologica per il Lazio (1979-92) hanno permesso, in questi ultimi anni, di arricchire e in parte correggere il quadro della storia del centro di C.S. Il primo nucleo abitato, alla confluenza tra il Corese e il fosso degli Arci, risale alla fine del IX sec. a.C., anche se esistono indizi di una frequentazione sporadica già nella tarda età del Bronzo. Già verso la fine dell’VIII sec. a.C., epoca cui si data un fondo di capanna contraddistinto dalla presenza di ricchi materiali ceramici, l’abitato si estende gradualmente alle altre due alture di Santa Maria degli Arci e del Casino di Arci, raggiungendo, in età arcaica, una ragguardevole estensione, intorno ai 25-30 ha. Allo stato attuale delle ricerche le strutture difensive di questo centro dovevano essere semplici fossati, privi di mura, in accordo con quanto ci dicono le fonti storiche. Alcune sepolture di età mediorepubblicana e l’esame delle coeve presenze nel territorio circostante dimostrano come, in un primo tempo, la conquista romana avesse rispettato l’assetto originario dell’abitato, che a partire dal II sec. a.C. si restringe alla valle compresa tra le tre alture. Oltre ad alcuni edifici pubblici, sono state identificate varie aree sepolcrali di tombe cosiddette “a cappuccina”, poste proprio su uno dei colli del centro di età arcaica; al periodo tardoantico, infine, risalgono alcune costruzioni in tecnica molto rozza, di ciottoli fluviali.
M.P. Muzzioli, Cures Sabini, Firenze 1980.
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M.P. Muzzioli, Cures Sabini, in Misurare la terra: centuriazione e coloni nel mondo romano. Città, agricoltura, commercio: materiali da Roma e dal suburbio, Modena 1985, pp. 48-53.
A.M. Reggiani, Cures Sabini. Riconsiderazioni dopo lo scavo delle terme, in DialA, 3-2 (1985), pp. 87-92.
Cures Sabini: risultati della quinta campagna di scavo, ibid., 8 (1987), pp. 321-32.
Cures Sabini: risultati della sesta campagna di scavo, ibid., 9 (1988), pp. 319-33.
A. Guidi, Cures Sabini, in Quaderni della Soprintendenza Archeologica per il Lazio, 1 (1988), pp. 41-49.
M.P. Muzzioli, Su una statua degli scavi Torlonia a Cures Sabini, in Per Carla Guglielmi. Scritti di allievi, Roma 1989, pp. 121-24.
Cures Sabini: risultati della settima campagna di scavo, in Archeologia Laziale, 10 (1990), pp. 293-301.
M. Buonocore, Curensia, in RendLinc, 5 (1994), pp. 329-48.
A. Guidi, s.v. Cures Sabini, in EAA, II Suppl. 1971-1994, II, 1994, p. 342 (con bibl. prec.).
A. Guidi - F. Bistolfi, Cures Sabini. Risultati della campagna di scavo sul Colle di S. Maria degli Arci, in Archeologia Laziale, 12 (1995), pp. 635-39.
A. Guidi et al., Cures Sabini. Lo scavo, le strutture, la cultura materiale, le attività economiche, in Identità e civiltà dei Sabini. Atti del XVIII Convegno di Studi Etruschi ed Italici (Rieti - Magliano Sabina, 30 maggio - 3 giugno 1993), Firenze 1996, pp. 143-204.
A. Guidi, Cures Sabini, in Le necropoli arcaiche di Veio. Giornata di studio in memoria di Massimo Pallottino, Roma 1997, pp. 237-38.
Id., L’abitato di Cures Sabini, in G. Alvino (ed.), I Sabini. La vita, la morte, gli dei (Catalogo della mostra), Roma 1997, pp. 53-56.