L'Italia preromana. I siti venetici: Adria
Città del Veneto sud-orientale (gr. Ἀδρίας, Ἀδρία; lat. Atria), oggi sulle rive del Canal Bianco, a 25 km circa dall’Adriatico.
Anticamente si trovava sulle sponde del ramo superiore del Delta Padano, inizialmente a breve distanza dalla costa e successivamente più distaccata dal mare, come dimostrano le successioni di dune sabbiose, vestigia di antiche linee di costa individuate tra la città e l’odierno litorale. Secondo la tradizione, A. avrebbe dato il nome al Mare Adriatico (denominazione infatti dapprima limitata alla sezione superiore di tale mare, poi estesa fino al Canale d’Otranto: Ecateo, fr. 90 Jacoby; Teopompo in FGrHist, fr. 128 a e c; Eudosso, Flegonte e Orione, in Etym. Magn., s.v. Ἀδρίας τὸ πέλαγος; Strab., V, 1, 8; Liv., V, 33, 7; Iust., XX, 1, 9; Plin., Nat. hist., III, 120-21). Inoltre, A. avrebbe dato il nome anche all’atrio, il cortile centrale tipico dapprima della casa etrusca e poi di quella romana (Varro, Ling., V, 161; Fest., p. 12 Lindsay). Tra la città e l’A driatico si estendev ano in antic o le “paludi d’Adria”, dette anche Sette Mari, sulle quali si deve porre il porto di A. che era collegato al mare mediante una serie di canali. Tali canali, aperti a partire dall’età etrusca fino a quella romana imperiale, consentivano anche la navigazione endolagunare.
A. dovette sorgere agli inizi del VI sec. a.C. come centro paleoveneto: esso, fin dall’età arcaica, fu conosciuto e frequentato da Greci, soprattutto di Egina, come induce a pensare la documentazione ceramica ed epigrafica. Lo sviluppo di A. è probabilmente legato all’allevamento e ai commerci, agevolati dalla sua posizione e imperniati verosimilmente sullo scambio tra ceramiche figurate, olio e vino prodotti in Grecia, metalli grezzi, ambre e sale provenienti dal Nord e metalli lavorati dagli Etruschi di Felsina. A partire dalla fine del VI sec. a.C. è documentato l’insediamento ad A. di Etruschi centro-meridionali. Nel V sec. a.C. la funzione di A. quale tramite tra l’area padana e il mondo greco e l’importanza acquisita dall’Adriatico nel contesto ellenico determinarono una notevole floridezza del centro, il che rende ragione dell’arrivo di cospicue quantità di ceramica attica talora provenienti dalle migliori botteghe ateniesi. L’affermazione di uno stile di vita che definiremo urbano giustifica la presenza in A. etrusca di un fiorente artigianato metallurgico, del quale particolarmente significative sono le statuette bronzee di devoti e offerenti dedicate in santuari locali. Queste dimostrano la rimeditazione, in chiave di un più marcato senso tettonico, di iconografie etrusche di derivazione centro-meridionale.
Le abitazioni del tipo descritto da Vitruvio (I, 4, 11; II, 9, 11) sorgevano su palafitte. Tuttora irrisolta è la questione cir ca il contributo eventualmente dato da A. all’affermazione dell’atrio tuscanico (Vitr., VI, 3, 1); si può solo ipotizzare che la funzione di tramite tra i mondi etrusco e greco assolta da A. avesse agevolato la definizione della ripartizione areale della casa etrusca. Verso la fine del V sec. a.C. si ebbe un periodo di decadenza di A. a vantaggio di Spina, collocata in posizione più idonea per l’interscambio greco-etrusco nell’Adriatico. Intorno al 390 a.C. il crescente interesse di Siracusa all’egemonia in ambito medio e alto-adriatico pare abbia dato luogo a una colonizzazione di A. e del Polesine orientale. In questo contesto storico si dovrebbe porre la realizzazione di quelle opere di canalizzazione atte ad agevolare la comunicazione col mare aperto, forse intrapresa da parte del generale e storico siracusano Filisto. A partire dal 350 a.C. circa, A. sarebbe stata abitata dai Galli Boi (St. Byz., s.v. Ἀδρία; Hesych., s.v. Ἀδριανοί), nell’ambito dell’occupazione celtica di gran parte dell’Italia settentrionale. La presenza celtica è documentata anche archeologicamente dal rinvenimento di torques, anelli serpeggianti, fibule La Tène, braccialetti di vetro.
Nella seconda metà del IV e poi nel III sec. a.C. A., si rivela partecipe dell’area culturale caratterizzata dalla ceramica cosiddetta “alto-adriatica”; il centro, forse in seguito all’apertura verso il mondo italiota dovuta all’egemonia siracusana in quest’area, si situa pertanto nella koinè artigianale medioadriatica emergente appunto a cominciare dall’età tardoclassica. Nel 132 a.C., con la creazione della via Popillia, A. fu collegata a Rimini entrando così nell’orbita romana; nel 131 a.C., con la via Annia, fu congiunta a Padova e ad Altino inserendosi nella rete viaria romana; probabilmente, col riconoscimento all’Italia settentrionale della cittadinanza romana, nel 49 a.C. divenne municipio. Come altre città cisalpine in età augustea e altoimperiale A. dovette conoscere una notevole monumentalizzazione, documentata dalla presenza di un tempio e di un teatro scoperti nel XVII secolo. È incerta quale fosse la recezione della domus di tipo romano; scarsi sono i ritrovamenti di p avimenti musivi databili tra il I e gli inizi del II sec. d.C.
Alla fioritura della città in questo periodo danno un rilevante contributo le officine di produzioni fittili, sebbene il passo di Plinio (Nat. hist., XXXV, 161), più volte invocato come conferma letteraria di tale produzione, si debba riferire più probabilmente a Hadria, l’odierna Atri nel Piceno. Riccamente documentata in tale torno di tempo è poi la predilezione per l’arte del vetro e per le sue manifestazioni cromatiche, in accordo col gusto coloristico proprio della Venetia romana. In età flavia si colloca probabilmente la realizzazione di un altro canale (la fossa Flavia menzionata da Plinio), attuato verosimilmente per facilitare la navigazione endolagunare e dare importanza al porto. A partire dal II sec. d.C., in concomitanza con il generale declino di diverse città della Venetia dopo l’età antonina, l’importanza di A. decrebbe gradualmente per il progressivo allontanamento della linea di costa e per il probabile interramento del porto, che dovette divenire secondario anche per la navigazione endolagunare: la città infatti non è ricordata come stazione negli Itineraria tardoantichi.
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