L’ordine politico costituzionale della Bosnia-Erzegovina, frutto degli Accordi di Dayton del 1995, si configura come una peculiare sintesi fra un modello di stato unitario e una forte decentralizzazione amministrativa. Lo stato unitario è l’esito della volontà del principale gruppo etnico – i Bosniaci – e della comunità internazionale di porre fine alla guerra civile (1992-95) con l’indipendenza del paese e la costituzione di uno stato autonomo. Il forte decentramento del potere risponde invece alla necessità di facilitare la convivenza fra gli stessi gruppi etnici protagonisti della guerra civile: i Bosniaci, i Croati e i Serbi.
Lo stato si compone, sulla falsariga delle divisioni territoriali ed etniche prodotte dalla guerra civile, in due entità: la Federazione di Bosnia-Erzegovina e la Repubblica Serba di Bosnia-Erzegovina. Le due entità rappresentano un primo elemento di decentramento, che si articola tuttavia in modo eterogeneo al loro interno. Se nella Federazione si registra la tendenza a investire politicamente e amministrativamente sul livello statale della Bosnia-Erzegovina, la Repubblica Serba è incline a privilegiare una forte autonomia rispetto al governo centrale. Nel primo caso i Bosniaci aspirano al rafforzamento dello stato unitario e al superamento della divisione in due entità autonome, nel secondo i Serbi aspirano all’indipendenza e all’eventuale riunificazione con la Serbia.
Sotto il profilo amministrativo, la Repubblica Serba presenta un grado di decentramento inferiore rispetto alla Federazione di Bosnia-Erzegovina. Oltre al governo centrale dell’entità – articolato in presidenza, assemblea bicamerale e consiglio dei ministri – esiste solo il livello amministrativo locale delle municipalità. La Federazione di Bosnia-Erzegovina si articola invece su tre livelli amministrativi: la Federazione, i cantoni e le municipalità. L’introduzione di un livello amministrativo intermedio, quello cantonale, ha risposto alle sfide poste dalla convivenza fra i principali gruppi etnici della Federazione, in particolare fra Bosniaci e Croati.
Inoltre, benché sia a livello statale, sia a livello di entità Bosniaci, Croati e Serbi si vedono riconosciuti lo status di ‘popolo costituente’ e garanzie di rappresentatività etnica nelle istituzioni governative, nella Federazione e nella Repubblica Serba tali garanzie sono state interpretate e attuate in modo diverso. Come era prevedibile all’indomani della guerra civile e degli Accordi di Dayton, nella Federazione gli equilibri politici vanno a favore dei Bosniaci e, seppur in misura minore, dei Croati; nella Repubblica Serba è emerso invece un ruolo, per molti versi molto più accentuato, da parte dei Serbi.