LA CHALOTAIS, Louis-René de Caraduc de
Nato a Rennes il 6 marzo 1701, morto ivi il 12 luglio 1785. Giurista di grande merito e procuratore generale al parlamento di Bretagna, si acquistò fama nella lotta contro i gesuiti e con l'opposizione all'oppressione politica seguita dal governo verso la Bretagna stessa. La sua precedente azione contro i governatori della provincia e in particolare contro il duca di Aiguillon, che s'era mal comportato nell'occasione del tentato sbarco degl'Inglesi a Saint-Malo (1758), aveva acceso l'ira dei denunciati contro il denunciatore. Il fallimento famoso del padre La Valette ebbe ripercussioni in Bretagna, ove La Ch. presentò al Parlamento quei Comptes rendus des Constitutions des Jésuites (1762), che chiedevano lo scioglimento della Compagnia. Nel 1763 con il suo Essai d'éducation nationale egli esponeva al parlamento una radicale riforma degli studî informata a spirito recisamente antigesuitico. Grande fu la diffusione delle due opere e grande la loro influenza.
Scoppiato contemporaneamente un conflitto tra gli stati di Bretagna e il governatore d'Aiguillon per il rifiuto opposto dai primi a votare nuove imposte, La Chalotais divenne il capo e l'anima dell'opposizione e fece decretare dal parlamento l'illegalità delle imposte non consentite dagli stati. Annullato il decreto dal re, quasi tutti i membri del parlamento si dimisero. L'agitazione s'intensificò quando furono arrestati La Ch., accusato di aver scritto lettere anonime ingiuriose, e quattro parlamentari (1765). Gli stati protestarono, rivendicando le prerogative di tutti contro l'arresto illegale, e Voltaire contribuì a rendere popolare e simpatica la causa, diffondendo appassionanti notizie sul prigioniero. Il quale intanto scriveva in carcere audaci memorie giustificative, reclamando il giudizio del parlamento di Rennes o di quello di Bordeaux. La commissione speciale incaricata di giudicarlo non prese alcuna decisione e il re allora tagliò corto ordinando l'esilio dell'imputato. La lunga agitazione che seguì scosse il prestigio del sovrano e del governo e creò una popolarità enorme a La Ch., apparso come una vittima del d'Aiguillon e dei gesuiti. Il parlamento di Parigi, malgrado la dichiarazione del re di non poter tollerare la formazione "d'un corps imaginaire" che pretendeva di rappresentare il paese e di tutelare i principî, fece causa comune con quello di Bretagna. D'Aiguillon fu costretto a ritirarsi e La Ch. venne a Parigi a scolparsi e a chiedere la giurisdizione dei suoi pari (aprile 1770). S'accese allora viva la lotta tra il re e il parlamento intorno alla responsabilità di D'Aiguillon e alle prerogative del parlamento. L'esilio di La Ch. durò fino al 1774, quando il nuovo re, Luigi XVI, lo richiamò dall'esilio, lo reintegrò nell'ufficio e lo compensò con rendite e donazioni.