Il contributo è tratto da Storia della civiltà europea a cura di Umberto Eco, edizione in 75 ebook
Lo Stato della Città del Vaticano nasce da un trattato tra l’Italia e la Santa Sede. Capo dello Stato è il papa, titolare di tutti i poteri sovrani. Il governo è delegato a una commissione di cardinali di nomina pontificia. Il minuscolo Stato esiste in funzione delle finalità della Santa Sede ed è assente dalle principali organizzazioni politiche internazionali.
L’istituzione dello Stato Vaticano
L’11 febbraio 1929, con i Patti Lateranensi, si chiude lo storico contenzioso tra l’Italia e la Santa Sede originato dall’annessione dei domini pontifici e di Roma al Regno sabaudo; e nasce, nella capitale italiana, lo Stato della Città del Vaticano. Un territorio di 44 ettari situato sulla riva destra del Tevere (in parte corrispondente alla superficie urbana compresa nella cinta muraria leonina), passa sotto la sovranità della Santa Sede, organo centrale e supremo della Chiesa cattolica con al vertice il pontefice. Lo Stato italiano riconosce anche l’extraterritorialità di tre basiliche e di alcuni palazzi ubicati fuori dall’area della Città del Vaticano. La piazza che ospita la basilica di San Pietro, pur facendo parte del territorio vaticano, è assoggettata a servitù internazionale a favore dello Stato italiano, cui competono i poteri di polizia su di essa. La singolarità della nuova entità statale deriva dalla sua stessa ragion d’essere, determinata dalla volontà della Santa Sede di mantenere un potere temporale quale garanzia della propria effettiva indipendenza e sovranità. Lo Stato della Città del Vaticano è creato, dunque, come base territoriale e patrimonio privato della Santa Sede e di conseguenza riceve da essa il suo ordinamento giuridico e istituzionale. Subito dopo la nascita del nuovo Stato, il 7 giugno 1929, papa Pio XI (1857-1939) promulga una serie di leggi che ne determinano le basi costituzionali (cittadinanza, fonti del diritto, struttura amministrativa, pubblica sicurezza ecc.), tra cui la legge fondamentale dello Stato, che organizza il governo della Città del Vaticano nella forma di una monarchia assoluta ed elettiva a carattere teocratico. Il pontefice, eletto dal Sacro collegio dei cardinali riuniti in conclave, è l’esclusivo titolare dei poteri legislativo, esecutivo e giudiziario. Tra la morte di un papa e l’elezione del suo successore, è il Sacro collegio dei cardinali a detenere i poteri sovrani. Nel 1939, Pio XII (1876-1958) rinnova la struttura di governo del Vaticano, istituendo la Pontificia Commissione per lo Stato della Città del Vaticano, delegata a esercitare i poteri personali del pontefice nell’ambito statale. Il ruolo della Commissione, formata da cardinali di nomina pontificia, si consolida nei decenni seguenti, pur non mancando le iniziative dirette dei papi in ambito legislativo. Nel 1969, Paolo VI (1897-1978) riforma l’ordinamento politico dello Stato intorno al perno istituzionale della Pontificia Commissione, alla quale è affiancato un delegato speciale, nominato dal papa, incaricato dell’esercizio del potere esecutivo, la cui propaggine amministrativa è costituita dagli uffici tecnici del Governatorato, distinti sulla base delle competenze materiali (servizi sanitari, sicurezza, stato civile, servizi economici, telecomunicazioni, musei, gallerie e monumenti ecc.). Durante il lungo pontificato di Giovanni Paolo II (1920-2005), il rilievo istituzionale della Pontificia Commissione subisce un ridimensionamento, poiché il papa, nel 1984, delega i suoi poteri al cardinale segretario di Stato, il quale accentra nelle proprie mani l’attività legislativa.
In quanto Stato subordinato alle finalità della Santa Sede, la Città del Vaticano svolge una limitatissima attività internazionale sua propria, appartenendo soltanto a organizzazioni prive di finalità politiche, quali l’Unione postale universale, l’Unione internazionale delle telecomunicazioni o l’Unione internazionale per la protezione delle opere letterarie e artistiche. È la Santa Sede, in qualità di “osservatore” (e non lo Stato della Città del Vaticano), a essere rappresentata all’ONU, all’UNESCO, alla FAO, al Consiglio d’Europa e in tutti i più importanti consessi internazionali. Così come è la Santa Sede a ricevere ambasciatori stranieri e a inviare nunzi apostolici all’estero. Lo Stato della Città del Vaticano è dunque un unicum politico non soltanto per la sua dimensione territoriale, ma anche per la sua dimensione internazionale. Dal 1984 tutta l’area urbana compresa nei confini del piccolo Stato è entrata a far parte del patrimonio artistico dell’umanità, protetto in base alla convenzione UNESCO del 1972. La popolazione del piccolo Stato non supera i mille abitanti, ed è composta da ecclesiastici e laici che, salvo eccezioni, mantengono la cittadinanza vaticana solo fintantoché risiedono ed esercitano un ufficio all’interno del territorio dello Stato.