Il contributo è tratto da Storia della civiltà europea a cura di Umberto Eco, edizione in 75 ebook
La compagine politica dell’impero opera una serie di trasformazioni delle città storiche dell’Assiria, con la creazione e fondazione di nuove capitali, centri politici e religiosi e sedi per la residenza del sovrano. Sargon II, nell’VIII secolo a.C., progetta ex novo la città che porta il suo nome. Le vecchie capitali non vengono tuttavia abbandonate, ma continuano ad essere parte del tessuto dell’impero, con funzioni specifiche, militari o religiose.
Già a partire dal periodo medio-assiro (negli ultimi secoli del II millennio), la città di Assur, nella Mesopotamia centro-settentrionale, assume la forma e le funzioni di capitale di un importante regno che intrattiene rapporti con le grandi compagini dell’Egitto e dell’Anatolia (Hittiti). Assur viene ridisegnata e ripianificata dai sovrani medio-assiri con massicci interventi di costruzione di grandi opere (palazzi e templi) che definiscono il nuovo assetto della città capitale. A partire dal IX secolo, pur mantenendo lo status di città santa d’Assiria come sede del santuario del dio nazionale omonimo, perde il valore di capitale politica del nuovo impero in espansione. Tuttavia, è ad Assur si svolgono le celebrazioni della festa del nuovo anno, con processioni cadenzate nel corso del calendario che riguardano in particolar modo, ma non esclusivamente, la divinità eponima.
La città sorge su uno sperone di roccia lungo le sponde del fiume Tigri, che costituisce una sorta di difesa naturale dell’insediamento, mentre gli altri lati vengono progressivamente dotati di una cinta di fortificazione. Tutto il settore nord-occidentale è riservato alla costruzione degli edifici pubblici (il palazzo e i templi maggiori) a formare una sorta di scenario che chiude il fronte settentrionale della città.
Nel IX secolo con il sovrano Assurnasirpal II (re dall’883 all’859 a.C.), la capitale del nascente impero neoassiro viene trasferita da Assur a Nimrud, l’antica Kalkhu. Questa città si trova nella Mesopotamia settentrionale, in una regione che diventerà il nucleo dell’Assiria: da qui avrà inizio l’espansione territoriale dell’impero verso Oriente ed Occidente. La città era ridotta ad una rovina, Assurnasirpal II intraprende un fitto programma di restauro e rinnovamento, facendovi erigere la sua stessa residenza. Il suo palazzo definisce i canoni dell’architettura palatina assira, che servirà da modello per le fabbriche dei sovrani successivi fino al VII secolo a.C. Anche per quanto riguarda la funzione delle sale del palazzo e la decorazione interna a ortostati scolpiti, la costruzione di Assurnasirpal II costituisce punto di riferimento per i futuri sviluppi delle tecniche decorative; così l’impiego di ortostati con rilievi a contenuto narrativo, in particolare all’interno della sala del trono del palazzo.
Oltre al palazzo, Assurnasirpal II fa costruire una serie di edifici sacri, tra i quali il tempio di Ninurta con la vicina e connessa ziqqurat, il complesso del tempio di Nabu e il tempio di Ishtar. Molte di queste strutture rimarranno in uso per tutto il periodo neoassiro, fino al VII secolo a.C., anche quando Nimrud non avrà più il ruolo di capitale politica dell’Impero. Lo stesso palazzo di Assurnasirpal II verrà abitato da altri sovrani suoi successori.
Con Salmanassar III (re dall’858 all’824 a.C.), figlio e successore di Assurnasirpal II, la seconda collina di Nimrud viene scelta come sede di un imponente edificio palatino con una planimetria che prevede quattro ampie corti aperte che consentono l’ingresso e la presenza di un cospicuo numero di persone. Infatti l’edificio di Salmanassar III, meglio noto nella letteratura archeologica come Forte Salmanassar, ha funzioni prettamente militari: funge da arsenale e luogo di raccolta delle schiere assire e i grandi spazi aperti possono appunto ospitare i contingenti militari in occasione della rassegna delle truppe e delle unità di cavalleria. Forte Salmanassar rimarrà in uso fino al VII secolo a.C. con la funzione di palazzo-arsenale e i testi cuneiformi dell’epoca di Sargon II (re dal 722 al 705 a.C.) ivi rinvenuti trattano appunto questioni relative all’esercito (composizione, numeri dei reparti, unità tecniche, equipaggiamenti). Questo aspetto di continuità d’uso e di destinazione di un edificio è tanto più interessante se si pensa che nell’VIII secolo a.C., durante il regno di Sargon II, e poi nel VII secolo a.C. la capitale politica dell’impero, sede del palazzo del sovrano regnante, non è più Nimrud.
Se fino a Salmanassar V (re dal 726 al 722 a.C.) i sovrani continuano a risiedere nella città fondata da Assurnasirpal II, Sargon II decide di spostare la capitale. Non si tratta solo di un cambiamento di luogo, ma di una vera e propria nuova fondazione: egli, come afferma nelle sue iscrizioni, acquista, a un giusto prezzo, i terreni di una regione a nord di Nimrud e vi fonda Dur-Sharrukin, letteralmente la Fortezza di Sargon (la fondazione è datata al 717 a.C.). Questo imponente progetto edilizio, che comprende la costruzione di un’intera città e della residenza del sovrano, assorbe energie e risorse a tutto l’impero e alla morte di Sargon il progetto, non terminato, è abbandonato.
La città di Dur-Sharrukin è di forma quadrangolare, caratterizzata da due colline o piattaforme principali: una ospita i palazzi di Sargon e di altri membri e funzionari della famiglia regale, un complesso religioso di tre edifici templari e una ziqqurat; sull’altra sorge invece il palazzo del principe ereditario che ha al contempo funzioni di edificio-arsenale. Sennacherib (re dal 704 al 681 a.C.), figlio di Sargon, segue infatti l’evolversi degli sviluppi delle azioni militari dell’esercito assiro per conto del padre. Dur-Sharrukin per molti aspetti, replica lo schema della città di Nimrud, la capitale precedente, dove lo stesso Sargon risiede per i primi anni di regno e da dove continua a governare, come testimonia l’uso di Forte Salmanassar pertutte le attività connesse al mantenimento delle truppe.
Alla morte del padre, avvenuta in circostanze poco chiare e pertanto foriere di eventi nefasti, Sennacherib abbandona l’incompiuta città di Dur-Sharrukin per spostarsi a Ninive.
Ninive è una storica città d’Assiria, sede di un importantissimo tempio dedicato alla dea Ishtar fin dal III millennio. Sovrani medioassiri e i primi re dell’età neoassira se ne sono sempre occupati, dedicandosi soprattutto, con estrema cura, al mantenimento e abbellimento del tempio che sorge al centro di Kuyungik, la collina principale. L’altra collina, Tell Nebi Yunus, ospita, come a Nimrud, l’ekal masharti, un edificio con funzioni prettamente militari.
Sennacherib trasforma la città di Ninive ed gli fa modificare il corso del fiume Khosr che la attraversa affinché non minacci più la stabilità della collina, attua una estesa riprogettazione degli edifici preesistenti con opere di restauro e consolidamento e dota la città di una triplice cinta di fortificazione e 18 porte urbiche, dando a Ninive l’aspetto che manterrà fino alla caduta, nel 612 a.C., ad opera di una coalizione di Babilonesi e Medi. Il figlio Esarhaddon (re dal 680 al 669 a.C.) e il nipote Assurbanipal (re dal 668 al 631 a.C.) si limitano al mantenimento dello status quo, anche se Assurbanipal fa costruire un nuovo palazzo, l’ultimo nella storia dell’architettura assira.
Il palazzo sud-ovest (sorge infatti nel quadrante sud-occidentale della collina di Kuyungik) è la realizzazione più maestosa di Ninive e dell’intera architettura assira. Noto solo in parte, grazie soprattutto agli scavi britannici nel XIX secolo, il palazzo è opera di maestranze qualificate e compiuto con materiali pregiati recuperati da tutte le regioni dell’impero. Il vanto che ne porta Sennacherib è tale che nelle proprie iscrizioni impiega la definizione di “palazzo senza rivali”. Per composizione, dimensioni e ricchezza esso è un unicum nell’architettura assira. Lo stesso programma figurativo di decorazione con rilievi parietali introduce aspetti, stili e temi del tutto nuovi o originali rielaborazioni di precedenti schemi completamente stravolti e adattati.
Tra i temi figurativi particolarmente innovativi per l’arte assira, Sennacherib introduce le scene di estrazione dei blocchi lapidei dalle cave, cioè dei materiali per le sculture delle colossali figure di tori androcefali che decorano e delimitano gli accessi principali della città e del palazzo. Proprio in relazione a queste operazioni di recupero dei materiali grezzi, egli, nelle sue iscrizioni, si vanta di aver introdotto per la prima volta delle tecniche di lavorazione e fusione dei metalli ignote fin a quel momento. La Corte VI del palazzo sud-ovest ospita il racconto dell’estrazione dei blocchi di pietra da trasportare fino a Ninive, dapprima sbozzati poi completamente lavorati, per essere collocati presso gli accessi del palazzo.
Sennacherib è il sovrano che, pur non fondando una nuova città, di fatto rifonda Ninive ergendola a capitale dell’impero, al centro di un vasto territorio che si estende dalle regioni orientali (monti Zagros) fino al Mediterraneo e nel giro di pochi anni, con le campagne militari di Esarhaddon prima e di Assurbanipal poi) fino all’Egitto. Ninive è la rappresentazione fisica del centro di un impero composto dalle quattro parti del mondo: il progetto urbanistico glorifica tale ruolo e nella metropoli Ninive si ritrovano persone di ogni provenienza. Non solo: i rigogliosi giardini della città (quelli che poi nella tradizione occidentale sono diventati i giardini pensili di Babilonia) ospitano specie vegetali da tutte le regioni dell’impero, un’efficace metafora del controllo del sovrano assiro su un territorio tanto vasto e tanto diversificato.
La storia politica dell’impero assiro è caratterizzata dalla costruzione di successive, potenti e sontuose capitali, ora esito di un restauro e rifacimento di un insediamento storico, ora invece frutto di una progettazione ex novo, come nel caso di Dur-Sharrukin. Le vecchie città e capitali storiche d’Assiria, anche quando vi risieda più il potere politico, rimangono tuttavia attive, magari con funzioni specifiche, come nel caso del ruolo militare del Forte Salmanassar di Nimrud e dell’essenziale funzione religiosa dell’antica città di Assur. Per questo motivo, pur esistendo un’unica capitale politica alla volta, l’impero assiro può essere definito come una compagine composta di numerose capitali ruoli, storie e destini diversi: la materializzazione di un potere politico che controlla il Vicino Oriente antico, dalla Mesopotamia fino al Mediterraneo. La capitale e le città storiche dell’Assiria definiscono e articolano il territorio: dove il sovrano assiro vive, da dove governa, da dove parte per le spedizioni militari e dove fa ritorno dopo la vittoria.