LA FOSSE, Charles de
Pittore, nato a Parigi il 5 giugno 1636, ivi morto il 13 dicembre 1716. Fu allievo di Le Brun. Una borsa di studio conferitagli dal Colbert gli permise di soggiornare cinque anni in Italia, prima a Roma, poi a Venezia. Compenetrato dell'arte dei grandi decoratori veneziani, ne trapiantò i principî nella Francia di Luigi XIV, eseguendo di preferenza pitture parietali, decorando soffitti e cupole. Dopo avere lavorato al Louvre (1666) e alle Tuileries (1670), fu chiamato a Versailles per decorare la Sala d'Apollo e quella di Diana; eseguì anche qualche dipinto per il Grande Trianon e fornì gli schizzi per la decorazione della cappella dipingendo di sua mano nel coro la Resurrezione. La chiesa degli Invalidi conserva la sua opera principale. Il Mansart gli aveva richiesto un progetto di decorazione per l'intera chiesa, ma esso non fu mai eseguito poiché al L. F. fu commessa soltanto la decorazione della cupola. Vi rappresentò S. Luigi in atto di deporre corona e spada tra le mani di Cristo e, nei quattro pennacchi, gli evangelisti, con colorito vivace e forte, in una composizione che si accorda con le linee generali dell'architettura; dovette compire il suo lavoro verso il 1705. Il L. F. era già stato prima (1690) a Londra per collaborare alla decorazione del palazzo di lord Montaigu, oggi British Museum, ove dipinse fra l'altro i soffitti con la Caduta di Fetonte e la Nascita di Minerva. Dopo il 1705 lavorò per il suo protettore, il finanziere Crozat, dal quale conobbe il Watteau. Decorò la casa di campagna del Crozat a Montmorency (Fetonte chiede al soledi affidargli il suo carro) e il palazzo di lui a Parigi (Nascita di Minerva): ultime sue opere, nelle quali si sente, anziché l'influenza sino allora predominante dei Veneziani e del Rubens, quella del Primaticcio studiato a Fontainebleau. Oltre alle opere decorative, il L. F. eseguì numerosi quadri dispersi nei varî musei della Francia. Il L. F., schieratosi tra i coloristi nella polemica tra i sostenitori del Rubens e quelli del Poussin, che si ebbe ai primi del sec. XVIII, è uno dei maestri che meglio segnano il passaggio tra l'arte del regno di Luigi XIV e quella del regno di Luigi XV. Il Watteau ne subì forse l'influenza.
Bibl.: Thieme-Becker, Künstler-Lexikon, XXII, Lipsia 1928. Vedi inoltre: L. Hourticq, De Poussin à Watteau, Parigi 1921.