La Grande Moschea di Cordoba
Il contributo è tratto da Storia della civiltà europea a cura di Umberto Eco, edizione in 75 ebook
La Grande Moschea di Cordova è l’opera più significativa di tutta l’arte islamica in Spagna.
Situata nell’area a sud-ovest della città, la mezquita presenta una pianta rettangolare (attualmente 190 x 140 m) con una corte interna porticata (Patio de los Naranjos). Sul lato meridionale si apre una sala di preghiera ipostila composta di diaciannove navate con arcate perpendicolari a una doppia parete della qibla, lungo la quale è inserito il mihrab (nicchia che indica la direzione della preghiera, qibla, verso Mecca; in questo caso un ambiente eptagonale non in asse a causa dell’ultimo ampliamento).
Il perimetro esterno è scandito da contrafforti e porte riccamente decorate, tra cui spicca la Puerta di San Estebán. L’odierna struttura è il risultato di numerosi rifacimenti e aggiunte apportate nei secoli a partire dalla sua erezione, nel 784, durante l’emirato di ‘Abd al-Rahman I (758-788). La pianta originaria, con corte priva di portici e sala di preghiera con undici navate assiali alla parete della qibla, di cui quella centrale più larga, costituisce un modello che rientra nella tradizione artistica islamica. Le aggiunte successive, determinate dall’incremento demografico, comportano l’ampliamento della sala di preghiera in profondità (sotto ‘Abd al-Rahman II, 822-852 e al-Hakam II, (915-976) e in larghezza (sul lato orientale sotto il vizir al-Mansur, 976-1002).
Le colonne, spolia nella prima fase, sono collegate tra loro da archi bicromi a ferro di cavallo; la sovrapposizione di un secondo ordine di archi a tutto sesto, sorretto da pilastri che insistono sugli estradossi degli archi sottostanti, costituisce una soluzione architettonica che trae spunto dagli acquedotti romani come quello di Merida. Sono proprio gli ampliamenti apportati all’edificio e l’impiego, nella sala di preghiera, di tale selva di colonne a rendere la grande moschea di Cordova un unicum in tutta l’arte islamica. Gli elementi decorativi raggiungono la massima espressione nell’area del mihrab (965): archi polilobati e intrecciati che delimitano la maqsura (recinto di protezione per il regnante), lastre marmoree di zoccolatura, decorazione musiva (tessere vitree e mano d’opera inviati da Costantinopoli su richiesta di al-Hakam II), cupola a nervature incrociate.
Nel 1236, dopo la conquista di Cordova da parte di Ferdinando III di Castiglia, gli apporti alla moschea consistono nell’inserimento di alcune cappelle, nell’erezione, al centro della sala di preghiera, della cattedrale promossa da Carlo V e nella trasformazione del minareto di ‘Abd al-Rahman III in campanile.