Il contributo è tratto da Storia della civiltà europea a cura di Umberto Eco, edizione in 75 ebook
Così viene definita la guerra tra Francia e Inghilterra iniziata per motivi ereditari in un milieu feudale perché il re inglese, vassallo del re di Francia, aspira alla corona francese. Le operazioni militari dalle alterne vicende mettono a dura prova la Francia, che è colpita anche dall’epidemia di peste, da tumulti urbani e rurali e dalla guerra civile. Alla fine del Trecento la monarchia francese ne uscirà fortemente indebolita.
La guerra dei Cent’anni, che oppone Francia e Inghilterra per oltre un secolo con una serie di conflitti e tregue, inizia come guerra feudale e termina con il rafforzamento di due monarchie nazionali dalla fisionomia politica e sociale ben definita.
Lo scontro si delinea per la successione al trono di Francia nel 1328 alla morte senza figli maschi di Carlo IV, ultimo figlio di Filippo IV il Bello e ultimo dei Capetingi, anche se la gravidanza della regina vedova crea l’aspettativa di un erede nell’assemblea di baroni e di vescovi.
Pretendenti al trono sono il cugino Filippo di Valois figlio di Carlo di Valois ultimogenito del re Filippo III, fratello di Filippo IV il Bello; il nipote Edoardo III Plantageneto, re d’Inghilterra e vassallo del re di Francia, figlio di Edoardo II e di Isabella di Francia, figlia di Filippo IV il Bello e sorella del defunto sovrano; il pronipote Carlo II di Navarra, figlio di Giovanna a sua volta figlia di Luigi X il Rissoso, già re, premorto al fratello Carlo IV.
Edoardo e Filippo si scontrano nell’assemblea di baroni e di vescovi, che in attesa del parto della regina nomina reggente Filippo. La nascita di una bambina consente a Filippo di essere proclamato re (dal 1328 al 1350). Ma Edoardo III, leso nei suoi diritti di successione in linea materna, rifiuta di prestargli l’omaggio feudale e rivendica i diritti inglesi sul ducato di Normandia. Il monaco Richard Lescot compone in quegli anni due trattati contro l’Inghilterra, uno di carattere storico e uno contro la successione in linea femminile. È l’“invenzione” della legge salica contro le pretese inglesi che si definirà pienamente un secolo più tardi.
Minacciato di confisca dei beni feudali in Francia, Edoardo rende l’omaggio nel giugno del 1329 e nel marzo del 1331 si riconosce vassallo. Si addensano le cause di scontro quando Filippo vuole annettersi l’Aquitania con le ricche città di Bayonne e di Bordeaux, che è feudo del re inglese dal 1152, grazie al matrimonio tra Enrico II Plantageneto ed Eleonora d’Aquitania. Edoardo III continua a rivendicare il ducato di Normandia, è contrario all’aiuto che la Francia fornisce alla Scozia contro le mire espansionistiche inglesi e vuole controllare le città manifatturiere delle Fiandre come Gand, Bruges, Ypres e Cassel, che lavorano le lane inglesi ma sono vassalle della Francia. Già Filippo IV il Bello, re di Francia e signore della Fiandra, ha progettato di espandersi a nord e a est ai danni dell’impero e ha tratto vantaggio dallo scontro interno tra i Dampierre e i d’Avesnes.
Ha appoggiato Guido di Dampierre, conte di Fiandra, suo feudatario, contro Giovanni di Avesnes, conte di Hainau, vassallo dell’imperatore Rodolfo di Asburgo, ma nel 1293 accoglie l’appello di Giovanni contro Dampierre, la cui posizione si è indebolita perché ha preso posizione contro gli amministratori patrizi delle grandi città manifatturiere come Gand, Bruges, Ypres, Lille e Douai, a favore dei tessitori. Costoro hanno organizzato scioperi e congiure accusando gli scabini patrizi di sostenere l’alta borghesia. Durante la rivolta generale del 1280 gli scabini patrizi hanno sollecitato e ottenuto l’intervento del re di Francia contro Guido di Dampierre. Filippo IV consolida così il suo potere sulla Fiandra.
Edoardo III appoggia le città manifatturiere fiamminghe e bretoni che vogliono rendersi indipendenti da Filippo VI di Valois e si proclama re di Francia nel gennaio del 1340. Per sconfiggere l’avversario cerca alleanze presso l’imperatore Ludovico il Bavaro, il duca del Brabante, i conti di Hainaut, di Gheldria, di Juliers.
Invia a Venezia come ambasciatore frate Francesco dell’ordine dei Predicatori, vescovo di Bisaccia e cappellano del re Roberto d’Angiò, per sollecitare l’appoggio dei Veneziani e la loro mediazione presso i Genovesi. Il frate afferma al cospetto del doge il 27 aprile 1340 che il “molto serenissimo principe Edoardo” ha fatto di tutto per evitare la guerra proponendo per iscritto a “Filippo di Valois sedicente re di Francia” tre mezzi a sua scelta per risolvere la questione tra loro ed evitare così il massacro di cristiani innocenti: un duello, un combattimento tra due piccoli schieramenti di sei o otto fedeli o prove di Dio consistenti nell’esposizione a leoni affamati o nel miracolo della guarigione dei malati. Il superamento delle prove avrebbe dimostrato la regalità di Filippo. Ma questi “nella sua superbia” non ha accettato. I Veneziani decidono di non appoggiare Edoardo III, per continuare proficuamente i propri traffici, agevolati dalla neutralità. Anche lo sperato aiuto imperiale viene meno.
Tornato in Inghilterra, Edoardo III riorganizza l’esercito e riporta la vittoria navale di Sluys (24 giugno 1340) sui Francesi, ponendo fine agli scontri tra i marinai dei due Paesi e ai tentativi di invasione dell’Inghilterra. Gli scarsi finanziamenti, dovuti all’ostilità del Parlamento verso la sua politica autocratica, gli consigliano di concludere con Filippo VI una tregua, che è interrotta da entrambe le parti con battaglie costose ma inutili. La guerra riprende nel 1345.
La prima fase degli scontri registra una serie di vittorie per l’Inghilterra a opera di Enrico di Lancaster. Edoardo III devasta la Normandia e punta su Parigi, ma è respinto da Filippo VI. Ogni scontro è preceduto da cerimoniali. Prima dell’inizio della battaglia di Crécy, quattro cavalieri francesi vanno a controllare le file nemiche e al ritorno osservano par honneur il silenzio secondo il codice di onore cavalleresco, fino a quando il re, impaziente, ordina a uno di loro di parlare. A Crécy il 26 agosto 1346 l’esercito francese è sconfitto dagli arcieri inglesi. Nel 1347 gli inglesi occupano la piazzaforte di Calais, che apre l’accesso alla Francia. Si conclude un armistizio più volte rinnovato. La Francia è attraversata dalla peste e dall’intolleranza verso gli ebrei, accusati di diffondere il morbo. Le operazioni militari riprendono nel 1355. Il Principe Nero, Edoardo, principe di Galles e duca di Aquitania, in viaggio per la Normandia in soccorso del padre Edoardo III, si scontra a Poitiers il 19 settembre 1356 con il re di Francia Giovanni II il Buono e grazie all’abilità strategica e alla rapidità dei movimenti sconfigge l’avversario. Gli arcieri inglesi hanno sconfitto ancora una volta la pesante cavalleria francese. La fanteria si afferma sulla cavalleria. Giovanni II e suo figlio Filippo sono fatti prigionieri. Il re è condotto in Inghilterra.
Nel 1358 le campagne della Francia nordorientale sono sconvolte da fenomeni di jacquerie contro l’esoso fiscalismo e le devastazioni della guerra, come racconta Jean Froissart nelle sue Croniques. È la guerra nella guerra. I nobili chiedono aiuto a gentiluomini amici della Fiandra, dell’Hainaut, del Brabante, dell’Hesbaye. Il re di Navarra uccide in un giorno più di 3000 contadini. A Parigi scoppia una sommossa organizzata da Étienne Marcel, prevosto dei mercanti, che è assassinato il 31 luglio 1358 per ordine di Carlo V, delfino dal 1349.
Con i preliminari di Londra del 24 marzo 1359 i due sovrani tentano di stabilire un accordo sui territori da trasferire sotto la sovranità inglese, quasi metà della Francia da nord a sud. Ma le città francesi rispondono con la leva in massa contro queste dure imposizioni. Il delfino Carlo sconfigge Carlo di Navarra, già aspirante al trono e alleato degli Inglesi, e riconquista diversi territori occupati.
Il legato del papa conclude la pace di Brétigny (8 maggio 1360) con la quale Edoardo III rinuncia alla corona francese e alla sovranità sulla Normandia, la Bretagna, il Maine, l’Angiò e le Fiandre ma triplica i possessi nella Francia occidentale e mantiene Calais. Per Giovanni II il Buono è concordato un riscatto di 3000 scudi e uno scambio con alcuni nobili e il figlio, il duca d’Angiò, che al suo ritorno sono condotti come ostaggi a Londra. Ma dopo la fuga del figlio, Giovanni II con un atto cavalleresco torna a Londra, dove muore l’8 aprile 1364.
Durante il regno di Carlo V l’esercito francese rioccupa tra il 1369 e il 1375 buona parte dei territori perduti. Carlo V solleva l’Aquitania contro il Principe Nero e gli oppone Bertrand Du Guesclin, capitano di ventura, che eleva per le imprese contro gli Inglesi al prestigioso incarico di conestabile di Francia. Il Principe Nero nel 1371 torna in Inghilterra. Anche Giovanni di Gaunt, duca di Lancaster, fratello del Principe Nero, investito della carica di governatore di Guienna nel 1371, si trova a mal partito e conserva all’Inghilterra pochi territori: Calais, Cherbourg, Brest, Bordeaux e Bayonne. La flotta inglese è sconfitta dalla flotta franco-castigliana. Edoardo III deve accettare una nuova tregua nel giugno del 1375. L’Inghilterra è travagliata dalle lotte intestine alimentate a corte dalle reciproche accuse sulla responsabilità degli insuccessi militari.
Non di maggior prestigio gode in Francia la monarchia che, a causa della minorità di Carlo VI, è screditata dalla reggenza del duca d’Angiò, uno degli zii del re, mentre gli altri due, il duca di Borgogna e il duca di Berry, amministrano le province, compiendo una serie di abusi che determinano rivolte. Tumulti e sommosse sconvolgono dal 1378 al 1382 la Francia e le Fiandre, in particolare Bruges e Gand. La borghesia ribelle della Fiandra è sconfitta a Roosebeke nel 1382.
Ruoli e funzioni sono assicurati dai rituali delle cerimonie pubbliche. Quando Carlo VI entra a Parigi il 16 settembre 1380 non ancora dodicenne, 2000 persone gli vanno incontro vestite metà verde e metà bianco. A Lione, nel 1389, entra solennemente sotto un baldacchino simile a quello riservato al Santissimo Sacramento per la processione del Corpus Domini, come segno della sacralità della sua persona. Carlo VI ha assunto il potere da un anno e alimenta ancora speranze nella sua persona. Ma con i primi segni della sua pazzia la crisi appare irreversibile. La nobiltà feudale vuole affermare il proprio potere. Filippo l’Ardito duca di Borgogna minaccia la stabilità della Francia.
Il ducato di Borgogna è entrato in possesso del re di Francia Giovanni II il Buono nel 1363 in seguito a una crisi dinastica, ed è stato da lui concesso in feudo al figlio Filippo l’Ardito, che diventa il capostipite di una nuova dinastia grazie al matrimonio con Margherita di Fiandra, che porta in dote la Fiandra, l’Artois e la Franca Contea. Saranno Giovanni Senza Paura, Filippo il Buono e Carlo il Temerario a fare dello Stato borgognone (Borgogna, Franca Contea, Fiandre e Paesi Bassi, con la raffinata corte di Digione) un temibile avversario per la Francia.
Nel 1392 scoppia la guerra civile tra la nobiltà divisa in armagnacchi, al seguito del conte Bernardo VII di Armagnac, che sostiene il fratello del re, il duca Luigi d’Orléans, e borgognoni, guidati da Filippo l’Ardito, zio del re, alleato degli inglesi.
Giovanni di Gaunt, duca di Lancaster, luogotenente di Guienna (1388) e duca di Aquitania (1390), deve poi concludere una serie di tregue con la Francia tra il 1392 e il 1394.