LA MARCHIA (La Marcia, De La Marche, De La Marchia), Vittorio Amedeo
Nacque probabilmente nel 1696 da Vittoria, della quale non è noto il casato, e da Luigi (o Ludovico), esponente di una famiglia di ingegneri militari operosa fra il XVII e il XVIII secolo negli Stati sabaudi, il cui cognome originario era Varin o Varino.
Luigi era figlio di un maestro di spada dei paggi ducali; deceduto il padre nel 1674, fu aiutato finanziariamente, insieme con la madre, dal duca Carlo Emanuele II (Arch. di Stato di Torino, Camera dei conti, Patenti controllo finanze, 1669 in 1670, c. 68; 1674, c. 106). Fu attivo per il palazzo reale di Torino dopo il 1684 sotto la direzione di Carlo Emanuele Lanfranchi (Rovere). Risulta ampiamente documentato al servizio del duca (notizie di pagamenti, Arch. di Stato di Torino, Camera dei conti, Patenti controllo finanze, 1688-89, c. 132; 1697, cc. 92, 103; 1697-99, c. 119), specialmente in qualità di ingegnere militare, abilità riconosciuta formalmente fin dal 1692, quando ricevette le patenti di ingegnere ducale (ibid., 1691 in 1692, c. 108). A questo periodo risalgono un disegno del castello di Nizza e il progetto per la sua messa a difesa (Ibid., Corte,Fabbriche e fortificazioni, mazzo 3, n. 18); mentre successivi sono gli impegni presso Trino e il forte di Mirabocco (1693), che sbarrava l'accesso alle valli valdesi, e presso il campo ducale durante l'assedio di Pinerolo (Ibid., Camera dei conti, Articolo 182, registro 30, 1692 in 1694, n. 310). Continuano a risultare pagamenti per lo svolgimento di questa sua attività nel 1696 e nel 1697, anno in cui si recava a Vercelli per dirigere le riparazioni, proseguite fino al 1702, da effettuare alle difese delle mura e della cittadella (ibid., Articolo 199, registro 12, nn. 56, 73). Non è nota la data di morte di Luigi; ma nel 1708 fu accordata alla vedova Vittoria una pensione per mantenere il figlio (Canavesio, p. 399).
La prima notizia che riguarda il L. risale al 1726, quando venne impegnato nella direzione dei lavori per la costruzione del grandioso complesso fortificato di Fenestrelle e per la campagna di ricostruzione e restauro delle chiese cattoliche situate nelle valli valdesi, all'interno dell'ambizioso progetto, portato avanti da Vittorio Amedeo II, di "riconquista" di un'area a maggioranza valdese.
Nell'ambito degli interventi tesi alla ristrutturazione delle chiese cattoliche, nel luglio del 1726 il L. progettava la casa parrocchiale e la cappella di Rodoretto, elaborava i progetti tecnici per gli interventi nelle chiese di numerosi luoghi, fra cui Fenestrelle, Perosa, San Martino, San Germano, Bobbio Pellice, Angrogna e Torre Pellice, coordinando anche i lavori dei capimastri incaricati (Arch. di Stato di Torino, Ufficio generale delle finanze,Prima archiviazione, Chiese, mazzo 1, f. 4). Nell'ottobre 1728 Vittorio Amedeo II segnalò lo stato fatiscente della chiesa di Loux di Pragelato all'intendente di Pinerolo Joannini. L'incarico di preparare il progetto di riparazione fu affidato al L. (Ibid., Corte, Lettere di particolari, I, n. 3), che nell'aprile successivo preparava le istruzioni per gli interventi per le chiese di Usseaux, Laux e Balboutet (Ibid., Ufficio generale delle finanze, Prima archiviazione, Chiese, mazzo 1, f. 7). L'opera di Vittorio Amedeo II venne proseguita dal figlio Carlo Emanuele III; e il L. si trovò così a lavorare per il nuovo sovrano. In una lettera del luglio 1732 (Ibid., Corte, Lettere di particolari, L, n. 15) dichiarava che avrebbe eseguito gli ordini regi per la parrocchiale di Traverse. Successivamente presentava il progetto per la sua riparazione, giustificando il ritardo con il carico di lavoro per le opere di costruzione del forte di Fenestrelle. Nel mese di luglio del 1733 si occupava della ristrutturazione della parrocchiale di San Giovanni di Luserna (Ibid., Ufficio generale delle finanze, Prima archiviazione, Chiese, mazzo 1, n. 12); il mese successivo progettava la chiesa e canonica di Massello in Val San Martino (ibid., n. 11), e in settembre dava le disposizioni per la chiesa della Rua (ibid., n. 13: documento non firmato ma riconoscibile per confronti come autografo).
Nel luglio 1726, dunque, il L. era già impegnato a Fenestrelle, dove stendeva calcoli e memorie per la ristrutturazione del forte (Ibid., Corte, Intendenza generale delle fabbriche e fortificazioni, mazzo 1 di addizione, n. 2). Allontanatosi per incarichi di soprastante ai lavori del forte della Brunetta di Susa, e per sopralluoghi in vista della riparazione della cittadella di Mondovì (Ibid., Camera dei conti, Articolo 182, registro 65, nn. 70, 90) e del forte di Demonte, fu richiamato a Fenestrelle "per diriggere quelli di detto forte e per continuare il modello del medesimo" su ordine di Vittorio Amedeo II, datato 17 marzo 1727 e indirizzato al governatore di Cuneo Misseglia (Ibid., Regia Segreteria di Guerra, Lettere a governatori e comandanti di città e fortezze, 1725, registro 132, c. 116).
Nell'ambito delle opere per Fenestrelle risulta nel 1727 un pagamento al L. per l'assistenza ai lavori e per la progettazione del citato modello (Ibid., Camera dei conti, Articolo 182, registro 66, nn. 93, 96). Riceveva inoltre l'ordine di impiegare la compagnia dei minatori nei lavori di "scarpamento" della roccia (Ibid., Corte, Intendenza generale delle fabbriche e fortificazioni, mazzo 1 di addizione, n. 2). Il 23 ag. 1733 redigeva una memoria sull'avanzamento dei lavori (ibid., Fabbriche efortificazioni, mazzo 3, n. 17); mentre il 1° agosto dell'anno successivo veniva nominato maggiore sempre con incarico a Fenestrelle (ibid., Materie militari, Impieghi, mazzo 2 di addizione, n. 12).
Nel frattempo (1731) era intervenuto a Carignano per approvare il progetto, opera dell'agrimensore Benedetto Turani, per la costruzione del campanile della chiesa dei battuti bianchi, con modifiche per la parte terminale (Carignano…, I). A Carignano il suo giudizio sarebbe stato ancora richiesto nel 1738, a proposito della proposta del Comune di Carmagnola, redatta dall'ingegner Ignazio Mazzone, per effettuare una serie di "tagli" nel corso del Po che dovevano impedire al fiume di penetrare nell'alveo del torrente Melletta.
Nel 1738 gli fu concesso alloggio gratuito in Fenestrelle, in casa Andreis, concessione mantenuta dopo la sua morte alla vedova e ai figli (Arch. di Stato di Torino, Camera dei conti, Articolo 446, Regi Biglietti, 1737 in 1741, foglio 43; 1742 in 1744, foglio 131), e il 27 febbr. 1740 ricevette il grado e l'anzianità di luogotenente colonnello per aver assolto "le diverse incombenze state sin qui appoggiate […] avendogli data occasione di farci vieppiù conoscere la sua particolare abilità non meno che una distinta attenzione e zelo per nostro servizio nel compirle ad intiera nostra soddisfazione" (ibid., Patenticontrollo finanze, 1740, c. 61).
Nello stesso periodo sono documentate alcune istruzioni ai capimastri impegnati nei lavori del forte di Fenestrelle impartite dal L. (Ibid., Azienda generale di fabbriche e fortificazioni, Registri partiti fortificazioni di Fenestrelle, 1740-42, n. 18), che nel 1741 ebbe l'incarico di progettare e dirigere la sistemazione della strada da Fenestrelle al bosco del monte Pinajo per condurvi, in collaborazione con il capitano F. De Vincenti, l'artiglieria (ibid., Regi Biglietti, 1731-44, c. 218, 6 giugno 1741).
Il L. morì improvvisamente il 9 luglio 1742 a Fenestrelle, come indica la lapide sepolcrale posta nella parrocchiale.
Alla vedova, Maria Elisabetta Balliani, fu accordata una pensione per il mantenimento suo e dei tre figli. Al maggiore, Carlo Emanuele, cadetto nelle scuole d'artiglieria, ne furono concesse altre, con l'impegno di provvedere al vitto e vestiario del fratello minore Vittorio Amedeo e del secondogenito Giuseppe, arruolato poi come soldato nella compagnia colonnella del reggimento "Piemonte". Tra il 1769 e il 1776 è documentata la presenza in Sardegna di Carlo Emanuele, autore di una memoria del 23 apr. 1776 con proposta di intervento sul palazzo del seminario di Cagliari, dato lo stato di pericolo in cui versava la costruzione (Ibid., Corte, Sardegna, Materie ecclesiastiche, mazzo 1, cat. 7, n. 14). Carlo Emanuele venne promosso da sottotenente a luogotenente nel corpo degli ingegneri il 2 sett. 1773 (Ibid., Ufficio generale del soldo, Patenti e commissioni, 1772 in 1774, c. 150). Nel 1787, documentato con il grado di capitano tenente, risultava deceduto, come indicato in una vendita di una cascina, denominata il Cugnolo e sita in territorio di Biella, a favore del capitano T. Cerutti ed effettuata da Giuseppe "Lamarchia Battiani", al quale la stessa cascina era "pervenuta […] in successione del fu Carlo Emanuele sui fratello capitano tenente ingegniere di S.M." (Ibid., Insinuazione di Torino, 1787, libro 9, volume 5, c. 2188).
Fonti e Bibl.: C. Rovere, Descrizione del reale palazzo di Torino, Torino 1858, p. 37; C. Brayda - L. Coli - D. Sesia, Ingegneri e architetti del Sei e Settecento in Piemonte, Torino 1963, pp. 44 s., 67 (s.v. Varino); Carignano: appunti per una lettura della città, Carignano s.d. (circa 1980), I, p. 177; II, p. 185; A. Cavallari-Murat, Come carena viva, I, Torino 1982, pp. 579, 583 s.; F. Bourlot, I registri della parrocchia di S. Luigi in Fenestrelle, in Boll. della Società stor. pinerolese, XIII (1996), 1-2, p. 38; A. Signorelli - B. Signorelli, Documenti sulle vicende delle fortificazioni di Pinerolo tra l'assedio del 1693 e la demolizione del 1696, in Archeologia e arte nel Pinerolese e nelle valli valdesi… Atti del Convegno, Pinerolo… 1998, a cura di B. Signorelli - P. Uscello, Torino 1999, p. 350; W. Canavesio, Le chiese cattoliche nelle valli pinerolesi. L'opera del Regio Patronato nelSettecento, ibid., pp. 399-405, 407, 409, 415.