LA MARMORA-FERRERO
Ramo della grande famiglia feudale dei signori di Biandrate, i Ferrero appaiono nel sec. XIV compartecipi del consorzio signorile del comune di Biella e in lotta così aspra con Giovanni Fieschi, vescovo di Vercelli e signore di Biella (1373), che questa città nel 1379 preferisce darsi ad Amedeo VI di Savoia. Investiti nel sec. XV di Andorno, di Candelo, di Casalvolone e di altre terre biellesi, i Ferrero si legano ora con i liguri Fieschi, conti di Lavagna - dal 1343 al 1437, di zio in nipote (Emanuele, Giovanni, card. Ludovico e Ibleto) vescovi vercellesi - e i vincoli sono tali, che un Ludovico Fieschi nel principio del 1500 adotta quale suo il figlio di Filiberto Ferrero; donde l'accoppiamento dei loro nomi e il passaggio in lui del feudo di Masserano, già possesso della mensa vescovile vercellese investito nel 1394 dal cardinale Ludovico Fieschi nel fratello Antonio. La signoria di Masserano fu poi presto dai papi eretta in contea (1533) e in marchesato (1547) per il predetto Ferrero-Fieschi e infine in principato (1598) per Francesco, suo nipote.
La nuova famiglia aveva già iniziato nel 1499 il metodo nepotista dei Fieschi nella sede vescovile di Vercelli e lo continuò sino al 1610 (G. Stefano I, Bonifacio, Agostino, Pietro, Guido e G. Stefano II) e assunse il titolo marchionale Romagnano, dopo che il cardinale Carlo Borromeo per legami di parentela cedette, nel 1566, detta signoria a Federico, fratello del vescovo Guido Ferrero-Fieschi.
A compensare la devoluzione di Romagnano alla Camera spagnola di Lombardia (1586), Carlo Emanuele I di Savoia nel 1610 donava al vescovo G. Stefano II la terra di La Marmora (Cuneo). Questa fu eretta nel 1678 in marchesato per il nipote suo Tommaso Felice e così si formarono i due rami: dei Ferrero-Fieschi principi di Masserano e dei Ferrero marchesi di La Marmora.
Estintosi il primo ramo nel 1833 in Carlo Ludovico, il principato passò al cugino Carlo Emanuele della Marmora, il fido amico del re Carlo Alberto dal 1821 al 1849, che s'intitolò Ferrero-La Marmora principe di Masserano.
Benché avesse sette fratelli, fra i quali i famosi generali Alessandro e Alfonso (v.), la famiglia si continuò solo nell'unico suo figlio Tommaso. Morto questo, il titolo principesco di Masserano scadde e quello marchionale di La Marmora nel 1900 passò in Mario degli Alberti, marito della sola figliuola di Tommaso, Enrichetta.
Bibl.: F. Guasco, Diz. feud. degli Stati Sardi, LIV-LVIII della Bibl. Soc. stor. subalp., passim, Pinerolo 1911; P. Orsenigo, Vercelli sacra, Como 1919; M. degli Alberti, Lettere ined. di Carlo Eman. IV, ecc., Torino 1919.