La medicina cinese
Il contributo è tratto da Storia della civiltà europea a cura di Umberto Eco, edizione in 75 ebook
La medicina cinese rappresenta una delle più affascinanti risposte biospirituali alla risoluzione di problematiche relative alla salute dell’essere umano. Le sue origini antiche si rifanno ai principi cosmologici e metafisici del taoismo, un sistema filosofico-religioso che da lunghissimo tempo non soltanto ha ispirato la cultura cinese, costituendone il vero e proprio modus operandi, ma ha anche influenzato tutte le culture dell’Estremo Oriente. Senza la conoscenza di questi principi è impossibile comprendere le molteplici valenze che costituiscono il fondamento della medicina cinese. Prologo Il Nei Ye (lett. coltivazione interiore), un breve testo anonimo di 1622 caratteri datato alla metà del IV secolo a.C. (tardo Periodo degli Stati Combattenti in Cina, V-III sec. a.C.), che in origine veniva tramandato oralmente, e poi rimase occultato per secoli come il quarantanovesimo capitolo di una raccolta di testi politico-economici intitolata Guanzi, così esordisce: “L’essenza vitale di tutte le cose: è questa che le porta alla vita. In basso essa genera i cinque cereali [riso, grano, miglio, sorgo, mais]; in alto diventa le costellazioni. Quando fluisce fra Cielo e Terra la si definisce dèi e spiriti. Quando è riposta nel cuore degli esseri umani la si definisce Saggezza”. In questi versi di lirica bellezza è racchiusa la quintessenza della worldview taoista, e conseguentemente, della medicina cinese che a essa si è ispirata.
Cosmologia Una delle opere fondamentali del taoismo è il Libro della Via e della Virtù (Dao de jing). Il testo è attributito al famoso maestro Laozi, anche se non è certo che egli sia effettivamente da considerare come un personaggio storico. Il Daodejing è composto di 5000 caratteri, e se ne conoscono diverse versioni. La più antica sinora attestata è quella riscoperta nel 1993 in una tomba a Guodian (provincia dello Hubei), databile all’incirca al 300 a.C. È il testo più tradotto al mondo dopo la Bibbia (la prima traduzione in lingua occidentale è stata compilata in latino e risale al XVIII secolo). Secondo i principi contenuti in questo testo in origine l’universo era dominato dal caos; in seguito da questo caos è sorto un Soffio Originale (yuan qi), che si è poi suddiviso in due soffi, il soffio Yang (yang qi), sottile ed etereo, rivolto verso l’alto, e il soffio Yin (yin qi), pesante e più materiale, rivolto verso il basso. Questi due soffi avrebbero dato origine a tutti i fenomeni, che i Cinesi chiamano “le diecimila cose” (wan wu). Anche l’essere umano è il prodotto di questi due soffi.
Il soffio Yang e il soffio Yin rappresentano il Cielo e la Terra. L’essere umano è considerato il loro tramite, il loro punto di congiungimento par excellence. L’essere umano maschile è considerato “yang” all’esterno e “yin” all’interno, mentre l’essere umano femminile è “yin” all’esterno e “yang” all’interno. Le caratteristiche dei soffi Yin e Yang sono solitamente presentate in Occidente come antitetiche: luce-buio, caldo-freddo, maschile-femminile, e così via; questo modo di vedere costituisce una superimposizione culturale obsoleta che impedisce di cogliere interamente le valenze olistiche di queste due istanze; in realtà esse costituiscono un tutt’uno di forze dinamiche complementari che si contengono l’una nell’altra, e che si alternano in maniera ciclica, dando origine a tutti i fenomeni naturali, quali le stagioni, la vita e la morte, e così via, in sintesi, tutte le “trasformazioni” (bian hua), che rappresentano di fatto il modus operandi del Tao.
Origini taoiste della medicina cinese Una delle caratteristiche più note del taoismo è il suo interesse per le pratiche biospirituali. Queste si sono evolute partendo da una ricerca della longevità, considerata fondamento per l’ottenimento dell’immortalità fisica e della trascendenza spirituale. Secondo il taoismo la trascendenza spirituale non può essere ottenuta al di fuori del corpo fisico, anzi, è imprescindibile da quest’ultimo. Storicamente si parte da un’alchimia “operativa” (wai dan), che intende condurre prima alla longevità e poi all’immortalità, utilizzando esercizi respiratori e ginnici, esercizi di alcova, diete, erbe e minerali (quali ad esempio il cinabro e il mercurio, che sono utilizzati per la realizzazione del cosiddetto “elisir d’oro”), per poi giungere a un’alchimia più sofisticata, perché sublimata e interiorizzata (nei dan), la quale si ripropone, attraverso esercizi respiratori e meditativi, di ricostruire un essere umano perfetto, totalmente sintonizzato e integrato con quel principio unico primordiale che è il Tao.
Principi basilari della medicina cinese La medicina cinese si è sviluppata sulla base delle ricerche alchemiche condotte dagli adepti taoisti nel corso dei secoli; nel far ciò, essa si è avvalsa non solo delle conoscenze derivate dalle pratiche alchemiche, ma anche da quelle relative alla farmacopea e alla macrobiotica taoista. Il più antico testo di medicina cinese è lo Huang Di Neijing, il Canone Interno dell’Imperatore Giallo, paragonabile per importanza al Corpus hippocraticum. Le teorie in esso contenute dovrebbero risalire all’incirca al III secolo a.C.
Secondo il taoismo e la medicina cinese l’essere umano è costituito da un insieme biospirituale; il suo corpo fisico è strettamente connesso e interdipendente rispetto alla mente; il cuore è considerato la sede della mente (intesa sia come intelletto che come natura psico-emozionale); a riprova di ciò, il termine cinese xin indica sia l’uno che l’altra, e può essere tradotto in entrambi i modi a seconda dei contesti. Interiormente il corpo umano è assilimato a un paese in cui ciascun organo ed elemento opera attraverso una corrispondenza di gerarchie, a capo della quale è posto il cuore; tale paese interiore corrisponde microcosmicamente al paese esteriore, ovvero allo stato inteso in senso geopolitico, governato dal sovrano (re/cuore) coadiuvato dai ministri (polmoni, fegato, milza, reni); per esteso questo corpo sociale corrisponde al macrocosmo e all’universo; l’equilibrio del “paese interiore” è dunque la conditio sine qua non per l’equilibrio dello stato, e anche della natura in senso lato. Per questo e non a caso, il vero “peccato” per i taoisti, e dunque causa dell’insorgere di malattie, è quello di non prendersi adeguatamente cura del proprio corpo. La salute del corpo è determinata da una modalità di equilibrio dei soffi Yin e Yang. Tali soffi circolano nel corpo in canali sottili, che nella medicina sono detti “meridiani” (mai); i più importanti sono 12. Quando il soffio circola nel corpo in modo armonico e appropriato l’individuo gode di buona salute. Qualunque squilibrio di tipo emotivo o dietetico risulta in un disequilibrio della condizione biospirituale.
Metodi curativi Per ripristinare l’equilibrio dei soffi Yin e Yang, e permettere così il giusto fluire del qi risolvendo disturbi e malattie, la medicina cinese considera in primis la dietetica: la dietetica cinese tiene conto dei principi di ciclicità temporale e di corrispondenza o interdipendenza degli organi con i fattori esterni legati all’ambiente e alle stagioni; per questo i cibi dovrebbero essere combinati in modo da equilibrare il caldo (yang) e il freddo (yin) con i cinque sapori (piccante [yang], acido [yin], dolce [yang], salato e amaro [yin]), che sono rispettivamente i sapori collegati a polmoni, fegato, milza, reni e cuore, a loro volta influenzati, o per così dire, governati dai cinque elementi (metallo, legno, terra, acqua e fuoco), che costituiscono le modalità operative dei soffi Yin e Yang.
Quando la dietetica non è sufficiente quest’ultima può e deve essere accompagnata ove necessario dalla somministrazione di prodotti della farmacopea; la farmacopea cinese è molto complessa e ricca e include non solo piante ma anche sostanze animali e minerali. Alla dietetica e alla farmacopea possono essere associati interventi topici esterni, quali l’agopuntura, la moxibustione e il massaggio. Privilegiando la prevenzione delle patologie, la medicina cinese incoraggia gli individui a praticare, di concerto con una dieta equilibrata, anche esercizi respiratori e fisici, i più rappresentativi dei quali, taijiquan e qigong, entrambi basati sui principi delle corrispondenze interne ed esterne, sono oramai noti e praticati anche in Occidente. L’insieme di diete, esercizi ginnico-respiratori, di concentrazione/meditazione e così via costituisce quello che in cinese viene definito yang sheng, nutrire la vita. Tuttavia, dal momento che il sovrano del corpo è la mente/cuore, se si desidera davvero nutrire la vita, prevenendo o curando disturbi e malattie, gli esseri umani dovrebbero idealmente assumere per quanto possibile un’attitudine positiva e aperta nei confronti di sé e del mondo, perché la vita non può essere nutrita con atteggiamenti egoistici e in assenza di serenità.