La nascita degli ordini cavallereschi
Il contributo è tratto da Storia della civiltà europea a cura di Umberto Eco, edizione in 75 ebook
Gli ordini religioso-militari nascono nel periodo della prima crociata, animati dalla stessa spiritualità che aveva mosso la cristianità d’Occidente a correre in Palestina per difendere la popolazione cristiana in pericolo; si compongono di cavalieri laici, combattenti professionisti, che scelgono di abbandonare la vita nel secolo per votare se stessi alla difesa della fede. I Templari e gli Ospitalieri, i due ordini maggiori, formano il nerbo dell’esercito cristiano in Terrasanta, cui se ne aggiugono altri, come l’ordine di san Lazzaro e quello dei cavalieri Teutonici, nati successivamente e con missioni specifiche.
Intorno al 1050 alcuni mercanti amalfitani fondano in Gerusalemme un ospizio per curare i viandanti caduti malati mentre affrontano il pellegrinaggio ai Luoghi Santi; il loro capo si chiama Gerardo l’Ospitaliere, anche se gli storici considerano quale fondatore dell’ordine futuro il Maestro Raimondo di Le Puy. Il centro è aggregato al monastero benedettino di Santa Maria Latina e gestito da laici conversi, che vivono come i regolari professi e hanno una cappella dedicata a san Giovanni l’Elemosiniere (ma dopo il 1100 è intitolata a san Giovanni Battista perché è un santo più noto in Occidente). Nel 1113 Pasquale II concede un privilegio intitolato Pie postulatio voluntatis, che rende quest’istituzione caritatevole un ente religioso autonomo; in tal modo pone le basi per renderlo direttamente dipendente dalla Santa Sede, fatto che avverrà nel 1154 con il privilegio Christianae fidei religio, grazie al quale l’ordine godrà di una libertà particolare, risultando svincolato dall’autorità della gerarchia ecclesiastica secolare. L’ospedale gerosolimitano, più tardi in grado di ospitare fino a 2000 degenti, offre ai malati cure mediche all’avanguardia anche grazie al probabile apporto della vicina, avanzata medicina araba. Terapia fisica, attenzione per l’igiene alimentare e cura per le cose dello spirito sono volti di un solo piano mirante a ridare agli sfortunati ospiti la salute del corpo e dell’anima.
In una data incerta, fra il 1136 e il 1160 circa, gli Ospitalieri assumeranno anche l’onere della difesa armata accanto alla missione dell’assistenza, che rimarrà sempre la loro vocazione principale: il regno cristiano di Terrasanta vive in un continuo stato di precarietà, circondato da potentati nemici e sotto la minaccia costante di attacchi improvvisi. Il nuovo volto militare degli Ospitalieri sarà ricalcato su quello dei Templari, un istituto religioso fondato pochi anni prima specificamente per la difesa di Gerusalemme e del Sepolcro, ispirato a un modello di spiritualità decisamente innovativo; come anche nell’ordine del Tempio, la funzione militare non si assomma mai nella stessa persona con il sacerdozio e i due enti hanno cappellani propri cui è interdetto l’uso delle armi.
Verso l’anno 1114 un cavaliere francese chiamato Hugues de Payns, fedele del conte Hugues de Champagne e titolare di un feudo presso Troyes, fonda a Gerusalemme una confraternita di militari che prende il voto di difendere i pellegrini in viaggio dagli attacchi dei predoni islamici.
L’idea incarnata da questo gruppo ricopia altre esperienze di vita religiosa tipiche del tardo secolo XI e può essere assimilata al caso dei conversi; in particolare somiglia ad alcune iniziative sorte nel sud della Francia e in area iberica, dove è allora in atto la Reconquista contro l’occupazione islamica: guerrieri laici si votano temporaneamente a dei santuari in un patto di mutua assistenza nel quale essi offrono la loro difesa ai religiosi custodi di questi luoghi di culto in cambio di preghiere e benefici spirituali.
Hugues de Payns e i compagni (nove in tutto secondo la testimonianza di Guglielmo, arcivescovo di Tiro, e invece circa 30 a detta di Michele Siriano) vivono grazie alle elemosine che fa loro la gente, si ispirano a un principio di povertà evangelica e si definiscono “i poveri commilitoni di Cristo”. Verso il 1127 Hugues de Payns si reca in Occidente per far conoscere l’iniziativa e reclutare nuove forze dalla cavalleria europea; il re di Gerusalemme vuole infatti trasformare la confraternita in un ente religioso stabile, da rinforzare e ampliare per poi impiegarlo nella difesa militare del regno. Scrivendo a san Bernardo di Chiaravalle, il teologo più influente dell’epoca, molto stimato anche presso la Curia romana, il sovrano lo prega di prendere il progetto sotto la sua protezione, redigendo per questi frati combattenti una regola “non discordante con i clamori della battaglia”: il grande abate cistercense è chiamato in causa per risolvere un problema spinoso, quello di rendere compatibili la conversione alla vita religiosa e il servizio in armi, che nell’ambiente monastico tende a esser visto come una pratica empia. Dopo una prima esitazione Bernardo si appassiona all’ideale di Hugues de Payns e mette al servizio della causa il peso della sua influenza spirituale, unito a quello di tutte le sue conoscenze. Il grande dilemma che pesa sulle sorti dell’ordine è da lui risolto indicando nello scopo della lotta armata la pura causa difensiva: per il frate-guerriero il combattimento è una forma di umiliazione, di penitenza; egli lotta contro il nemico per espiare i propri peccati così come fa nel suo intimo contro il male e la tentazioni.
Nel gennaio 1129 si tiene a Troyes un concilio cui partecipa anche il legato papale cardinal Matteo d’Albano: il nuovo ordine religioso-militare riceve una regola basata su quella benedettina con alcuni influssi della spiritualità agostiniana. I frati prendono i tre voti monastici di povertà, obbedienza e castità, e sono divisi in due categorie gerarchiche secondo la funzione che avrebbero svolto nelle operazioni militari: il rango più alto è quello dei cavalieri (milites), nati nell’aristocrazia militare e in grado di combattere a cavallo con il complesso armamento dell’epoca; al rango inferiore appartengono i sergenti (servientes), coloro che provengono da altre classi sociali e svolgono mansioni di servizio. I sergenti indossano abiti scuri, ma i cavalieri hanno il privilegio di portare vesti bianche in segno della purezza di costumi e di cuore che deve caratterizzare tutta la loro vita. Il re di Gerusalemme dona al nuovo ordine un’ala del suo palazzo come residenza ufficiale: l’edificio sorge presso alcune rovine che si credono essere quelle dell’antico Tempio di Salomone, così la gente prende a chiamare questi frati in armi Milites Templi e poi Templarii.
Verso il 1136 san Bernardo compone un trattato intitolato De laude novae militiae nel quale esalta la figura del Templare e ne loda la grande utilità per la società cristiana del tempo, che sente molto forte gli ideali della crociata. Nel 1139 Innocenzo II conferisce all’ordine un privilegio fondamentale intitolato Omne datum optimum, grazie al quale sarebbe divenuto indipendente da qualunque autorità religiosa o secolare e responsabile soltanto dinanzi al papa. Nel giro di due o tre decenni l’ordine cresce a dismisura grazie al favore dei pontefici, dei sovrani, dei nobili ma anche della gente comune che dona i propri beni e avvia i figli a diventare Templari: per la reputazione di eroismo guadagnata in Terrasanta sono guardati come veri eroi della fede che scelgono di servire Dio con una sorta particolare di martirio. Nel 1147 papa Eugenio III conferisce loro il privilegio di portare una croce rossa sulla spalla sinistra in ricordo del sangue versato in difesa della cristianità.
Durante la terza crociata un gruppo di guerrieri, legati alla figura del langravio di Turingia, si distaccano dall’esercito condotto via terra dall’imperatore Federico Barbarossa preferendo invece raggiungere la Terrasanta via mare. Sbarcati, allestiscono un ospedale da campo con mezzi di fortuna usando le vele della loro nave per fabbricare le tende necessarie all’ostello; le autorità di Terrasanta e i papi favoriscono la confraternita tedesca che, nel febbraio 1191, Clemente III pone sotto la speciale protezione della Santa Sede. L’ospizio possiede una chiesa intitolata alla Vergine Maria e il gruppo è chiamato dalla gente fratres domus hospitalis sancte Marie Theutonicorum in Jerusalem.
Il 5 marzo 1198, a pochi mesi dalla morte improvvisa dell’imperatore Enrico VI avvenuta in Sicilia, alcuni principi e nobili tedeschi che hanno seguito l’imperatore nel suo voto di crociata si riuniscono nel quartier generale dei Templari in Acri alla presenza del Re di Gerusalemme, del Patriarca, dei due Maestri del Tempio e dell’Ospedale oltre ad altre autorità laiche ed ecclesiastiche della Terrasanta: stabiliscono che anche la fondazione teutonica deve trasformarsi in un ordine religioso-militare per contribuire alla difesa della Terrasanta come è accaduto agli Ospitalieri. L’istituzione ufficiale avviene il 19 febbraio 1199 per volontà di Innocenzo III, ma è soprattutto sotto il regno dell’imperatore Federico II che l’ordine teutonico raggiunge una consistenza e un prestigio notevoli anche per via della stima che l’imperatore nutre verso il quarto Maestro, frate Ermanno di Salza. Grazie all’influenza di Federico II, nel 1120, l’ordine ottiene da papa Onorio III il privilegio di indossare un mantello bianco segnato da una croce nera, una vera vittoria morale sui Templari che fino a quel momento avevano difeso fieramente la prerogativa del mantello bianco come una loro prestigiosissima esclusiva.
A Gerusalemme, già poco tempo dopo la conquista crociata, sorge un ospedale specifico per i pellegrini colpiti da una malattia che la società del tempo considera un vero flagello di Dio, la lebbra. Collocato fuori dalle mura urbane, in posizione isolata per garantire sicurezza contro il rischio del contagio, il lebbrosario di Gerusalemme è posto presso la torre di Tancredi vicino a una postierla che porta il nome di san Lazzaro: già nei primi decenni del XII secolo comprende un convento con una chiesa, un chiostro, una sala capitolare, un refettorio e due dormitori separati per i fratres malati e per quelli sani che prestano loro le cure necessarie. Il principio ispiratore dell’ordine di san Lazzaro è quello della carità cristiana secondo quanto Gesù aveva comandato durante la lavanda dei piedi ai discepoli nella sera dell’Ultima Cena: il cristianesimo deve essere prima d’ogni altra cosa un servizio gratuito verso gli altri, specie quelli che, come i lebbrosi, sono relegati in una condizione disperata, privi di ogni sostegno e guardati da tutti con disprezzo. Il valore di questo ideale attira la benevolenza della società cristiana occidentale incrementando le donazioni; forse è per iniziativa di san Luigi re di Francia, sovrano particolarmente sensibile alla causa della crociata e alla tutela dei lebbrosi, che la fondazione poco prima del 1244 assume anche l’onere della difesa armata del regno di Terrasanta ormai gravemente compromesso dalla riconquista islamica. I cavalieri che vengono colpiti dalla lebbra e divenivano “malati perpetui”, come si diceva allora, possono continuare a servire lo stato cristiano, essere utili al contingente del regno crociato mantenendo allo stesso tempo anche la propria dignità di guerrieri.
Tra l’XI e la fine del XII secolo sorgono diverse iniziative che possono essere inquadrate nel contesto generale degli ordini religioso-militari, anche se non conoscono mai uno sviluppo e una forma istituzionale come quella degli ordini maggiori: fra queste l’ordine del Santo Sepolcro, nato da una associazione religiosa di laici ospitati dai Canonici del Sepolcro di Gerusalemme, che però non sembra prendere mai l’onere della difesa armata del regno di Terrasanta, la Militia Christi de Livonia, una fondazione del primo XIII secolo diretta a espandere il cristianesimo nel nord Europa dove vivevano popoli ancora pagani, e altre associazioni come gli ordini di Calatrava (1150), di Santiago (1161) e di Alcántara (1177), tutti nati in area iberica dove il rischio dello scontro armato con i confinanti islamici è un problema costante.