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PAZ, La

di Riccardo RICCARDI - José A. DE LUCA - - Enciclopedia Italiana (1935)
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PAZ, La (A. T., 155-156)

Riccardo RICCARDI
José A. DE LUCA

Città dell'America Meridionale, capitale effettiva della Repubblica di Bolivia (nominalmente la capitale è Sucre) e capoluogo del dipartimento e della provincia omonimi. Il suo nome è, più precisamente, La Paz de Ayacucho, e ricorda la pace firmata dopo la celebre battaglia (v. ayacucho) che pose fine al dominio spagnolo nel Perù. Situata a circa 3630 m. s. m. (Plaza Murillo; è la capitale più elevata del mondo), ai piedi della Cordigliera Reale e al margine della depressione centrale boliviana (v. bolivia), si stende in una vallata (Valle de La Paz) lunga 16 km. e larga quasi 5, solcata profondamente dal Río de La Paz (uno dei rami sorgentiferi del Beni), che insieme con alcuni torrentelli suoi affluenti attraversa la città. La domina, da SE., la mole dell'Illimani, dalle vette coperte di nevi e di ghiacci. Le coordinate geografiche di La Paz sono: 16° 30′ di lat. S. e 68° 9′ di long. O.

Per la notevole altezza cui è situata, il clima è freddo: la temperatura media annua è di soli 9°,3; quella del mese più freddo (luglio), di 6°,4, e quella del mese più caldo (novembre), di 11°. Le precipitazioni sono scarse (562 mm.) e per oltre la metà (58%) del totale annuo cadono nel dicembre-febbraio. I giorni piovosi sono 126, e 143 quelli con nebbia. La nebulosità è di 4,8 decimi. Buone le condizioni igieniche: le malattie più frequenti sono quelle del cuore e delle vie respiratorie (la tubercolosi, peraltro, è rara).

Contrariamente a quanto si riscontra nella maggior parte delle città americane, che hanno per lo più la pianta assai regolare, a scacchiera, La Paz, che occupa una superficie di circa 8 kmq., ha pianta irregolare, con le strade in forte pendìo, collegate spesso l'una all'altra da cordonate; Plaza Murillo, con un bel parco, è il centro della città, e su di essa si affacciano il Palazzo del governo, quello del Congresso e la cattedrale; il Prado, o Avenida 16 de Julio, è la strada più bella, adorna di varî monumenti (a Colombo, dono della colonia italiana, al generale Sucre, a Isabella la Cattolica, dono della colonia spagnola). Le strade in genere sono pavimentate con ciottoli irregolari; quelle dei quartieri più moderni (Sopocachi, Miraflores) sono ampie e alberate. Le case, in prevalenza a due piani, hanno verande e balconi, e spesso artistici patios.

Si calcola che la popolazione di La Paz fosse di soli 12.600 ab. nel 1675, saliti a 21.000 nel 1796, a 42.800 nel 1845, a 56.800 nel 1886, a 60.000 nel 1902, a 78.800 nel 1909, a 135.760 nel 1928, a 150.165 nel 1934. Secondo il censimento del 1928 il 41% della popolazione è dato da Bianchi (tra i quali 8900 stranieri), il 32% da Meticci e il 27% da Amerindî. Le colonie straniere più numerose sono la peruviana (5132 individui), la chilena (873), la spagnola (465), la tedesca (380), l'argentina (341), l'italiana (310) e la siriaca (303).

La Paz è la prima città della Bolivia per importanza industriale: vi si fabbricano cemento, articoli di cuoio, mobili, saponi e candele, sigari e sigarette, tessuti di cotone e di lana, carta, alcool, birra, cioccolata, paste alimentari; vi sono poi varî mulini, uno dei quali può produrre 12.000 tonn. di farina all'anno. Il commercio è attivo perché al mercato di La Paz si dirigono in buona parte i prodotti agricoli delle yungas (v. bolivia) e notevoli quantità del bestiame allevato nel bacino del Desaguadero. Va ricordato che presso la città si trovano importanti miniere di stagno e d'argento (a Huayna Potosí, Milluni e Chacaltaya). Fanno capo a La Paz tre linee ferroviarie internazionali: quelle provenienti dai porti chileni di Arica e di Antofagasta e quella proveniente da Buenos Aires (per Rosario e Tucumán). La Paz può essere raggiunta poi dal porto peruviano di Mollendo mediante la ferrovia che sbocca a Puno sul lago Titicaca; da qui un servizio di vapori trasporta sulla riva boliviana del lago, a Guaqui, che una ferrovia collega ad Alto de La Paz, sobborgo situato sulle alture che cingono la capitale, cui è collegato da una tramvia elettrica lunga 5 km. Un'altra ferrovia unisce La Paz con Coroico, sul versante est della Cordigliera Reale.

La Paz possiede numerosi istituti di beneficenza (l'Ospedale generale è uno dei migliori dell'America Meridionale) e di cultura; tra questi sono da ricordare l'Università (con le facoltà di diritto, scienze economiche e finanziarie, medicina, ingegneria, e le scuole di farmacia e odontoiatria), l'Istituto superiore di commercio, l'Istituto agronomico e veterinario, l'Accademia nazionale di belle arti, il Conservatorio nazionale di musica, il Collegio militare, il Museo nazionale (archeologico, etnografico e di scienze naturali), l'Accademia di storia, la Società geografica (fondata nel 1889), la Biblioteca municipale. A La Paz hanno la loro sede principale il Banco Central de Bolivia e il Banco Mercantil; vi sono poi succursali di numerosi altri istituti finanziarî nazionali ed esteri.

Dipartimento di La Paz. - Uno dei più vasti (105.400 kmq.) e più popolosi (749.900 ab. nel 1930, 7,1 per kmq.; nel 1900, 445.600 ab.) dipartimenti boliviani. Il territorio è in massima parte assai elevato e montuoso, con clima freddo e secco; caldi e umidi sono i pendii orientali e le valli della Cordigliera Reale, dove si coltivano coca (3/4 della produzione boliviana), tabacco, cacao, canna da zucchero, riso e caffè. Sull'altipiano, nelle zone più riparate, vengono coltivati cereali, patate e legumi. Notevole l'allevamento del bestiame nella vallata del Desaguadero. Ma la più importante risorsa economica è costituita dai minerali (stagno a Inquisivi e Araca, rame a Corocoro, bismuto nella provincia di Larecaia, petrolio nella zona tra i fiumi Beni e Madidi, oro).

Storia. - Nell'epoca preincaica si chiamava Chuquiapo o Chuquiyapu, ed era abitata dagl'Indiani aymará. Dopo essere stata presa dagl'Inca, fu assediata dagli Umasuyu, che furono respinti, ed ebbe a soffrire l'invasione dei capi Yana Vilca e Toquello Vilca, che la incendiarono, e più tardi la sollevazione del cacico Mallcu. Dopo che gl'Inca furono vinti dagli Spagnoli, Pietro de la Gasca incaricò il capitano Alonso de Mendoza di fondare una città fra il Cuzco e La Plata, il che egli fece il 20 ottobre 1548, fissandone il tracciato sul posto dell'antica Chuquiyapu e dandole il nome di Nuestra Señora de la Paz. La ricchezza del suo territorio e soprattutto le sue miniere, attrassero nella nuova città un gran numero di abitanti, che alla fine del sec. XVIII erano arrivati a 160.000. Nella ribellione di Tupac Amarú tenne fronte per 4 mesi (1781) all'assedio di un esercito di 100.000 indiani quechúa e aymará, per il qual fatto Carlo IV le accordò nel 1794 i titoli di Nobile, di Valorosa e di Fedele. Il movimento per l'indipendenza ebbe inizio in questa città nel 1809; ma fu soffocato da Goyeneche. Una spedizione di patrioti, inviata da Cuzco, entrò nella città e compì un orribile massacro di Spagnoli il 28 settembre 1814. Nel 1827 il Congresso costituente cambiò il nome della città in quello di La Paz de Ayacucho. Nel 1861 vi scoppiò una sommossa che rovesciò dalla presidenza della repubblica il generale Córdova.

Vedi anche
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  • Paz, La
    Dizionario di Storia (2011)
    Città della Bolivia. Fu fondata nel 1548 dal conquistador spagnolo Alonzo de Mendoza col nome di Nuestra Señora de La Paz sul luogo di un villaggio inca. Insorta contro il dominio coloniale (16 luglio 1809), fu ripresa dagli spagnoli nell’ott. 1809; nel 1825 fu ribattezzata La Paz de Ayacucho in onore ...
  • ÁLVAREZ DE PAZ, Jaime
    Enciclopedia Italiana (1929)
    Gesuita, nato a Toledo nel 1560. Passò quali l'intera vita nel Perú, dove, in qualità di provinciale, governò i confratelli missionarî. Occupò le cattedre di filosofia e di teologia nell'università di Lima, e con altrettanta lode attese alla predicazione e pubblicò opere ascetiche di pregio. Fra esse ...
Vocabolario
pér la quale
per la quale pér la quale locuz. agg. e avv., invar. – Espressione usata, nel linguaggio fam. o scherz. con varî sign. (v. quale, n. 6).
Dio me l’ha data, guài a chi la tócca!
Dio me l'ha data, guai a chi la tocca! Dio me l’ha data, guài a chi la tócca! – Frase che si ritiene pronunciata da Napoleone I nel cingere la Corona ferrea, il 26 maggio 1805.
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