Il Gruppo di Visegrád (dal nome della cittadina ungherese, sede della prima riunione tra i capi di stato e di governo dei suoi membri) è stato costituito nel 1991 da Polonia, Ungheria e Cecoslovacchia, tre paesi dell’Europa centro-orientale che condividevano comuni radici ;culturali e un recente passato di soggezione ;all’influenza sovietica. Nel 1993, poi, alla Cecoslovacchia sono subentrati i due stati suoi successori, Repubblica Ceca e Slovacchia. La costituzione del Gruppo ha avuto come scopo primario quello di superare le reciproche diffidenze e instaurare una stretta cooperazione politico-economica, volta a facilitare la transizione dei paesi verso il libero mercato e la democrazia e ad accelerarne il processo di integrazione europea.
Nei primi anni Novanta il Gruppo ha avuto un ruolo di rilievo nello sviluppo dei negoziati con l’Eu e la Nato. In seguito, tuttavia, la cooperazione ha subito un rallentamento, anche a seguito dell’ammissione nell’Eu di tutti e quattro i paesi, nel 2004. Recentemente la Polonia ha tuttavia ripreso a promuovere la cooperazione nell’ambito del Gruppo, proponendo una sorta di ‘cooperazione rafforzata’ nell’ambito della comune appartenenza all’Eu. Allo stato attuale i membri di Visegrád possono disporre di 58 voti al Consiglio dell’Unione Europea (quanti sono i voti di Francia e Germania insieme) e nel 2011 la presidenza semestrale del Consiglio è stata prima ungherese e poi polacca. Le priorità, come indicate anche nella Dichiarazione di Bratislava del febbraio 2011 in occasione del ventesimo anniversario del Gruppo, sono la competitività economica, l’attrazione di investimenti, la sicurezza energetica, la politica di vicinato con i paesi dell’Europa dell’Est e dei Balcani, i rapporti euro-atlantici e il rapporto con la Nato.