I copti d’Egitto sono la più ampia comunità cristiana del Medio Oriente e rappresentano la minoranza religiosa più consistente nel paese. Essa attualmente conta nelle sue fila fra i sei e gli otto milioni di fedeli che abitano nelle regioni meridionali dell’Egitto. La Chiesa copta ortodossa è guidata dal 1973 da papa Shenouda che, oltre a essere la guida religiosa, non ha mancato di svolgere un ruolo politico non solo a favore della propria comunità, ma anche come mediatore tra Egitto ed Etiopia nella controversia sulle acque del Nilo. Nonostante non vi sia repressione da parte del governo, i copti sono di fatto discriminati rispetto alla maggioranza musulmana. Essi sono sottorappresentati nelle posizioni di governo, a livello politico e nelle forze armate. Nell’ultimo decennio le divisioni settarie all’interno dell’Egitto si sono acuite sfociando sempre più di frequente in episodi di violenza, soprattutto ai danni dei cristiani. L’attentato di Alessandria del capodanno 2011, in cui hanno perso la vita 21 fedeli copti, si inserisce nel clima di divisioni e violenza settaria che caratterizza il paese.