Il regime di Damasco è stato duramente colpito dalle proteste popolari che hanno interessato il mondo arabo nei primi mesi del 2011. Dopo la caduta dei regimi tunisino ed egiziano, infatti, le proteste si sono propagate fino al cuore stesso del Medio Oriente, interessando in maniera particolare il regime ba’athista siriano. Sebbene i due principali centri urbani del paese, Damasco e Aleppo, non siano stati teatri di scontri e rivolte - al contrario di quanto avvenuto in Tunisia ed Egitto, le cui manifestazioni anti-regime hanno visto il loro fulcro proprio nelle rispettive capitali Tunisi e Il Cairo - le proteste hanno raggiunto comunque un livello di intensità tale da mettere in pericolo la tenuta stessa del regime.
Il presidente Assad, nonostante avesse un grado di popolarità relativamente alto, non è stato in grado di venire incontro alle richieste riformatrici della popolazione, scatenando una reazione violenta nei confronti dei manifestanti. Soprattutto in piccoli centri come Daraa, al confine con la Giordania, Baniyas, nell’ovest, Jisr al-Sughur, al confine con la Turchia e anche in città come Homs, la terza più importante del paese, le forze dell’ordine hanno sparato sui manifestanti, causando più di mille morti. La comunità internazionale non ha reagito in maniera unanime e decisa nei confronti di tale repressione, per le ripercussioni che la caduta del regime di Assad potrebbe avere su tutto il Medio Oriente.