La ragazza con la valigia
(Italia/Francia 1960, 1961, bianco e nero, 113m); regia: Valerio Zurlini; produzione: Maurizio Lodi Fé per Titanus/SGC; soggetto: Valerio Zurlini; sceneggiatura: Leo Benvenuti, Piero De Bernardi, Enrico Medioli, Giuseppe Patroni Griffi, Valerio Zurlini; fotografia: Tino Santoni; montaggio: Mario Serandrei; scenografia: Flavio Mogherini; costumi: Gaia Romanini; musica: Mario Nascimbene.
Aida Zepponi, una ragazza madre sventata quanto generosa che si guadagna da vivere come cantante e ballerina, è scaricata dal suo ultimo compagno occasionale. Attraverso un numero di telefono ne rintraccia l'abitazione, a Parma, dove conosce il fratello del play-boy, Lorenzo, un sedicenne timido e sensibile che è subito attratto da lei. Dapprima la aiuta economicamente, poi la sistema in un albergo di lusso e cerca invano di farla riassumere nel locale di Riccione in cui lavorava. Informato dalla zia di Lorenzo, don Pietro, il sacerdote che dà lezioni di matematica al ragazzo, incontra Aida e la convince a lasciare la città. Tornata sulla riviera adriatica, la giovane è raggiunta da Lorenzo proprio mentre sta per accettare le proposte di un figuro del sottobosco dello spettacolo. Infastidito dall'intrusione, l'uomo malmena il ragazzo. Sulla spiaggia, Lorenzo e Aida si abbandonano a un abbraccio struggente. Poi Lorenzo prende il treno del ritorno, lasciando una busta ad Aida. Questa la apre, scoprendo che non contiene una lettera d'addio, ma un fascio di banconote.
La ragazza con la valigia ripropone il tema della 'coppia impossibile', caro a Valerio Zurlini, collocandolo sullo scenario, ormai delineato, dell'Italia del boom. A differenza di Roberta e Carlo, separati dagli eventi bellici in Estate violenta (1959), Aida e Lorenzo trovano uno steccato invalicabile nelle ragioni di classe e di età. Dentro la valigia della giovane donna c'è un passato di ambizioni modeste e di sogni da fotoromanzo a cui corrispondono delusioni immancabili e una quotidianità risicata, sulla quale pesa talvolta l'esigenza primaria del cibo. Dell'adolescente conosciamo subito la situazione di privilegio, fatta di ville neoclassiche con bagni neri e armadi di biancheria "come in un ospedale". Di questo Lorenzo rappresenta la faccia pulita e sensibile, contrapposta all'altra, volgarmente edonista, del fratello maggiore, che innesca gli opposti sentimenti ‒ di colpa e di rivincita ‒ all'origine del rapporto tra i protagonisti. Tuttavia, nello sviluppare il rapporto tra Aida e Lorenzo, Zurlini non è mai tentato da schematismi: due assoluti ‒ la fragilità dell'una, la purezza dell'altro ‒ si 'sporcano' nelle esigenze del gioco delle parti, l'esercizio della menzogna si mescola inscindibilmente alla deriva dei sentimenti. Pur immersi nella trivialità del quotidiano, i due personaggi subiscono un processo di isolamento ‒ quasi un'iride, cinematograficamente parlando ‒ che li rende padroni assoluti dello spazio-set: così accade nella sequenza della scalinata di casa Fainardi, dalla quale scende Aida, sorpresa dalla celebrazione, anche ironica, dell'aria verdiana, offrendosi agli occhi desideranti di Lorenzo, basito in un intenso primo piano; in quella, più complessa, del ballo sulla terrazza del Jolly Hotel, in cui il gioco degli sguardi ‒ sfuggente quello di Aida, patetico e accusatorio quello di Lorenzo ‒ si combina con l'uso della profondità di campo, accentuando il significato di una gestualità 'epica', di una corporeità stilizzata che sembrano essere la cifra più congeniale allo Zurlini direttore d'attori; e infine in quella dell'abbraccio, intensissimo e disperato, sulla spiaggia di Riccione, in cui i volti di Aida e Lorenzo sono attraversati dalla stessa, stupefatta folgorazione, fino a quando la consapevolezza della donna si erge a guida dell'abbandono del ragazzo, con la 'carnalità' di Claudia Cardinale e la 'spiritualità' di Jacques Perrin, sul cui dosaggio si regge il magico lirismo del film, che si confondono in uno scambio estremo e irripetibile.
Un discorso a parte merita la magnifica sequenza della stazione ferroviaria, nella quale il regista fa apparentemente propri i dettami di un 'cinema dello sguardo' in qualche modo imparentato con le vagues coeve e dunque con il cinema 'moderno'. Stupisce qui la mobilità del punto di vista, la frantumazione del montaggio, l'essere presente quasi frenetico della macchina da presa sul luogo dell'azione, il suo rincorrere trafelato personaggi e situazioni. Niente camera a mano, ma una preparazione accurata dei campi e dei piani, un taglio infallibile dell'inquadratura, un montaggio dal ritmo incalzante. Momento alto dell'autore e della sua poetica, La ragazza con la valigia, respirando l'aria del suo tempo, presenta un connettivo, o uno sfondo, mutuato da quella sorta di metagenere che è la 'commedia di costume'. Ne partecipano, oltre ad alcuni vilain e all'uso diegetico ed esplicativo delle canzoni, l'idea di provvisorietà in evoluzione che caratterizza la stessa figura di Aida, già lontanissima dalle tante ballerine di fila del cinema italiano degli anni Cinquanta.
Interpreti e personaggi: Claudia Cardinale (Aida Zepponi), Jacques Perrin (Lorenzo Fainardi), Romolo Valli (don Pietro Introna), Riccardo Garrone (Romolo), Gian Maria Volonté (Piero Benotti), Corrado Pani (Marcello Fainardi), Luciana Angelillo (zia Marta), Renato Baldini (ingegner Francia), Elsa Albani (Lucia), Nadia Bianchi (Nuccia), Edda Soligo (professoressa Fiorena), Ciccio Barbi (Crosia), Enzo Garinei (Nino).
M. Morandini, Un poeta d'amore, in "Le ore", 28 febbraio 1961.
M. Verdone, La ragazza con la valigia, in "Bianco e nero", n. 2-3, febbraio-marzo 1961.
E. Bruno, La ragazza con la valigia, in "Filmcritica", n. 106-107, marzo 1961.
Hawk., La ragazza con la valigia, in "Variety", March 29, 1961.
A. Ferrero, La ragazza con la valigia, in "Cinema nuovo", n. 150, aprile 1961.
L. Skorecki, La fille à la valise, in "Cahiers du cinéma", n. 298, mars 1979.
L. Codelli, La ragazza in bilico, in Valerio Zurlini, a cura di A. Cattini, Mantova 1991.
T. Pedrini, Andata e ritorno per il mare, in Elogio della malinconia, a cura di A. Achilli, G. Casadio, Ravenna 2001.
Sceneggiatura: La ragazza con la valigia, Mantova 2000.