LA RUSTICA
Abitato latino situato a breve distanza da Roma, lungo l'antica Via Collatina. Prende il nome dal toponimo «La Rustica», attestato dal Medioevo per un'ampia tenuta tra il fiume Aniene e il fosso di Tor Sapienza, oggi in gran parte occupata da una borgata. La scoperta del centro, in precedenza del tutto ignoto, risale al 1972, quando lavori stradali evidenziarono e in parte distrussero una consistente necropoli; ricerche topografiche successive e saggi di controllo (1975, 1980) portarono all'individuazione e alla parziale definizione dell'area abitata.
L'abitato occupa un modesto rilievo allungato, con pareti piuttosto ripide, dominante il bacino imbrifero della Cervelletta, collegato a un più ampio rilievo, con pendio meno sensibile, leggermente digradante verso E. Saggi di scavo hanno evidenziato materiali e livelli dalla prima metà dell'VIII a tutto il III sec. a.C.: tracce di capanne e di edifici con zoccolo in opera quadrata e ambienti in parte scavati nel banco tufaceo, opere di terrazzamento, un tratto di strada urbana lastricata in travertino. Sul limite Ν è stato individuato un fossato profondo c.a 4 m e largo altrettanto, con andamento parallelo al ciglio della collina, in relazione con un muro a secco in scheggioni di tufo a monte, colmato nella seconda metà del VII sec. a.C.
La necropoli si estendeva sulla collina immediatamente a Ν dell'abitato (significativo il toponimo «I porcellani»). Le tombe finora individuate superano di molto il centinaio, lo scavo sistematico ne ha riportate alla luce ottantatre (su un'area esplorata di 1700 m2, meno del 25% dell'intera necropoli), con un arco cronologico compreso tra la metà dell'VIII sec. e gli inizî del III a.C. La maggior parte delle sepolture (trentacinque, venticinque delle quali femminili) va riferita alla fase laziale III; nove, due delle quali bisóme, alla fase IV. Ventitre tombe prive di corredo si datano, in base ai dati di scavo, tra l'inizio del VI e l'inizio del V sec. a.C.; tre tombe, forse con più deposizioni, tra la fine del IV e gli inizî del III sec. a.C. Le sepolture più antiche sono del tipo a fossa, con riempimento in scheggioni di tufo, orientate N-S; quelle della fase IV presentano fosse più regolari; le tombe arcaiche sono del tipo a fossa profonda con sarcofago o con deposizione in loculo laterale, a volte chiuso da tegole, con orientamento E-O; quelle di età medio-repubblicana sono forse del tipo a piccola camera (la volta è erosa), con banchine laterali.
La documentazione archeologica della necropoli, molto consistente, è di estremo interesse (insieme a quella degli altri scavi di Castel di Decima, Laurentina-Acqua Acetosa, Ficana, Lavinio) per la messa a punto del quadro storico ed economico della protostoria laziale, in particolare per quanto riguarda gli aspetti dell'VIII sec., finora poco documentato nei grandi centri (Roma, Lavinio, Ardea, Gabi). Il livello delle tombe di questa fase a L. R. è mediamente elevato: il corredo ceramico presenta spesso forme di argilla depurata dipinta, di tradizione euboica, in qualche caso sicuramente importate (brocchette, piatti, boccale), accanto alle consuete forme d'impasto sottile; su queste ultime è attestata in varie sepolture una decorazione geometrica a lamelle metalliche, finora assente nel Lazio. Particolarmente ricco il corredo personale delle tombe femminili: abbondanti i bronzi (fibule, anelli da sospensione, catenelle, saltaleoni, pendagli, fusi, bacini) sempre di notevole livello tecnico (in qualche caso, come nelle tombe 81 e 83, in quantità eccezionale), le ambre, spesso presenti fermatrecce in argento. Tipico - e per ora esclusivo di questa necròpoli in questa fase - un tipo di cinturone in bronzo a larga fascia, decorato a sbalzo e incisione, presente in sei tombe femminili. Una delle rare tombe maschili (tomba 43), databile alla fine dell'VIII sec., presentava spada e lancia in ferro e un bacino tripode con piedi fusi decorati con figure di cavaliere, attestato, con qualche variante, a Vetulonia e a Veio. Fra le tombe della fase IV di particolare interesse è la 33, bisoma, del secondo venticinquennio del VII sec., che presentava un corredo da banchetto con alto hòlmos e grande tazza-cratere d'impasto rosso, in analogia con altre tombe laziali coeve (Decima, Laurentina-Acqua Acetosa, Ficana).
La presenza di tombe databili certamente in età arcaica conforta con una nuova concreta testimonianza l'ipotesi, ormai più che accreditata, di un radicale cambiamento nel costume funerario dei centri laziali (e forse di Veio) a partire dall'inizio del VI sec., che comportò evidentemente la sostanziale abolizione del corredo. Il fatto è stato messo in relazione (Colonna, 1977) con norme vietanti l'alienazione di beni e l'esibizione di lusso nelle sepolture, e, parallelamente, con la comparsa di consistenti depositi votivi nei santuari.
Per quanto riguarda l'identificazione dell'abitato non esistono, nella documentazione delle fonti, elementi di qualche utilità, a parte il rapporto certo con l'antica Via Collatina, percorso certamente antichissimo, che tra l'altro si segue con precisione proprio fino a La Rustica. Lungo la Collatina, all'altezza di L. R., Frontino (Aq., 5) ricorda le sorgenti dell'Acqua Appia; due miglia più avanti quelle dell'Acqua Vergine. E stata proposta, a titolo d'ipotesi, l'identificazione con Caenina, uno dei centri latini già scomparsi in età storica, genericamente collocabile nel settore sud-orientale del suburbio di Roma.
Bibl.: In generale: A. Nibby, Analisi storico topografico antiquaria della carta dei contorni di Roma, III, Roma 1837, p. 44 ss.; L. Quilici, Collatia (Forma Italiae Regio I, 10), Roma 1974, p. 84 ss.; AA.VV., Civiltà del Lazio primitivo, Roma 1976, p. 234 ss.; M. Guaitoli, Considerazioni su alcune città ed insediamenti del Lazio in età protostorica ed arcaica, in RM, LXXXIV, 1977, p. 22 ss.; M. Guaitoli, P. Zaccagni, Località La Rustica. Interventi di scavo collegati ad opere di urbanizzazione, in BullCom, XC, 1985, p. 119 ss.; F. di Gennaro, C. Morelli, S. Musco, ibid., p. 124 ss. - Via Collatina: Ch. Hülsen, in RE, IV, 1, 1901, c. 364 ss., s.v. Collatina Via. - Su Caenina e Collatia: Ch. Hülsen, in RE, III, 1, 1899, c. 1278 ss., s.v. Caenina; E. De Ruggiero, in DEA, II, 1, p. 10 ss.; L. Quilici, La Via Collatina, in BullCom, LXXIX, 1963-64, p. 99 ss.; id., Collatia, cit., passim; L. Bonamico, in BullCorn, XCI, 1986, p. 634. - Tombe di età arcaica: G. Colonna, Un aspetto oscuro del Lazio antico. Le tombe di VI-V secolo, in PP, XXXII, 1977, p. 131 ss.; id., L'ideologia funeraria e il conflitto delle culture, in Archeologia Laziale, IV (QuadAEI, 5), Roma 1981, p. 229 ss.