LA SALE (o La Salle), Antoine de
Nato probabilmente in Provenza nel 1388, figlio naturale di un condottiere, entrò, sui quindici anni, al servizio della casa d'Angiò, a cui rimase legato per quasi mezzo secolo. Al seguito dei signori Angioini venne assai presto in Italia: era a Messina nel 1406. Viaggiò nei Paesi Bassi e in Portogallo; prese parte alla riconquista di Ceuta sui Mori nel 1415. Nel 1420, seguì Luigi III d'Angiò a Napoli e rimase in Italia fino al 1425-26. Fra il 1429 e il 1430 coprì le funzioni di giudice ad Arles. Un ultimo viaggio in Italia compì nel 1438, accompagnando il re Renato, succeduto al fratello sul trono di Sicilia. Renato gli affidò l'educazione del suo primogenito, Giovanni duca di Calabria, e il La S., per adempiere meglio il suo nuovo ufficio, s'immerse negli studî e si diede a comporre il suo primo trattato educativo. Nel 1448 passò alle dipendenze di Luigi di Lussemburgo, conte di Saint-Pol quale precettore dei suoi figli; e fu questo, in piena vecchiezza, il suo periodo più operoso di scrittore. Non è provato ch'egli abbia poi fatto parte della corte del duca di Borgogna, al quale dedicava un suo libro il 1° giugno 1461: ultimo documento che ci rimanga della sua vita.
Le opere che appartengono sicuramente al La S. sono le seguenti: La Salade (intorno al 1440), dedicata al duca Giovanni di Calabria e alla sua sposa Maria di Borbone. Il libro ha questo titolo, come spiega l'autore, perché nell'insalata entrano "molte buone erbe"; ma esso gli sta bene anche perché vi si trovano commiste, senza grande ordine, le varie cognizioni che potevano giovare al regale discepolo: precetti sull'arte di governo, sulle virtù necessarie al principe, esempî derivati dagli storici antichi, soprattutto da Valerio Massimo, la descrizione delle tre parti del mondo, una breve cronaca del regno di Sicilia, la genealogia della casa d'Aragona, nozioni d'araldica. Il La S. vi ha pure frammezzato i ricordi de' suoi viaggi, e un particolare interesse conserva il racconto di un'escursione ch'egli aveva compiuto il 18 maggio 1420 al monte della Sibilla presso Norcia, perché, dopo un episodio del Guerin Meschino, è la più antica testimonianza della leggenda ch'ebbe poi tanta fortuna nelle terre germaniche sotto il nome del Tannhäuser: la grotta della Sibilla corrisponde in tutto al tema del Venusberg. La Salle (1451), trattato di morale che si collega all'insegnamento del La S. ai figli del Saint-Pol: l'autore, attingendo ugualmente ai filosofi antichi e ai Padri della Chiesa, costruisce un'allegorica "sala", che ha per fondamenta Prudenza, Devozione, Moderazione; per muri, Giustizia, Pietà, Umanità, ecc. Le petit Jehan de Saintré (terminato il 6 marzo 1456), dedicato al suo antico allievo Giovanni d'Angiò; è un romanzetto, in cui l'antico contrasto del chierico e del cavaliere per la preminenza in amore si avvolge di un intento didattico (inseparabile dall'arte del La S.), ch'è quello di raffigurare su un esempio concreto la formazione del perfetto cavaliere; un giovine paggio della corte angioina viene iniziato dalla dama "des Belles Cousines" a tutte le virtù cavalleresche, ma quando, per belle prove, si rende più degno di lei, n'è tradito con un abate gaudente: pare che un soffio realista sopraggiunga a snebbiare le gentili tradizioni. Il La S. non mirava però a una satira dell'amor cortese: le sue predilezioni vanno al giovine cavaliere, che si vendica dell'oltraggio sfregiando l'abate e smascherando la dama infedele. Operetta prolissa per la tenue favola, estesa a una larga evocazione dei costumi e dei giuochi cavallereschi, in cui si compiacevano la memoria e la fantasia del La S.; ma primo saggio saporoso di narrazione artistica in prosa, volta a un semplice fine ideale. Le Réconfort de Madame du Fresne (1458), lettera consolatoria a Caterina di Neufville (moglie di Jacques de Lille, signore di Fresne), la quale aveva perduto il figliuolo primogenito: espone due esempî di fermezza d'animo materno, tratti l'uno dalla guerra dei Cento anni, l'altro dalla spedizione di Ceuta; e il primo, soprattutto, che narra l'uccisione di un fanciullo, ostaggio di guerra durante un assedio, è nobilmente drammatico e commovente. La Journée d'Onneur et de Prouesse (1459), poemetto allegorico di maniera. Des anciens tournois et faictz d'armes (1459), dedicato a Giacomo di Lussemburgo: ricordi cavallereschi della corte del re Renato, grande amatore di giostre; ma ora i costumi sono mutati, e prevalgono le cacce e le feste voluttuose.
Al La S. vennero pure attribuite due opere assai importanti del secolo XV: le Quinze joyes de Mariage (satira arguta e vivace del matrimonio, ricca di scene comiche, osservate sul vivo) e le Cent Nouvelles nouvelles; ma sono attribuzioni moderne, che non risalgono oltre il 1830. E al La S., considerato come il maggior prosatore francese del suo secolo, si regalava facilmente la paternità degli scritti anonimi (come il Livre des faicts de Jacques de Lalaing, la cronaca del Duguesclin, e persino la farsa di Maître Pathelin); a ogni modo, l'attribuzione delle Quinze joyes non ha nessun fondamento serio, e rimane assai dubbia quella delle Cen. Nouvelles, dove il La S. figura come uno dei numerosi narratori.
Ediz.: Le Petit Jehan de Saintré, a cura di P. Champion e F. Desonay, Parigi 1926; Du Réconfort de Madame du Fresne, suivi de la Journée d'Onneur et de Prouesse, ecc., ed. J. Nève, Bruxelles 1881 (nuova ediz. nel libro: J. Nève, A. de La S. Sa vie et ses ouvrages d'après des documents inédits, Parigi-Bruxelles 1903); Le Paradis de la Reine Sibylle, ed. F. Desonay, Parigi 1930 (cfr. Giornale storico d. letter. ital., XCVIII, pp. 293-294).
Bibl.: E. Gossart, A. de La S.: Sa vie et ses øuvres, 2ª ed., Bruxelles 1902; J. Nève, op. cit., 1903; L.-H. Labande, A. de La S.: Nouveaux documents sur sa vie, ecc., in Bibliothéque de l'École des Chartes, LXV (1904), pp. 55 segg. e 321 segg.; W. Söderhjelm, La Nouvelle française au XVe siècle, Parigi 1910, cap. 3°. Sull'attribuzione delle Quinze joyes de Mariage e delle Cent Nouvelles nouvelles, v. E. Allison Peers, The Authorship of certain Prose Works ascribed to A. de La S., in Modern Philology, XIV (1916), p. 405 segg.; Ch. Knudson, A. de La S., le duc de Bourgogne et les "Cent Nouvelles nouvelles"), in Romania, LIII (1927), p. 365 segg.