labile
Nel senso di " sfuggente ", " fugace ", in Pd XX 12 canti / da mia memoria labili e caduci, riferito alla memoria del poeta, rapito in mistico excessus mentis al contatto con la musica paradisiaca, i cui suoni pertanto non possono che essere " discorrevoli e non appiccantisi " (Ottimo), " quia non possemus eos ad memoriam revocare, nec per consequens propalare; propter eorum altitudinem, sicut iam patuit saepe de aliis cantibus " (Benvenuto).
Cfr. Il Virgiliano " Nostro Illius Labatur Pectore Vultus " (Buc. I 63), Proposto Come Fonte Dallo Scartazzini.