LABRIDI o labroidi (dal lat. labrum "labbro"; volg. pesci pappagallo; fr. labroïdes; ted. Lippfische; ingl. wrasses)
Famiglia di Pesci ossei del sottordine degli Acantotteri, caratterizzata dai labbri molto spessi, con corpo allungato a squamme cicloidi. Hanno una pinna dorsale con la porzione spinosa a raggi sottili, sviluppata come la parte molle o anche più. Pinne ventrali toraciche. Denti acuminati spesso presenti, palato privo di denti. Ossa faringee inferiori fuse insieme. Vertebre con apofisi trasverse a cominciare dalla 3ª, coste attaccate alle apofisi; due narici d'ambo i lati, 506 raggi branchiostegi; branchie 3 e 1/2; pseudobranchie presenti e vescica natatoia senza dotto pneumatico. Appendici piloriche assenti.
Pesci di colori brillanti che vivono presso le coste dei mari temperati e tropicali; rari nei freddi. Quelli delle zone temperate hanno vertebre più numerose che non quelli dei mari tropicali. Alcune specie nidificano e ambo i sessi hanno cura della prole.
Se ne conoscono circa 400 specie raggruppate in una ventina di generi, tra i quali alcuni (Labrus, Crenilabrus, Ctenolabrus, Acantholabrus e Julis) vivono nel Mediterraneo. In alcune specie di Labrus esiste un accentuato dimorfismo sessuale (il L. mixtus maschio presenta 3 strisce azzurre, mentre la femmina è di color rosso con 3 o 4 macchie nere sulla parte dorsale della coda).
Un altro genere (Scarus) per alcuni costituisce una famiglia distinta: ha tutti i denti saldati insieme costituenti una specie di becco, onde il nome di pappagalli (ted. Papageifisch; ingl. parrotwrasse). Nel Mediterraneo vive lo Sc. cretensis, che si crede introdotto nelle acque del Tirreno dai Romani per il gran pregio in cui ne erano tenute le carni. È comune nell'Arcipelago greco. Generalmente le carni dei Labridi sono però poco stimate perché assai molli. Alcune specie di Scarus si ritengono velenose. I Labridi si nutrono di molluschi e crostacei, ma anche di fuchi e altre erbe marine. Se ne trovano avanzi fossili nel Terziario. (V. tav. a colori).