lacca
Come " rotto precipizio " (Daniello) e per di più " concavo e basso " (Buti) il termine, assai raro, compare sempre connesso a paesaggi di morfologia tormentata. In If VII 16 Così scendemmo ne la quarta lacca, il poeta pare far riferimento alla " quarta china, o scesa o lama " (Buti) della topografia dei cerchi, mentre in If XII 11 in su la punta de la rotta lacca / l'infamïa di Creti era distesa, appare chiaro il significato di " ripa " proposto dal Boccaccio. Così in Pg VII 71 Tra erto e piano era un sentiero schembo, / che ne condusse in fianco de la lacca, può sciogliersi " in latus dictae costae " (Benvenuto), " in fiancum idest in latus sive finum lachae, idest ripae " (Serravalle), anche se il puntiglioso Tommaseo proponeva d'interpretare per l. una " china formante col pian sottoposto un bacino ".
Le antiche attestazioni della voce - forse etimologicamente compromesse nei confronti del latino tardo laccus, " fossa ", " cisterna " (cfr. g. devoto, avviamento alla etimologia italiana, firenze 1967, sub v.) - portano comunque sempre a una " depressione con acqua " (lacha ad piscandum, in carte dell'anno 851) o a materiali in sfasciume incoerente (lakiiare equivale a " scavare la vigna ", in carte del 1271) non senza influsso dell'antico lessico agrario; ma cfr. J.F. Niermeyer, Mediae Latinitatis Lexicon Minus, Leida 1959, sub v.; e v. LAMA.
Assolutamente da scartare l'ipotesi che il termine sia catacresi da ‛ lacca ' nel significato di " coscia " (dal tardo latino lacca, presente in vegezio col significato di " tumore alle gambe delle bestie da tiro ": cfr. Battisti-Alessio, Dizionario) come chiosa l'Anonimo (ripreso in seguito anche dal Borghini): " lacca si chiama una parte della coscia da lato dello animale, così per similitudine il fianco cioè la costa del monte ", con etimo popolare, ma non assurdo, se si pensa al ‛ dilaccare ' (v.) di If XXVIII 30.