Vedi LACCA dell'anno: 1961 - 1995
LACCA
L'arte della l. è specificamente caratteristica dell'Estremo Oriente.
La l. è un prodotto naturale, una sorta di resina che proviene dalla Rhus Vernicifera, l'albero della lacca. Esso cresce in Cina, particolarmente nelle province centrali e meridionali, e le sue proprietà sono state scoperte dai Cinesi assai per tempo.
La l. cola dolcemente da incisioni orizzontali praticate nella scorza dell'albero, e viene raccolta durante i mesi d'estate, nel corso della notte, in piccoli recipienti di legno. Ha color bianco, ma esposta all'aria scurisce e diventa infine affatto nera. Le diverse tinte si ottengono colorando la l. vergine: con un'aggiunta di cinabro, per avere il rosso, col solfato di ferro e l'aceto in varia proporzione per il nero, con la gomma-gutta per il giallo trasparente, con la polvere d'oro o il rame per il giallo oro; con la polvere d'argento per il bianco argento, mentre un miscuglio di l. nera e di l. vermiglia produce la l. bruna.
La lavorazione della l. è un'arte che richiede cura minuziosa. L'oggetto è per solito in legno assai sottile, e viene rivestito con una tela di canapa su cui si stendono uno o due strati di l. vergine che si passa poi sulla mola. Indi con l'aiuto di un pennello si stende la l. in sottilissimi strati successivi. Ogni strato è disseccato in ambiente umido, poiché una delle proprietà della l. è appunto di seccare con l'umidità. Poi si passa all'applicazione dello strato seguente. Il numero degli strati varia secondo lo spessore di l. che si desidera ottenere. Poi l'oggetto viene lucidato e da ultimo decorato sia lavorandolo alla ruota per incisioni o rilievi, sia applicandovi incrostazioni.
I testi cinesi ci dicono che la l. era già in uso all'epoca Chou (1027-255 a. C.), assolvendo la duplice funzione di decorare e di preservare gli oggetti; ma le lacche più antiche giunte fino a noi, suscettibili di datazione certa, appartengono all'epoca dei Regni Combattenti (481-221 a. C.). Tuttavia alcuni frammenti di bronzo incrostato di l. che sono stati scoperti ad Anyang suggerirebbero l'ipotesi che la l. era già conosciuta sotto gli Shang (1522-1027 a. C.). Alla dinastia Han (206 a. C.-220 d. C.) vanno comunque ascritti numerosi frammenti di armi, di mobili, di strumenti musicali, di ciotole e di scatole laccate che dimostrano come in quell'epoca questi oggetti fossero diffusi, almeno nelle classi agiate. I testi, d'altro canto, menzionano dieci diverse fabbriche di oggetti laccati, due delle quali nel Szŭchuan. In queste prime lacche si riscontra spesso una decorazione rossa su fondo nero o bruno. Alcune di esse portano iscrizioni che indicano il nome degli artigiani, la capacità dei vasi, la data, ecc. La scoperta di vasi in legno laccato fatta da A. Stein a Miran e a Tunhuang in Asia centrale e le bare trovate in gran numero assieme ad oggetti di toletta laccati nelle tombe di Lo-lang in Corea provano che, fin da allora, la l. era diffusa fuori della Cina.
Del periodo che va dagli Han ai T'ang (618-907), non è stato trovato alcun esemplare.
In prosecuzione di tempo (ma al di là dei limiti cronologici fissati alla presente opera) gli oggetti in l. potranno esser divisi in categorie diverse come indica il Ko Kou-yaolouen scritto da Ts'ao Tchao nel 1338: lacche scolpite, dipinte, con rilievi in oro, incrostate, traforate; si conoscono nomi di artisti famosi per questa particolare arte e, a partire dall'epoca Ming, si hanno pezzi che recano incisa la data. Posteriormente si hanno oggetti che presentano pregi piuttosto di ordine tecnico che artistico.
L'arte della l. venne trasmessa dalla Cina al Giappone, dove i primi esempî vengono forniti da oggetti d'uso comune: tazze, piatti, eseguiti in rame e ricoperti di lacca. A partire dall'VIII sec. vi ha inizio la produzione di statue di l., scolpite o colate in stampi e di maschere; in seguito si svilupperà uno stile nazionale e una eccezionale perfezione tecnica, che culmina nei secoli XVII-XVIII.
Affatto diversa la tecnica della lavorazione della l. in India: l'oggetto era collocato su di un tornio, e accanto gli si poneva un bastone di l. solida in modo che le due superfici fossero in contatto. Lo sfregamento produceva calore e la l. fusa aderiva all'oggetto. Talvolta venivano applicati così diversi strati di l. di diverso colore. I disegni, di tinta varia e spesso vivace, si ottengono mediante incisioni che portano in luce ora uno strato, ora l'altro. Questo tipo di decorazione è usato per oggetti comuni, come ninnoli, scatole, letti (nella parte di legno), ecc. A Ceylon vede la luce una tecnica speciale, detta "lavoro dell'unghia". La superficie da decorare viene scaldata, e sopra vi si dispone la l. stirata in lunghi fili che si tagliano poi con l'unghia del pollice.
La l. viene usata anche nell'Asia del S-E, dove pare l'abbiano introdotta i Cinesi, nell'Annam e nel Tonchino, applicata non soltanto su legno, ma anche sulla ceramica e sul metallo. Caratteristica del Siam la l. dorata. Si tratta di un'arte speciale e esclusiva che dovette valersi di pochi artigiani abili in quel tipo di lavorazione. Il mobile, fabbricato in legno di teck, era rivestito con numerosi strati di l. vergine e con uno strato di l. cotta che dà un nero più schietto. Quindi i tratti della superficie da decorare, che debbono restare neri, sono coperti con un isolante, e si passa ad applicare la foglia d'oro. Vi si fa aderire poi un foglio di carta assorbente speciale, lo si bagna, e, staccandolo, esso porta con sé l'isolante e l'oro che lo ricopre, mentre riappare il fondo nero là dove il disegno lo prevedeva. Ultima operazione, un abbondante lavaggio con acqua per togliere le residue tracce di isolante. Da questa fase conclusiva della lavorazione, la l. dorata prende il suo nome siamese di rot nam, che vuol dire "lavata all'acqua". Questa tecnica peraltro non appare usata prima del XIV secolo.
Bibl.: v. Cinese, arte.